Avevo avuto l’impressione che Ignazio La Russa non avesse mandato a fare in culo Gianfranco Fini, ma un deputato che gli aveva dato del fascista dall’emiciclo alla sua destra (spalti alti appaltati alle supercazzole del centrosinistra). Sbagliavo, perché La Russa ha implicitamente ammesso di averci mandato proprio Fini: “Al ministro è stato chiesto se avesse incontrato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, con il quale, l’altro ieri, ha avuto una accesa discussione… «Oggi qui non c’era», si è limitato a dire La Russa facendo intendere che con Fini non c’è stato alcun faccia a faccia” (Agcom, 1.4.2011), non già che un incontro non abbia motivo d’esserci.
Sbagliavo, e meno male che mi sono risparmiato un post a cazzo di cane. Però confesso che, dopo aver realizzato quale figuraccia avevo rischiato, sono stato tentato dallo scriverne uno nel quale, tacendo del mio errore, spiegavo che il mandarsi a fare in culo in Parlamento è cosa grave in sé, e che non ha importanza chi ci manda chi, e che, fossi il Capo dello Stato, scioglierei il Parlamento ai sensi dell’art. 88 della Costituzione…
Troppo, eh? Infatti, l’ho pensato anch’io. Mi sono reso conto che stavo pagando un prezzo troppo alto alla vergogna di aver stravisto il video, e mi sono risparmiato un altro post a cazzo di cane.
[Poi si parla di noi blogger come di irresponsabili. Ci sono professionisti che scrivono articoli a cazzo di cane, pretendendo pure che la realtà si adatti a quello che hanno stravisto, sennò che si adatti al principio che giustifica lo stravedere, e scrivono, pure di getto, e non provano due grammi di vergogna.
Quel trombone di Ferrara, per esempio. Questa sera faceva ballare il suo triplo mento e diceva che Gheddafi “girava con le sue tende, diceva le cose sue sbrasate, si faceva baciare la mano…”. Gheddafi “si faceva” baciare la mano? Andava in giro con la mano sollevata a portata di bacio – così deve aver stravisto il famoso video, Ferrara – e fra i tanti che gli sono capitati a tiro c’era pure Berlusconi, che un poco preso alla sprovvista gliel’ha baciata. Conclusioni? Io che sono un blogger, in quanto blogger, sarei una merda – Ferrara sarebbe il professionista.
Ma della puntata di Qui Radio Londra andata in onda stasera parlerò a parte, perché il Ferrara che si lamenta dei 40 civili morti a Tripoli sotto il fuoco della Nato, dopo aver fatto spallucce alle centinaia di migliaia di civili iracheni morti sotto i bombardamenti del suo Bush, be’, merita un’attenzione particolare. Anzi, no, voglio risparmiarmi pure un altro post su Qui Radio Londra [*].Volevo parlare d’altro e qui divagavo. Metto questo capoverso tra parentesi e proseguo.]
Sbagliavo, dicevo, perché La Russa ha mandato a fare in culo proprio Gianfranco Fini. E allora, volendo dedicarmi all’onorevole (si fa per dire) Massimo Polledri e all’episodio del quale è stato protagonista a Montecitorio – gli è stata attribuita la seguente frase rivolta ad una parlamentare portatrice di handicap: “Stai zitta, handicappata del cazzo” – non ho voluto commettere alcuna leggerezza, ché ho un orgoglio delicatissimo. E allora sono andato a informarmi lungamente sul suddetto.
Cattolicissimo, pare. Particolarmente impegnato nelle tematiche bioetiche, pare. L’ho seguito su Youtube in un soffice duetto con monsignor Rino Fisichella in difesa dei soggetti in stato vegetativo permanente (mi fa schifo linkarlo, andate a cercarvelo), e l’ho visto annuire con tutta l’anima quando Sua Eccellenza diceva che “stato vegetativo permanente” è espressione brutta, perché chi è in coma da trent’anni è persona viva, degna del massimo rispetto, eccetera.
Com’è possibile – mi son chiesto – che a uno così possa scappare di bocca una frase come quella che gli è stata attribuita? Stavolta non mi faccio fottere dalle apparenze – mi sono detto – e come prima cosa vado a leggere le dichiarazioni del diretto interessato. Può darsi non si sia rivolto all’Argentin – è la prima cosa che ho ipotizzato – ma a quel cerebroleso del Bossi.
E invece no. «Voglio rinnovare le mie più sentite scuse alla collega Ileana Argentin per aver ferito la sua sensibilità a causa di un increscioso equivoco. Quanto accaduto ieri in Aula altro non è stato che un inopportuno commento a un’affermazione male interpretata di un collega. Un riflesso condizionato dal clima teso che si respirava in quel momento in Aula. Purtroppo, come spesso accade nel tritacarne mediatico, la frase “ha ragione” pronunciata da me è stata trasformata in altre espressioni offensive che a mio giudizio, ma verificheremo, non sono state mai pronunciate da nessuno. Mi auguro che Argentin accetti le mie scuse e voglia mettere una pietra sopra su quello che è stato un increscioso equivoco» (Asca, 1.4.2011).
E che cazzo mi significa? C’è stato un “increscioso equivoco”, però si scusa. Dice di non aver pronunciato la frase che gli attribuiscono, però chiede una attenuante in ragione del “clima teso”. E poi quale sarebbe la parte della frase “stai zitta, handicappata del cazzo” che può essere strasentita al posto di un “ha ragione”?
Basta, troppo complicato per un povero blogger. Potrei finire col dare del pezzo di merda al Polledri e aggiungerci che l’essere cattolicissimo non è indispensabile per esserlo, ma aiuta. E poi Polledri mi denuncia. E poi i cattolici mi danno del cristianofobo. E io già sono così stanco, ma così stanco, ma così stanco, ma così stanco.
[*] Ecco, c’è Luca Massaro che ne ha appena scritto uno che sottoscrivo, così non buco l’evento.