venerdì 1 aprile 2011

L’aragosta sragiona


Sabina Guzzanti dovrebbe fare la stessa vita ritirata che fa suo fratello, la carriera ne trarrebbe giovamento.

3 commenti:

  1. Leggete l'intervista e gongolerete della pochezza dell'intervistatore, che è molto peggio dell'intervistata.

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  2. Dalle qualità artistico-intellettuali della Guzzanti, ognuno è sacrosantamente libero di trarre il gradimento che i suoi gusti gli suggerscono. Sul piano personale a me sembra invece che la Guzzanti dimostri di possedere scarsissime doti di gestione delle proprie, spesso anche sacrosante, ragioni. E' accaduto anche in passato che, trovandosi soggetta al vento di critiche più o mneo ragionevoli, ella abbia inscenato una reazione scomposta, compromettente per la sua altrimenti agevole difesa.
    Anche nella vicenda della truffa finanziaria a me pare che il suo atteggiamento sia influenzato da un certo grado di isteria, invece che guidato dalla calma e dalla laconicità che la questione meriterebbe, finendo per darla in pasto ai suoi provocatori, invece che per tacitarli e farli ritirare in buon ordine.
    Ciò non toglie che, almeno nella fattispecie, leggendo fra le scomposte righe delle sue reazioni si ricavi la sua piena ragione. Cioè il fatto che tutti quei commenti aggressivi di giornalisti, direttori e semplici frequentatori di blog suonino decisamente inopinati e spropositati. Si ha inoltre l'impressione netta che i più aggressivi siano tizi che con la Guzzanti ce l'anno per motivi consolidati (più o meno evocabili) e che approfittano della vicenda per accampare nei suoi riguardi ulteriori critiche, emananti stavolta l'afrore tipico del moralismo. Ipocrita come ogni moralismo, che infatti viene usualmente applicato ai nostri nemici, mai a noi stessi o ai nostri amici.
    Va bene che, trattandosi di personaggio di fama, la notizia abbia un certo risalto. Fermiamoci lì, però. Perché si tratta pur sempre di cazzi privati al mille per mille che, a meno di filosofie d'occasione, non pregiudicano nulla e non danneggiano nessuno salvo l'interessato e la sua esitenza. Inoltre investono una persona la cui professione, fama e ruolo sociale non impongono limiti pregiudiziali alla sua privata libertà, che cioè rimane ampia quanto la nostra, di comuni cittadini. Insomma, la Guzzanti non è un prete confessor/predicatore o un monaco poverello scalzo, né incarna alcuna carica politica, per cui dei suoi soldi può fare qualunque uso legittimo.
    Infine, non trovo affatto che l'intervistatore del Corriere denoti mancanza di mestiere. A mio giudizio, anche quando l'argomento risulti tra i più scontati, nell'interesse del lettore un intervistatore deve sempre apparire incalzante, se non addirittura ostile all'intervistato. E a me pare anche che, oltre a non peccare da questo punto di vista, il giornalista in questione faccia alla Guzzanti le domande che qualunque lettore interessato alla cosa si aspetta ragionevolmente di sentir fare.

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  3. Sul blog Metilparaben (basta digitare metilparaben+roncone) compare un'altra intervista contestata del prestigioso giornalista.

    La Guzzanti è instabile e si vede lontano un miglio (più visibile solo la Bertè) ma Roncone non mi pare quello che possa alzare la flebile vocina a fare l'arrogantello duro e puro. Soprattutto quando intervisti al telefono persone che magari hanno i coglioni girati perché gli hanno fregato anche le mutande.

    Ah, il tipo non registra le interviste, quindi poi può trascrivere quel che vuole...se è professionalità questa...

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