venerdì 10 luglio 2015

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E dunque le condizioni che la Grecia si appresta ad accettare per evitare il default e rimanere in Europa sarebbero uguali, se non peggiori, rispetto a quelle che Tsipras intendeva rifiutare in forza dell’esito del referendum da lui voluto. Sfiora il sospetto che quel referendum non servisse a ciò che si diceva dovesse servire?
Parlo a quei due o tre che mi hanno rimproverato di aver scritto che lo strumento referendario è quasi sempre inutile o dannoso, sennò inutile e dannoso. Ecco qui un ottimo esempio ad illustrare il paradigma: la democrazia diretta è detta così perché c’è sempre qualcuno a dirigerla, e quasi sempre in culo a chi ci crede. 

15 commenti:

  1. Le condizioni non sono affatto peggiori. Il referendum aveva una ben precisa utiiità politica, per leggittimare le scelte di Tspiras.

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    1. le condizioni potranno non essere peggiori, ma non sono affatto migliori.
      il referendum era formalmente sull'accettare o meno queste condizioni, e tsipras si é schierato per il no, salvo poi andare ad accettarle nonostante la vittoria.
      qualunque fosse l'utilitá politica, non era presente nel formulato del quesito referendario, e non era in ogni caso una richiesta di carta bianca sulla decisione tra accettare e non accettare le condizioni.

      detto questo mi pare che le osservazioni di malvino rimangano valide

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    2. Se il referendum serviva per legittimare le scelte di Tsipras, avrebbero dovuto fare un referendum del tipo: "Vi fidate qualsiasi cosa decida Tsipras? SI / NO".
      Invece così hanno soltanto dimostrato a tutti (soprattutto ai creditori che ora devono decidere) che il popolo greco si oppone radicalmente a riforme di austerità.
      E i creditori, quindi, adesso, non si fidano più che Tsipras possa mettere in atto il suo nuovo piano (che è sempre di austerità).
      BIZIO

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  2. http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/07/10/proposte-greche-e-falsari-nostrani/

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    1. Ebbè, sì, a Gilioli bisogna rispondere punto per punto. Ma adesso ho il bimbo da portare al mare, se ne riparla tra lunedì e martedì.

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    2. attento perché quel simpatico bischeraccio minaccia: "se sento ancora qualcuno dire che il referendum di domenica non è servito a niente, metto le mani alla pistola"

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  3. http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-07-10/grexit-veleno-luoghi-comuni-071541.shtml?uuid=AChpSEP&fromSearch#

    Suggerirei questo illuminante articolo di Adriana Cerretelli, che merita di essere letta ( e anche ascoltata: capita spesso, di pomeriggio, a Radio 24).
    S'intende, a mio umilissimo avviso.

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    1. Sono sostanzialmente d’accordo con questo articolo che segnali. Dove non sono d’accordo, soprattutto, è laddove si dice che Tsipras è “un leader di estrema sinistra”. Si tratta di due falsi in uno. Il primo falso, che contiene conseguentemente anche l’altro, riguarda la patente di “sinistra”. La sinistra in europa è morta, pertanto Tsipras non può essere accreditato come un leader sinistra, e dunque tantomeno di estrema sinistra (qualunque cosa voglia dire). Tuttavia posso comprendere che per il giornale della Confidustria qualunque cosa si muova oltre il ristretto orizzonte del neoliberismo appaia come qualcosa di “sinistro”.

      Su un altro punto dissento, e cioè laddove ci si chiede: “Perché nessuna grazia alla Grecia, a dispetto dei cattivi e disinibiti maestri?”. Si chiede di eliminare le pensioni baby, di far pagare le tasse a chi non le ha mai pagate per legge, oltre a chi non le paga per scelta personale, di aumentare l’Iva a livelli europei, e cose di questo genere. Serviva un referendum o bastava un po’ di buon senso? In definitiva la Grecia chiede soldi nostri, di tutti. E sappiamo bene che non potrà restituirli. Dopo di che possiamo discutere sul fatto che si doveva ridefinire l’ammontare del debito, quindi sull’oligarchia finanziaria che infesta il pianeta e simili. Ma dapprima avanti con la decenza.

      Quanto alle farneticazioni di Gilioli, e sempre per riferirci a quanto riporta il giornale di Squinzi, ebbene si leggano le presunte differenze tra le proposte della Ue e quelle che ora ha accettato Tsipras:

      http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-07-11/grecia-ue-piani-confronto-debito-151115.shtml?uuid=ACf0syP&nmll=2707#navigation

      Chiedo scusa al padrone di casa per la logorrea, ma quando ce vo’ …

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    2. letto. Il succo dell' articolo mi sembra che sia: siccome neanche la Germania è perfetta ( chissà perché l' Italia non viene citata...) dobbiamo prestare 80 miliardi alla Grecia non chiedendoci nemmeno se sarà in grado di restituirli. Chissà come Malvino classificherebbe questo tipo di sillogismo..

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    3. Malvino è ai bagni di mare, con il bimbo, se li goda questi momenti unici e indimenticabi che danno senso alla vita, lasciamolo in pace, le stronzate ce le sbrighiamo tra noi

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  4. Quel che ho scritto anche a Gilioli, riassunto: le condizioni proposte sono _diverse_, migliori per alcuni versi, peggiori per altre. Il punto è che non sono, per così dire, meno troikose, che era lo scopo dichiarato del referendum.
    Che a mio avviso, è stata solo una legittimazione a fare quel cazzo che gli pareva. Un po' come Renzi alle europee, con la differenza che almeno il toscano non ha indetto lui la consultazione.

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  5. ""La testa è giù. I piedi e le gambe su. Sulla faccia acqua a getto continuo. Il ‘prigioniero’ è convinto di annegare. Non ha dubbi né alternative. Quindi si gioca l’ultima carta possibile (secondo lui): dire quello che sa. In una parola: cedere. Si chiama Waterboarding, la tortura dell’acqua. Ed è la tecnica di interrogatorio della Cia, che consiste nel simulare l’affogamento con pratiche piuttosto brutali, allo scopo di intimidire la vittima ed estorcergli informazioni. Ed è la stessa procedura che, secondo una fonte diplomatica europea, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande e il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, hanno usato nell’incontro privato avuto in giornata con il premier greco Alexis Tsipras. In questo caso, però, si tratta di Waterboarding mentale: i tre avrebbero intimato al leader di Syriza di fare le riforme o di rassegnarsi a vedere il suo Paese fuori dall’euro e le sue banche collassare. L’indiscrezione è stata riferita dal responsabile Europa della redazione del Guardian, Ian Traynor. “ “Una immagine sgradevole – si legge sul quotidiano – che evidenzia quanto siamo caduti lontano dagli standard europei di solidarietà e unità”.

    Emblematico il titolo di prima pagina scelto dal quotidiano inglese: “L’Europa si vendica di Tsipras”. Il prezzo del salvataggio, si legge nel catenaccio, sono misure “draconiane” di austerity. “A che gioco sta giocando la Germania?”, si chiede invece in prima il francese Liberation sullo sfondo di una foto di Angela Merkel. Mentre il Financial Times titola: “Incerto il futuro della Grecia nell’Eurozona”.
    Il F.Q. 12 luglio 2015.

    "L'Europa si vendica di Tsipras".
    Il punto è questo, lo sappiamo tutti, inutile girarci attorno.
    E quella che sembra una trattativa economico-finanziaria è in realtà una guerra.
    Una guerra vera per abbattere il 'diverso': una guerra vile, sporca, feroce e allo stesso tempo un avvertimento brutale a tutti gli altri perché imparino bene la lezione e non si permettano quello che Tsipras si è permesso.

    Del resto l'hanno chiesto apertamente: via Tsipras, avanti un governo tecnico e tutto filerebbe liscio come l'olio.
    Noi ne sappiamo qualcosa: il golpe del 2011 e l'avvento del dottor Morte erano, 'giustappunto',quanto ci chiedeva l'Europa. Noi siamo certamente più bravi di Tsipras.

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    1. Lei dimentica sempre il dettaglio dell'autodeterminazione coi soldi degli altri. Ora scendo al bar con due colleghi, democraticamente abbiamo deciso che offre lei. Le passo l'IBAN?

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    2. Posso rendere la descrizione più particolareggiata e quindi terrificante? "La testa è giù. I piedi e le gambe su. Sulla faccia, miliardi di euro a getto continuo. Il ‘prigioniero’ trova che la tortura non sia poi così male, e appena gli torna il respiro procede a qualche migliaio di assunzioni clientelari e concessioni di baby pensioni"

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  6. Tsipras e comparucci si sono mostrati del tutto incompetenti ed anzi decisamente cialtroncelli, per il modo dilettantesco in cui hanno condotto le trattative per 5 lunghi mesi, senza approfittare, già a febbraio 2015, di una congiuntura economica greca migliore dell'attuale e della presenza, in quel momento, di liquidità.

    Ma a parte questo, la vera questione è che la presunta diversità di Tsipras non esiste. Perché uno che, mentre fa campagna referendaria per il no, già annuncia che, in caso di vittoria di quest'ultimo, entro le successive 48 ore si sarebbe raggiunto un accordo purchessia, svuota e depotenzia a monte qualsiasi mandato popolare di rifiutare condizioni iugulatorie. Come invece poi puntualmente avvenuto. Tant'è che, talmente assurde e sconclusionate sono apparse tattica e strategia del piccolo opportunista ellenico nella vicenda, vien forte il sospetto che egli si sia prestato ad un bel gioco delle parti. Compresa l'ultima scena della minaccia della c.d. Grexit brandita dalla Germania. Come se quest'ultima potesse alzare il capino davanti al diktat di Obama di non farsi scappare la Grecia dall'area euro-occidentale.

    Del resto, questa è la conseguenza delle favolette propalate da chi ha spacciato alla popolazione greca la fola per cui l'euro sia compatibile con l'abbandono dell'austerità e della dissennata politica monetarista dell'UE (combinata all'adorazione del feticcio del "3%"). E qui s'innesta la questione della "democrazia" e del referendum. La maggior parte della popolazione greca era ed è probabilmente contraria ad un'uscita della Grecia dall'eurozona. Ma poiché tale uscita sarebbe stata (e sarebbe) l'unico, come detto, mezzo utile allo scopo della ripresa economica prefissosi da Tsipras, essa avrebbe dovuto essere attuata "dall'alto" e senza rimetterla alla pretesa volontà generale. Beninteso, andava prima spiegata la necessità di questa decisione al "popolo"; andava senz'altro preparata, d'altro lato, in maniera concordata, per quanto possibile, con l'UE. Ma poi andava attuata, senza preavviso, e con controlli di capitali, ma senza far arrivare la popolazione allo stremo.

    Emilio

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