Zuccheri nel sangue sempre più alti, Giuliano Ferrara cerca di conquistare il pubblico televisivo di Raiuno alla polemica che egli stesso ha sollevato su uno scritto di Alberto Asor Rosa nel quale ha letto un’istigazione al colpo di stato. Restando per un attimo ai margini della questione, c’è da chiedersi: a un telespettatore che abbia appena finito di seguire il suo tg preferito, che poi sarebbe quello di Augusto Minzolini, e voglia proseguire la serata su Raiuno per il telefilm del lunedì o per quello del martedì, per la partita di pallone del mercoledì o per Un medico in famiglia del giovedì, eventualmente per lo show di Dj Francesco & Belen di stasera, perché non ritiene che altrove ci sia di meglio – a un telespettatore con questo profilo – quanto potrà interessare questa roba?
Senza dubbio si tratta di questione interessantissima, perché parliamo di un’antica controversia, filosofica prim’ancora che politica: se il potere spetti interamente al popolo o se vi sia una superiore istanza che possa sottrargliene una parte in vista di un bene che non sia considerato tale dalla sua maggioranza. Su un’altra rete, a un altro orario, forse, ma è il caso di discuterne tra un servizio su un concorso di bellezza per gatti e una partita di Champions League? È ormai noto che alla sigla di testa di Qui Radio Londra ci sia un crollo dello share, che poi risale solo sulla sigla di coda: con quale glicemia ci si può azzardare a ritenere che tale voragine possa essere colmata con cinque minuti scarsi di meditazione su democrazia e diritto, su rappresentanza e costituzione, anche se trasposta nel gustoso siparietto di un ciccione coi denti gialli che molesta un vecchietto dai baffoni tristi? Più bestiale della mostra felina, meno avvincente delle mazzate tra opposte tifoserie. Forse davvero serve solo a favorire la concorrenza delle reti Mediaset.
Venendo al merito: la peggiore dittatura non era proprio quella della maggioranza? Ci era sembrato di capire che Giuliano Ferrara lo pensasse, e che a modo suo teorizzasse una istanza superiore al volere dei più, che lasciati liberi di decidere su tutto sarebbero capaci di promuovere ogni capriccio in diritto, solo in forza del loro numero: un Dio che non esiste, ma che sarebbe comunque necessario, non era fino all’altrieri al centro dei suoi argomenti contro il 67,4% degli italiani in favore dell’eutanasia? Abbiamo capito male, probabilmente.
Se abbiamo capito bene, invece, la maggioranza è sacra solo in alcune occasioni e una di queste è quando nelle urne sceglie Silvio Berlusconi. In realtà, non è stata neppure la maggioranza degli italiani a sceglierlo: Pdl e Lega trovano in Parlamento una maggioranza che non hanno nel paese grazie a una legge elettorale definita “porcata” proprio da chi l’ha scritta. È questa maggioranza che stavolta sarebbe sacra, per Giuliano Ferrara, e contro ogni superiore istanza costituzionale: basterebbe questa maggioranza a poter liberamente dare traduzione materiale ai principi formalmente espressi dalla Costituzione scritta, sicché “in nome del popolo italiano” andrebbe letto “Berlusconi fa un po’ il cazzo che gli pare perché ha vinto le elezioni nel 2008”. Istanza superiore? Stavolta, zero.
Tutto è troppo complicato per la nostra logica, conviene cambiare canale anche a noi. Non prima di esserci arresi dinanzi a un’altra contraddizione, che probabilmente però è solo apparente anche in questo caso: non più di due o tre anni fa, sulle pagine de Il Foglio, Filippo Facci bacchettava Giuliano Ferrara per il suo uso dell’indicativo al posto del congiuntivo («Penso che quella è stata ed è una guerra giusta [...] penso che la guerra americana non ha decretato il terrorismo»), subito riavendone una randellata; seconda randellata di Ferrara a Facci, stavolta ad Ottoemezzo, un anno dopo, sempre in difesa dell’indicativo contro il congiuntivo; oggi, con lo stesso randello, Ferrara mena Asor Rosa, colpevole di aver scritto “instaura” invece di “instauri”. Povera logica nostra, via, scappa da Raiuno.