Tutto
sommato, non è che Ferrara ci fosse andato giù troppo pesante, via. Che
aveva detto in fondo? Che La7 era «un cesso». Che Mentana era «un
ipocrita», «un
buffone».
Sì, è vero, aveva anche insinuato che la carriera di Mentana fosse
stata tutto un passar di lingua da culo a culo – Berlusconi,
Montezemolo, Tarak ben Ammar – e si sa che la giurisprudenza
riconosce la diffamazione anche nella
mera insinuazione
(Cass.
n. 1988/1975). Ma in sostanza, via, che era successo? Nient’altro
che uno screziuccio, anzi, trattandosi di Ferrara, quella scatarrata
di insulti e calunnie poteva anche essere letta come amichevole
affettuosità.
Ciò nonostante – roba da non credere – Mentana si era detto
offeso.
Querela? Non risulta. Risulta, invece, quella annunciata
stasera, nei confronti di Beppe Grillo, per aver riprodotto, con
quelli degli altri Tg della Rai e di Mediaset, tutti, anche il logo
del TgLa7, in una fotocomposizione sulla quale spiccava la scritta
«Giornali
e Tg sono i primi fabbricatori di notizie false nel Paese con lo
scopo di far mantenere il potere a chi lo detiene».
Accusa
pesantissima, ma quanto mai generica, che, almeno a leggere il post
sul quale campeggia la suddetta fotocomposizione, sembra possa
riferirsi al TgLa7 solo per l’edizione
delle 20,00 del 16.11.2016, nel corso della quale un servizio di
Paolo Celata riprendeva quanto riportato in un articolo di Jacopo
Iacoboni apparso su La Stampa dello stesso giorno, nel quale, con
acconcio uso di condizionali e punti interrogativi, si costruiva un
link alquanto speciosetto tra @BeatricedimaDi
e la
Casaleggio Associati.
Troppo poco, francamente, per dare del
«fabbricatore di notizie false» a Mentana, che così mi pare abbia pieno
di diritto di ritenersi offeso, ottime ragioni per sporgere querela e
buone possibilità di essere risarcito per il danno inferto al suo onore. E
pensare che a dargli del «buffone»
e dell’«ipocrita»
non sarebbe accaduto niente. Sempre un po’ troppo sopra le righe,
’sto Grillo.
Non voglio dire che sia meno grave, ma in un clima politico come questo insulti come "buffone" o "ipocrita" passano del tutto inosservati: l'accusa (per di più infondata) di fabbricare propaganda è obiettivamente pesantissima.
RispondiEliminaSenza contare la risonanza del mezzo di comunicazione: da una parte un giornale che vende poche copie, dall'altra il blog italiano più visitato, che chiaramente è più preoccupante.
RispondiEliminaaccuse pesanti quelle di Grillo, ma soprattutto inverosimili. Chi potrebbe mai pensare che il Italia gran parte dell'informazione sia tendenziosa ?
E storia vecchia, purtroppo. In Ialia (ma forse ovunque) la peggior ingiuria, quella da non pronunciare mai se non si vuol davvero finir male, rimane dire che il re è nudo.
EliminaGigi Raniero