Si prenda un monologo del don Alfio di Verdone, però lungo almeno il triplo, e lo si infarcisca di citazioni, di molte citazioni, diciamo due dozzine, nella misura di due quinti dalle Sacre Scritture e il resto dai Meridiani della Mondadori, qui un richiamo etimologico, lì un’ardita associazione: si otterrà il tipico “paginone alla Ravasi”. Per quanto al solito è zotica e incolta la gran parte del clero cattolico, e anche ai piani alti, Ravasi è giustamente sopravvalutato, ma chi l’ha mai sorpreso a esprimere un’idea tutta sua? Ogni pezzo di Ravasi è un patchwork di chiose sotto il quale mettere a nanna delle banalità, non senza averle ubriacate di una prolissità snervante.
Avreste dovuto leggerlo, oggi, su Avvenire: “Come si ha la generazione ad eterno nel mistero dell’intimità divina, così si ha una maternità divina e una generazione nella storia. È su questa scia che la generazione umana diventa un grande paradigma che certamente determina la sequenza genealogica dell’umanità, ma che ospita al suo interno un’ulteriore presenza, come potremo vedere seguendo proprio il percorso generazionale biblico. A livello umano si potrebbe a lungo riflettere sul valore di questa esperienza radicale. Basterebbe solo pensare all’anello genealogico che unisce Padri e figli già nel titolo del celebre romanzo che lo scrittore russo Ivan S. Turgenev pubblicò nel 1862, innestandovi tutta la complessità e persino la drammaticità di una simile relazione che non è meramente genetica e biologica, ma anche culturale, sociale e psicologica”.
Aveva attaccato con la genealogia di Gesù che apre il Vangelo di Matteo, continuerà con Padre padrone di Gavino Ledda, “trasformato in un efficace e intenso film dai Fratelli Taviani nel 1977”, per andar poi al Salmo 78, sfarfallando come non riuscirebbe neanche a un preside di liceo che voglia far colpo sulla ballerina di lap dance. Di questa interessante mutazione di don Alfio si mormora che potrebbe essere il prossimo papa, e io già immagino che udienze, che angelus, che omelie. Già immagino l’invocazione che si leverà dalla folla in Piazza San Pietro.