Grande film. L'ho rivisto ieri sera. Mi ha fatto pensare a come verrebbe gestito il nucleare in Italia. Già, noi italiani siamo per cultura piuttosto pasticcioni. Se poi pensiamo alla nostra stampa appecoronata (generalizzo, eh!)... Te l'immagini, che so, un Bruno Vespa nel ruolo di Jane Fonda o Michael Douglas? :-)
Io non ho visto il film, so solo che l'idea di un nocciolo fuso che attraversa il mondo e risbuca in cina (per proseguire....nello spazio?) è di un'idiozia e illogicità davvero inarrivabili. Se tanto mi dà tanto, non deve essere proprio un documento da cui apprendere chissà quali lezioni sul nucleare.
@ Alessandro Idiozia e illogicità davvero inarrivabili? Si vede che non conosci gli "esperti" di Ferruccio Fazio!
15/3/2011 Ferruccio Fazio: "I miei esperti escludono che ci sia qualsiasi tipo di rischio in Italia per quello che sta avvenendo in Giappone, sia per quello che riguarda le nubi che per il pericolo di attraversamento della crosta terrestre" da parte del nucleo centrale.
Ma ovviamente l'ipotesi che il nocciolo fuso arrivi dall'altra parte del mondo era un'esagerazione dei tecnici che si occupavano di centrali nucleari, per far capire che il rischio era comunque molto serio. Il problema principale è che il nucleo fuso (l'uranio pesa più del piombo) sprofondando nel terreno va a incontrare una falda acquifera e provoca un'esplosione (non nucleare, di vapore) scagliando un'enorme mole di sostanze radioattive nell'ambiente, tipo chernobyl - anche se lì la causa della nube è stata la grafite usata come moderatore: il nucleo non è sprofondato. Il film è sicuramente attuale: nel mondo 400 centrali nucleari sono a rischio di esplosione in caso si verifichino contemporaneamente queste due condizioni: 1. caduta della linea che collega la centrale alla rete (blackout) 2. mancato funzionamento dei gruppi elettrogeni diesel che alimentano le pompe di raffreddamento di emergenza.
Se teniamo presente che le suddette pompe DEVONO funzionare per 2 settimane o anche un mese ininterrottamente, prima che il reattore disconnesso dalla rete sia abbastanza freddo da essere fuori pericolo, si capisce che il rischio non è tanto remoto, soprattutto se, in caso di penuria di energia elettrica, i blackout dovessero diventare frequenti.
Sto appunto rivedendo il film.
RispondiEliminaGrande film. L'ho rivisto ieri sera.
RispondiEliminaMi ha fatto pensare a come verrebbe gestito il nucleare in Italia. Già, noi italiani siamo per cultura piuttosto pasticcioni. Se poi pensiamo alla nostra stampa appecoronata (generalizzo, eh!)...
Te l'immagini, che so, un Bruno Vespa nel ruolo di Jane Fonda o Michael Douglas? :-)
Io non ho visto il film, so solo che l'idea di un nocciolo fuso che attraversa il mondo e risbuca in cina (per proseguire....nello spazio?) è di un'idiozia e illogicità davvero inarrivabili. Se tanto mi dà tanto, non deve essere proprio un documento da cui apprendere chissà quali lezioni sul nucleare.
RispondiElimina@ Alessandro
RispondiEliminaIdiozia e illogicità davvero inarrivabili? Si vede che non conosci gli "esperti" di Ferruccio Fazio!
15/3/2011 Ferruccio Fazio: "I miei esperti escludono che ci sia qualsiasi tipo di rischio in Italia per quello che sta avvenendo in Giappone, sia per quello che riguarda le nubi che per il pericolo di attraversamento della crosta terrestre" da parte del nucleo centrale.
Ma ovviamente l'ipotesi che il nocciolo fuso arrivi dall'altra parte del mondo era un'esagerazione dei tecnici che si occupavano di centrali nucleari, per far capire che il rischio era comunque molto serio. Il problema principale è che il nucleo fuso (l'uranio pesa più del piombo) sprofondando nel terreno va a incontrare una falda acquifera e provoca un'esplosione (non nucleare, di vapore) scagliando un'enorme mole di sostanze radioattive nell'ambiente, tipo chernobyl - anche se lì la causa della nube è stata la grafite usata come moderatore: il nucleo non è sprofondato.
RispondiEliminaIl film è sicuramente attuale: nel mondo 400 centrali nucleari sono a rischio di esplosione in caso si verifichino contemporaneamente queste due condizioni:
1. caduta della linea che collega la centrale alla rete (blackout)
2. mancato funzionamento dei gruppi elettrogeni diesel che alimentano le pompe di raffreddamento di emergenza.
Se teniamo presente che le suddette pompe DEVONO funzionare per 2 settimane o anche un mese ininterrottamente, prima che il reattore disconnesso dalla rete sia abbastanza freddo da essere fuori pericolo, si capisce che il rischio non è tanto remoto, soprattutto se, in caso di penuria di energia elettrica, i blackout dovessero diventare frequenti.
Grande post, Malvino: in due righe hai concentrato quello che c'è da dire sulla Pasqua.
RispondiEliminasaluti, v.