venerdì 2 dicembre 2011

Eminenza, io tifo per lei



Una volta scrive che l’ha presa “da uno dei racconti del suo libro La caduta” (Avvenire, 29.8.2002) e un’altra che l’ha “tratta dal romanzo La caduta” (Parola & parole, 2.12.2011). Passi che La caduta non sia né una raccolta di racconti, né un romanzo, ma Sua Eminenza ha poi letto il récit di Albert Camus? E come l’ha letto? La citazione che piglia a occasione per le sue due riflessioni sul martirio, che poi sono l’una la scopiazzatura dell’altra, è riportata in entrambi i casi come segue: “Martiri, amici miei, dovete scegliere fra essere dimenticati, scherniti o ridotti a strumenti. Quanto a essere capiti: questo mai”. Il fatto è Albert Camus scrive:


“Mariti”, non “martiri”: lei cita a cazzo di cane, Eminenza. Dovesse diventare papa,  c’è da divertirsi. Io tifo per lei.


[...]


Chiedo scusa, Eminenza, ho dato affidamento a una versione infedele (Bompiani, 2000), stavolta ha ragione lei: Les martyrs, cher ami, doivent choisir d’être oubliés, raillés ou utilisés. Quant à être compris, jamais. 
 

14 commenti:

  1. Maremma Maiala... Questo prelato che mi ha sempre impressionato per la sua enorme cultura forse ha imparato tante cose grazie ad uno di quei corsi per leggere 100 pagine in mezz'ora oppure con "memoria facile" etc.

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  2. Allora Bompiani traduce a cazzo di cane.

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  3. Onore a Malvino: dopo la presa d'atto della smarronata, altri avrebbero rimosso il post, lui invece si espone al pubblico ludibrio. Se non è martirio questo...

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  4. Io non vedo l'errore: "martiri" è sinonimo di "mariti"!

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  5. “Da uno dei racconti del suo libro La caduta” e “tratta dal romanzo La caduta” mi hanno sviato: ho pensato che Sua Eminenza citasse di seconda mano un brano estrapolato da un contesto dov'è chiaro che si parla di mariti. L'edizione italiana delle opere di Albert Camus che posseggo riportava in quel punto proprio "mariti" anziché "martiri" e ho postato d'istinto, senza andare a controllare prima l'originale dell'edizione Gallimard. Tranne che scusarmi coi lettori e con Sua Eminenza, ripromettermi di non comprare mai più un libro della Bompiani e stare in punizione per qualche giorno senza postare, non so che altro fare.

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  6. Buona regola sarebbe quella di non correggere le altrui letture di seconda mano con altrettante letture a spizzichi e bocconi: essere sicuri, insomma, di saperne abbastanza prima di scovar magagne. Ma non vorrei infierire.

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  7. @ urzidil
    Macché, faccia pure. Mi accusi pure di non aver letto Camus in francese, Dostoevski in russo e Khayyam in arabo, le do ragione.

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  8. In un mondo adulto si sbaglia da professionisti.

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  9. @ urzidil

    in un suo post, nel suo blog, lei scrive:
    il temutissimo spettro marxiano della caduta tendenziale del saggio di profitto: dal momento che il modello organizzativo dell'industria tende ad aumentare sempre più la quota del capitale fisso (tecnologia e impianti) e a ridurre quella del capitale variabile (lavoro), allora il profitto, che si ricava solo dal pluslavoro e quindi dal capitale variabile, tenderebbe a diminuire strutturalmente, portando al collasso del sistema.

    ebbene, confondere capitale fisso e capitale costante, è errore da matita blu, da sottolineare fino a lacerare la pagina. come dovrebbe sapere, il capitale fisso fa parte del capitale costante, ma questo e qualcosa di più: dal punto di vista del valore, il valore dei mezzi di produzione e, dal punto di vista materiale, l'insieme dei mezzi di produzione, comprese materie prime, materie ausiliarie, ecc..

    pertanto, se la caduta tendenziale del saggio medio del profitto (III libro, III sez., cap. 13°) fosse data dal rapporto tra plusvalore e capitale fisso, si esprimerebbe in saggi molto differenti da quelli illustrati nella legge marxiana

    altra cosa: dire il modello organizzativo dell'industria tende ad aumentare sempre più la quota del capitale fisso, è affermare qualcosa di molto approssimativo, non grave comunque come scrivere che " il profitto che si ricava solo dal pluslavoro".

    è evidente che lei non ha mai preso contatto, DI PRIMA MANO, con le opere marxiane

    come vede, caro fustigatore poliglotta, può capitare a chiunque (a me ogni giorno) un infortunio e va dato merito a Malvino di non averlo nascosto

    quanto a Luigi, è bene che non la tiri lunga con sta quaresima e si metta a scrivere qualcosa d'interessante da leggere che in giro c'è poco niente

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  10. Beh, la ragione per cui mi sono permesso di farle la morale è che, ad aver letto la Caduta o ad averne semplicemente presente il tema, sarebbe stato un po' difficile pensare che il passo potesse davvero parlare di mariti. Per carità, non credo che sia una lettura obbligatoria, ammesso che ve ne siano, ma resta il dato generale che la pericolosità di un refuso è tanto maggiore quanto più lo si legga fuori contesto, ed era proprio tale genere di letture che lei supponeva nel buon Ravasi.

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  11. @ urzidil
    Io non avrò letto La caduta in francese, ma lei non l'ha letta nemmeno in italiano: il passo in questione è in coda a un capoverso che parla proprio di mariti, eccome! "Uno crede di morire per punire la moglie, e le ridà la libertà!, ecc.". Oltre a ciò che le ha detto Olympe de Gouges qui sopra, si prenda il mio vaffanculo.

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  12. credo che i lapus non vengano mai a caso meditate gente meditate

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