Una
sentenza della Corte di Cassazione, di cui prendo notizia oggi da
repubblica.it, dichiara che il titolare di un blog è responsabile di
quanto contenuto nei commenti dei lettori ai suoi post.
Nell’impossibilità di assumermi
tale onere, che ritengo indebito, in ciò confortato da una pronuncia
della Corte europea dei diritti dell’uomo,
mi vedo costretto a oscurare i commenti che fin qui sono stati
lasciati su queste pagine, ancorché da me approvati solo quando mi
sembrassero esenti da contenuti illeciti. Nell’impossibilità
di fare altrettanto col blog di cui sono stato titolare su un’altra
piattaforma dal 2004 al 2010 (su Il Cannocchiale, almeno a quel
constato, la funzione che sospende i commenti non oscura quelli già
approvati), mi vedo altresì costretto a chiuderne l’accesso.
Coincidenza vuole che tutto questo accada a meno di due ore dalla
pubblicazione del post che troverete qui sotto, nel quale paventavo
gli inevitabili effetti collaterali di una crociata contro qualsiasi opinione liquidabile come post-verità da chi della verità si sente insieme servo e padrone. Sarà paranoia, sono disposto a concederlo, ma mi pare
si vada di gran passo verso l’istituzione
di un Ministero della Verità col cominciare a dargli gli
indispensabili strumenti dell’intimidazione.
Qualsiasi obiezione sollevasse quel che da oggi in poi sarà pubblicato su queste pagine mi potrà essere fatta presente via e-mail, l’indirizzo è qui a fianco: ne darò conto, con eventuale controbiezione nel caso, in un aggiornamento al post in oggetto.
Qualsiasi obiezione sollevasse quel che da oggi in poi sarà pubblicato su queste pagine mi potrà essere fatta presente via e-mail, l’indirizzo è qui a fianco: ne darò conto, con eventuale controbiezione nel caso, in un aggiornamento al post in oggetto.
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