domenica 10 aprile 2011

:-D


Fossi ancora iscritto a Radicali italiani, starei a mangiarmi il fegato. E invece seguo a debita distanza questo Comitato nazionale chiamato a declinare alla milanese il dogma romano, e rido.
A Roma – più esattamente in via di Torre Argentina – è articolo di fede che si possa (e si debba) fare differenza tra chiesa e gerarchia ecclesiastica, tra cattolici e Santa Sede, tra spiritualismo e religiosità. Ci credono davvero, pensano che l’emancipazione antropologica di questo paese rovinato dal cattolicesimo passi per l’emersione dello “scisma sommerso”, e non si avvedono che il più schifoso clericalismo è tutto in nuce già nella apparente purezza del messaggio evangelico, in quell’obbligo di amare il prossimo invece del farsi bastare il rispettarlo. Precipitando dall’iperuranio romano, qui a Milano l’idea è di poter far differenza tra don Luigi Giussani e Roberto Formigoni, tra una Comunione e liberazione nata come puro afflato sociale e poi – solo poi – diventata lobby avidissima.
Se a Roma il dogma sbatte il muso da decenni (almeno dal 1985), i cattolici milanesi, schifati dallo strapotere formigoniano, potrebbero (e dovrebbero) votare questi monaci scalzi, più giussianiani di Formigoni. Come se non fosse tutto già in Giussani il mandato ad annunciare Cristo come evento, meeting e coffee break. Non hanno letto Giussani, questo è tutto.

3 commenti:

  1. La religione non è una rapina

    E’ vero che il messaggio dei preti è spesso una loro arma, funzionale ai loro interessi: mi sono chiesto come mai, tra tante belle filosofie e spiritualità, soggetti di potere e presumibilmente colti e sensibili come i magistrati abbiano sentito l’impulso di aderire al “nebuloso misticismo mondano” di Giussani, la cui parola “spicca più per il suo essere costruita attorno al perseguimento di soldi e potere che per una grandezza teoretica o morale”.

    http://menici60d15.wordpress.com/2008/05/18/pubblicare-la-lista-dei-magistrati-di-cl/

    Parlando di CL non si dovrebbero trascurare le accuse di essere stata finanziata dalla CIA. Sicuramente si comporta come se lo fosse.

    Dei radicali, filoUSA quanto CL, non mi sono mai fidato, e trovo capziose le loro distinzioni, mutuate dai preti, chiesa/gerarchia, Cattolici/Vaticano, etc. Però, come dicevo qui qualche post fa su Capezzone e il Panopticon, non bisognerebbe rinunciare a concetti che hanno una loro validità, dei quali si impossessano, e lasciarli a loro che ne fanno un uso distorto, fino a capovolgerne il significato.

    Credo che sia necessario riconoscere che i preti non scrivono su una tabula rasa quando convincono i credenti, ma interagiscono con un sistema predisposto. In una rapina, c’è un soggetto attivo e uno passivo, ben distinti. Invece nelle truffe il truffato è spesso parte della truffa con la sua avidità e credulità. Non ci sarebbe traffico di droga se non si fossero nel cervello i recettori delle endorfine o il sistema dopaminergico, e sostanze capaci di legarsi opportunamente a tali entità biologiche. E’ a questo carattere di reciprocità, di legame tra criminale e vittima, con una sua affinità che può essere elevata, più che a una diabolica abilità di truffatori e drug lords, che le truffe e il traffico di droga devono il loro successo.

    Analogamente, credo che sulla religione occorra sia distinguere tra fonte, messaggio e ricevente; sia considerare la loro integrazione. Clero, messaggio religioso, e religiosità naturale o altri loci psicologici del pubblico sono soggetti diversi e interagenti. Una dissezione, qui abbozzata, della religione nelle sue componenti, aiuterebbe tra l’altro ad attribuire le giuste responsabilità ai vari attori, e a distinguere tra diritti e doveri. Per esempio, il clero sfrutta la mancata corretta distinzione chiedendo “libertà” religiosa e contemporaneamente opponendosi al reato di plagio da manipolazione religiosa. La sfera psicologica, forse con una base biologica, della religiosità naturale non può essere negata o conculcata; ma va protetta da manipolazioni e abusi, che possono raggiungere facilmente forme gravissime per l’individuo e la società.

    RispondiElimina
  2. Lei è solo un seminatore di odio contro i cristiani.
    (Io, invece, vorrei essere il suo braccio armato, la sua mano sinistra, il suo messaggero di morte, il suo angelo del fuoco, il suo arcangelo Gabriele).

    RispondiElimina
  3. Concordo, è troppo comodo riconoscere-accettare-rispettare-eccetera le fantasie più assurde che le religioni pretendono di raccontare come verità, e poi lamentarsi che se ne approfittano.

    RispondiElimina