lunedì 16 gennaio 2017

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Viene da princeps, che a sua volta viene da primus, quindi è naturale che il principio (ogni principio) inclini a dare uno spiccato tratto imperativo a quanto ci precetta, con ciò esigendo da noi quellobbedienza assoluta che non di rado implicherebbe il disattenderne un altro, dando così luogo a un conflitto che può trovare soluzione solo in un bilanciamento tra i due, che però di fatto li sacrifica entrambi, perché un principio (ogni principio) viene sempre a essere mortificato dal compromesso, e tuttavia (si pensi al conflitto tra principio di piacere e principio di realtà) è proprio grazie ad accomodamenti del genere che si riesce a 

Eviterei di scomodare i massimi sistemi, limitandomi a far presente al titolare del Ministero dello sviluppo economico che il richiamo al principio di riservatezza per opporsi a che siano resi noti i nomi degli insolventi che hanno portato al crac il Monte dei Paschi di Siena, al quale si è posto rimedio con una ventina di miliardi presi dalle tasche dei contribuenti (a quei quattro sfessati del M5S, che ne chiedono diciassette per il reddito di cittadinanza, si è soliti rispondere che è una proposta campata in aria, perché è impossibile trovare la copertura), confligge un pochetto col principio della trasparenza nell’impiego delle risorse pubbliche: perché chi si addossa l’onere di colmare una voragine non avrebbe diritto di sapere chi lha scavata? A scavarla sarebbe stato chi ha concesso i prestiti, non chi li ha avuti e non li ha restituiti, così argomenta il signor ministro, e senza dubbio questo è vero, ma giacché è altrettanto vero che il denaro non veniva prestato a tutti (a quanti poveri cristi sarà stato negato un mutuo per la prima casa o per risistemare la bottega?) che male c’è a cercare di farsi un’idea su quale tipo di clientela riuscisse invece a farselo prestare, e come, e perché? Se la colpa è di chi concedeva il prestito, non ha alcuna importanza sapere perché lo ha concesso a Caio, e a Tizio no? Pare evidente che sia stato prestato denaro, e tanto, a chi non avesse modo di poter offrire congrue garanzie di solvibilità: perché non deve esser dato sapere di quali strumenti potesse essere in possesso per renderle superflue al momento della richiesta? 

14 commenti:

  1. Perché sono degli amici, diamine. Non si tradiscono gli amici.

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  2. Secondo lei Malvino potrebbe centrare il fatto che fra i debitori importanti ci sarebbe, secondo fonti poco rispettose del diritto alla privacy, un tizio che ha la tessera numero 1 del partito di cui il signor Ministro farebbe parte?
    No, sicuramente sono io che sono troppo malizioso ...

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  3. Secondo me il problema è molto mal posto, perché la colpa non è di chi non ha ripagato i debiti con la banca ma del governo Gentiloni, che ha scelto di fare quel che non doveva fare: salvare Mps con soldi pubblici. Non l'avesse fatto, com'era giusto e razionale, la questione non ci avrebbe serenamente riguardato: solita storia di dito e luna. Detto questo però, eviterei di dare corda alle fesserie cosmiche dei diversamente abili grullini: abbiamo tirato fuori 20 mld per Mps, e sono 20 mld di deficit che è quella cosa che ci rovina da anni e per la quale ora, giustamente, la Commissione Ue potrebbe finalmente decidersi a farci il culo. Ma sono pur sempre 20 mld una tantum. I grullini non capiscono che invece 17 mld per il reddito di cittadinanza sarebbero strutturali, all'anno. La maestra di matematica, pur abituata ai bambini con ritardi cognitivi, muore di crepacuore, buon'ultima, dopo quelle di italiano, geografia, storia ecc... Palazzo Chigi, invece, aspetta festante. E' il destino del Paese

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    1. i 17 miliardi non sarebbero per forza di cose strutturali. Per esempio, se aumentasse l'occupazione diminuirebbero i beneficiari dell' assegno di reddito minimo (è questa la dicitura più appropriata per la proposta del M5S). D'altronde, la semplice erogazione di tale cifra ai meno abbienti del paese avrebbe, di per sé, un effetto moltiplicativo (nel senso del moltiplicatore keynesiano) abbastanza rilevante. Certamente molto maggiore, ad esempio, dei 10 miliardi elargiti da Renzi ai dipendenti pubblici. Se invece si pensa che nei prossimi anni è impossibile che aumenti l'occupazione, si rifiuti il reddito minimo ma si dica chiaramente a qualche milione di italiani di prepararsi a morire di fame.

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    2. Una tantum? Davvero ne è convinto?

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    3. No. Intanto se si parla di 'reddito di cittadinanza' altro che 17 miliardi, ne servirebbero 80. Quello che propone il M5S è un corposo sussidio di disoccupazione dato ad minchiam (se non c'è offerta ti viene ripetuto all'infinito, ovvero mi licenzio e mi trasferisco in una località di mare in Sicilia).

      Può avere senso una separazione radicale tra reddito e lavoro, anzi, in futuro sarà necessaria. in tal caso si legga Rifkin, che però, pur stravisionario, mette in guardia da un fattore fondamentale: devono lavorare _tutti_ anche se molto meno, perchè la cosa che fa incazzare a bestia un umano è vedere un tuo simile che vive più o meno come te senza avere obblighi verso nessuno.

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  4. E lo sapevo che si finiva qua, al moltiplicatore keynesiano che piace tanto ma è leggermente mistico, come idea. E' improbabile che di qui ai prossimi anni l'occupazione aumenti, perché aumenti quella deve esserci crescita che non c'è e nessuno la prevede. Inoltre la crescita servirebbe anche a fornire proprio il denaro per pagare quella misura, che oggi non esiste: siano 17, 15 o 12 miliardi. Bisogna rassegnarsi: noi dobbiamo aumentare il Pil e diminuire il debito. Ovvero piegare il rapporto debito Pil. E tutti, dalla Commissione Europea in giù, sanno come si fa (anche se la cosa non può essere veloce). Il come si fa implica anche che la spesa pubblica debba diminuire, non aumentare. Siccome però in Italia nessuno (ne-ssu-no) lo vuole fare, - le mance di Renzi sono dannose, quelle degli altri grillini inclusi pure - la crescita non ci sarà e l'occupazione non salirà. Però possiamo continuare a sostenere che se una cosa serve al popolo la matematica si piega alla necessità. Oppure che, in un contesto in cui l'occupazione cala, possiamo trovare i soldi per il reddito minimo per coloro che non lavorano che invece aumentano: andando all'albero degli zecchini di Pinocchio. O sul blog di Peppe

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    1. aumentare il pil tagliando la spesa (ovvero la famosa austerità espansiva) è una contraddizione in termini. Il moltiplicatore economico (se non piace keynesiano) è un concetto che sta alla base di tutti, ma proprio tutti, i modelli economici, di qualsiasi ispirazione siano.

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    2. Gli orecchianti di Keynes sono teneri. Ancor più lo sono gli orecchianti dei keynesiani. Ma gli orecchianti dei neokeynesiani sono addirittura commoventi.

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    3. Quelli sono troppi per suscitare sentimenti univoci.

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  5. Tutti non direi. E io non parlavo di austerità espansiva, parlavo di tagliare la spesa per tagliare le tasse. Ovvero di trasformare la spesa pubblica in spesa privata. Questo funziona in maniera acclarata. Ma quel che è tecnicamente ineccepibile può essere politicamente duro: in Italia molto più che altrove, tanto da risultare a quanto pare impossibile. In ogni caso, tu stai dicendo che in assenza di crescita si può aumentare la redistribuzione: e chissà chi paga. Siccome però i ritardati andranno al governo, ne riparliamo tra un po'. Alle brutte c'è sempre la Troika

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  6. Bruto rumore di fondo, non si capisce un cazzo.

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