“Silvio ko” (Il Riformista, 17.5.2001)
“Oggi siamo al termine di un’agonia
politica” (Il Fatto Quotidiano, 17.5.2001)
“La favola è finita. Il berlusconismo come
narrazione epica e proiezione carismatica
cade sotto i colpi della nuda verità.
Non c’è più spazio per la menzogna sistematica,
la propaganda populistica, la manipolazione
mediatica” (la Repubblica, 17.5.2001)
A chi ieri notte sia andato a dormire tutto contento, stamane si sia svegliato ancora con un ottimo umore, abbia passato la giornata nella piacevole sensazione che adesso il centrodestra sia alle corde, il governo stia per cadere, Silvio Berlusconi abbia pronte le valige per Antigua – con la massima delicatezza – vorrei dire: non è così.
Anche se il centrodestra perdesse Milano e Napoli, e non è poi così certo – anche se così fosse ulteriormente evidenziata la valenza politica di quelle che in fondo erano elezioni amministrative, ma Silvio Berlusconi ha voluto trasformare in voto di fiducia al suo esecutivo, e in referendum sulla sua persona – anche se insomma tutto dovrebbe essere proprio così come sembra, non lo è.
Innanzitutto, dobbiamo considerare che Silvio Berlusconi può negare di aver mai voluto dare valenza politica a queste elezioni amministrative o al massimo può concedere di averlo fatto per mera enfasi. Tutto lo smentirebbe, ma chi se ne fotte, hai voglia a rinfacciargli certe sue inequivocabili affermazioni di appena una settimana fa: lo hai frainteso, probabilmente hai voluto fraintenderlo, il voto del 15 e 16 maggio non era un test di governo.
Innanzitutto, dobbiamo considerare che Silvio Berlusconi può negare di aver mai voluto dare valenza politica a queste elezioni amministrative o al massimo può concedere di averlo fatto per mera enfasi. Tutto lo smentirebbe, ma chi se ne fotte, hai voglia a rinfacciargli certe sue inequivocabili affermazioni di appena una settimana fa: lo hai frainteso, probabilmente hai voluto fraintenderlo, il voto del 15 e 16 maggio non era un test di governo.
Ti sembra di impazzire perché così è fatto un bozzo alla logica piana, e la realtà dei fatti ti pare stuprata, la regola dell’impegno sulla parola ti vacilla davanti sospesa nel niente, e però ti freghi: lui è Silvio Berlusconi e tiene a libro-paga il fior fior di intelligenze che ti dimostreranno quanto sei sciocchino e debole di nervi.
Ma facciamo finta – dicevamo – che il centrodestra perda Napoli e Milano. Ammettiamo che un quid porti a elezioni politiche anticipate. Con la vigente legge elettorale. E ammettiamo che il consenso raccolto da Pdl e Lega venga anche solo confermato, o perfino un po’ rimaneggiato. Numeri alla mano, il Senato va senza dubbio al centrodestra e la Camera, forse, pure.
Più forte sarebbe solo un’alleanza molto problematica. Già Fini, Casini e Rutelli si tengono insieme non si capisce bene come, e al Pd non basta il terzo polo per avere la maggioranza: come tenerli insieme a Di Pietro e/o a Vendola e/o a Grillo? Quanto durerebbe un governo Bersani? E quanto un governo Montezemolo?
Lasciamo un eventuale governo Napolitano nel suo iperuranio, perché ogni arco costituente che volesse emarginare Pdl e Lega sarebbe la cornice migliore una guerra civile, e diciamo che fino a quando la Lega non azzoppa il governo Berlusconi non si smuove niente, e non lo azzoppa neanche se Letizia Moratti perde il Comune di Milano, neanche se questo dovesse significare perdere un poco di consenso. Sennò la secessione? Per come si è ridotta, può cominciare a sentirsi costola della sinistra?
Ma facciamo finta – dicevamo – che il centrodestra perda Napoli e Milano. Ammettiamo che un quid porti a elezioni politiche anticipate. Con la vigente legge elettorale. E ammettiamo che il consenso raccolto da Pdl e Lega venga anche solo confermato, o perfino un po’ rimaneggiato. Numeri alla mano, il Senato va senza dubbio al centrodestra e la Camera, forse, pure.
Più forte sarebbe solo un’alleanza molto problematica. Già Fini, Casini e Rutelli si tengono insieme non si capisce bene come, e al Pd non basta il terzo polo per avere la maggioranza: come tenerli insieme a Di Pietro e/o a Vendola e/o a Grillo? Quanto durerebbe un governo Bersani? E quanto un governo Montezemolo?
Lasciamo un eventuale governo Napolitano nel suo iperuranio, perché ogni arco costituente che volesse emarginare Pdl e Lega sarebbe la cornice migliore una guerra civile, e diciamo che fino a quando la Lega non azzoppa il governo Berlusconi non si smuove niente, e non lo azzoppa neanche se Letizia Moratti perde il Comune di Milano, neanche se questo dovesse significare perdere un poco di consenso. Sennò la secessione? Per come si è ridotta, può cominciare a sentirsi costola della sinistra?
Silvio non è ko. Non è affatto al termine della sua agonia. La nuda verità dà un colpo al berlusconismo come narrazione epica e proiezione carismatica, può darsi, ma quella è roba che ha la consistenza della gomma cade, e la nuda verità vi rimbalza. Non c’è più spazio per la menzogna sistematica, la propaganda populistica, la manipolazione mediatica? Con la massima delicatezza: dovrebbe essere proprio così, non lo è.