mercoledì 18 maggio 2011

Segnalazione

Una misura di quanto siano bui i nostri tempi è data da quel misto di stupore e compassione che tocca a chi non ama autopromuoversi, per amor di galateo, o proprio non ne è capace, e preferisce evitare. L’autorevolezza è tanto ambita, oggi, che non ci si fa mai troppo scrupolo nell’assumerne assai più di quanto si sia in grado di reggerne, con effetti anche tragicomici; poi ci sono, invece, questi tizi un po’ strani, molto schivi, che, va’ a capire se per eleganza o per timidezza, fanno fatica anche ad accennare un io. Si può anche sospettare che l’eccesso di modestia sia tutto tattico, ma comunque non ne traggono molto e dal buio dei nostri tempi continuano a emergere quasi solo narcisisti e sbruffoni, che si suonano la marcia trionfale da soli. Misteri viventi, diresti tra Bartleby e Oblomov.
Insomma, era per dire che questi tizi non dovremmo perderceli, dovremmo dar loro l’attenzione che non chiedono, sarebbe il caso che passasse voce quando danno un segno, per quanto discreto. Perciò segnalo che Massimo Bordin tiene da qualche tempo una rubrica quotidiana sul nuovo Riformista di Emanuele Macaluso, ma ne ha fatto solo un vago e rapido cenno, alcuni giorni fa, nel corso della sua rassegna stampa su Radio Radicale, e come a scusarsi di avere la zip dei pantaloni inceppata: il suo Tra le righe vale il prezzo dell’intero giornale. Senza gli Angelucci e Polito era già diventato ricomprabile, adesso viene proprio voglia.


2 commenti:

  1. Bordin è una brava persona; la sua rassegna stampa mi rende migliore la mattinata. In un paese dove fosse premiato veramente il merito, dovrebbe andare su RadioRai al posto di certe trasmissioni insulse che vanno avanti, incomprensibilmente, da anni e anni... Così non è, purtroppo.

    Berto

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  2. Grazie, ottima segnalazione.
    Ne approfitto per ricordare che già qualche settimana fa, Bordin aveva ripreso a scrivere sui giornali - sempre sul Riformista, e la rassegna stampa della Camera sostiene che non scrivesse nulla da novembre 2011, e prima ancora dall'ottobre 2010 -, e che in quell'occasione avesse licenziato un pezzo su Ingroia da incorniciare (per quanto poi, nel prosieguo del processo e della requisitoria, in piccola misura smentito dai fatti; fatti che lo stesso Bordin non mancò di segnalare, su Radio Radicale).

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