lunedì 18 aprile 2011

Dopo un emozionante testa a testa...



Dopo un emozionante testa a testa con L’autodeterminazione del pisellino di Giuliano Ferrara (Il Foglio, 18.4.2011), al quale s’è tenuto appaiato fino a una spanna dal filo di lana, è Un’immagine da difendere di Antonio Polito (Corriere della Sera, 18.4.2011) a conquistare il Premio «Stronzo d’Oro».
“Non c’è nessuna buona ragione per deprecare anche l’Italia e la storia d’Italia al fine di condannare il suo premier pro tempore”, scrive Polito. Questo vibra dello stesso patriottismo di cui vibra più di un hooligan del Pdl sulle sghembe virtù transitive per le quali Berlusconi = Presidenza del Consiglio = Stato = Patria. Tutto meno grossolano in Polito, come è evidente in quel “pro tempore”.
Sono dettagli come questi a fare la differenza con uno di quei rozzi comunicati stampa coi quali Capezzone bolla come traditore della Patria chiunque si sia azzardato a non trovare divertente l’ultima barzelletta di Berlusconi: qui, in Polito, la prosa non è asservita a una consegna, ma sgorga libera e, se la barzelletta è brutta, è brutta. Anzi, si arriva al punto di concedere che, sì, “ci sono molte ragioni per deprecare Berlusconi”; e però affermare che Berlusconi smerda l’Italia non è bello, perché a non lamentarcene quando si va all’estero, e a non farne cenno alcuno con l’ospite forestiero, può darsi che la cosa non trapeli, resti inter nos. Puzza, senza dubbio. Ed è merda senza dubbio italiana. Ma Polito ci consiglia di fare i disinvolti. Così nessuno se ne accorge. E la Patria è salva.


4 commenti:

  1. Invidio la tua forza. Vorrei anch'io riuscire a leggere le stronzate dei due.

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  2. fantastico... c'è un sacco di gente che riesce a scoreggiare mentre tossisce o stropiccia i piedi... basta non farci caso! E' la soluzione definitiva al problema Berlusconi: lasciamolo fare, facciamo finta di nulla!

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  3. cosa posso dire che quel pisellino di giuliano ferrara che à tutti noi vuole far pasare che beluscone è del tutto innogente che vogliano far passare che veramente non la mai conocsiuta questa rub che loro pensono che tutti siamo csemi

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