Sotto una fotina di Gandhi c’è la scritta: “Resistenza non-violenta”. È uno dei banneruzzi sul dorso della homepage di Infopal, il corrispettivo filo-palestinese del filo-israeliano Informazione corretta. È il sito diretto da Angela Leno, una degli italiani a bordo della Freedom Flotilla. Quale sarebbe stata la reazione del Mahatma al blitz israeliano, se fosse stato su quella nave? Non riesco a immaginarmelo armato di spranga o coltello. No, senza dubbio il banneruzzo è fuori luogo. Fuori luogo, qui, anche le segnalazioni delle proteste di parte ebraica contro il governo di Israele: a rigor di logica – la logica della signora Leno – questi ebrei che condannano l’intervento armato deciso dal governo israeliano dovrebbero essere considerati degli stupidi o, peggio, dei traditori del loro paese. A chi la intervistava, due o tre anni fa, sulle “voci maligne dicono che dietro a voi ci sarebbero quelli di Hamas”, la Leno rispondeva: “Noi cerchiamo di essere equilibrati. È chiaro che siamo dalla parte dei palestinesi. Il governo attuale lì è Hamas e quindi, come in Italia, diamo leggermente più spazio al governo invece che all’opposizione”.
È logica berlusconiana, parafrasi del “right or wrong, it’s my country”, dove “il mio paese” andrebbe sostituto da “il governo che attualmente regge il mio paese”: la signora sostiene la causa palestinese, attualmente il governo palestinese è in mano ad Hamas, e dunque Hamas merita sostegno. Di là da ogni sua scelta, evidentemente, anche dei kassam sparati sui civili israeliani, anche dei kamikaze mandati a farsi esplodere in bar e discoteche di Tel Aviv...
Ho sbagliato, era meglio se fossi rimasto all’oscuro dell’esistenza di Infopal e di chi lo dirige. Ma è che ho scritto un post nel quale ho messo in discussione le ragioni dei “pacifisti”, ribadendo la mia convinzione che Israele abbia il diritto di difendersi anche con la forza da chi dichiara di volerlo spazzare via dalla cartina del Medio Oriente, e molti commenti mi hanno spinto a riverificare la mia posizione: chi meglio di Angela Leno – mi son chiesto – potrà spiegarmi dove sbaglio? “Giornalista torinese, laureata in lingua e letteratura araba, da anni scrive articoli sul mondo arabo-islamico e sulle comunità musulmane in Italia”, così ho letto su una scheda curata di chi ha editato uno dei suoi libri. Mi è sembrata la persona più indicata, e per giunta era a bordo della nave…
Sbagliavo: la signora ha lasciato in Google una mezza dozzina di affermazioni che mi irritano più del banneruzzo con Gandhi sul sito che dirige, e mi irrito a tal punto che corro il rischio di trasformarmi da amico di Israele a fanatico sostenitore delle più turpi azioni del Mossad. Una per tutte: “Io direi che, visto che in Italia e in Europa c’è una fortissima laicizzazione, un profondo allontanamento da tutto ciò che è spiritualità, religiosità praticante, l’islam italiano – che al 30/40% è un islam praticante (una percentuale molto più alta dei cattolici praticanti) – è una risorsa che con i suoi valori potrebbe dare un esempio di etica e di spiritualità: potrebbero essere veramente un modello. Però devono essere coerenti, affinché questo accada. C’è una grande forza in questa loro spiritualità che ne permea la giornata, che scandisce tanti aspetti della vita quotidiana. È qualcosa che potrebbe insegnarci moltissimo”.
È la cura che la signora Leno raccomanda contro la “fortissima laicizzazione” dell’Italia e dell’Europa: è evidente che nell’“islam” della signora la religione, la cultura e la politica stanno insieme come “cristianesimo” di Marcello Pera o di Giuliano Ferrara. Come se non bastasse la merda di nostra produzione...
Io odio le ragioni del cuore, perché sono quasi sempre cieche e reclutano ciechi di qua e di là. Avrei potuto rispondere a ciascuno dei commenti al mio post in forza di un reclutamento coatto al quale non voglio cedere. E perciò mi limito a due risposte.
(1) Ho scritto che gli ebrei non sono una razza e che affermarlo è razzista, e ho precisato che non lo sono più dal XVI secolo almeno: basta studiare un poco la loro storia per capire che è da allora, venendo meno i divieti di parte cristiana ai matrimoni misti, che è impossibile immaginare un “ebreo puro”. Anche il sionismo più fanatico rinuncia a questo orrore, e ciò mi pare un segno di grande intelligenza.
(2) Non so più chi, ma mi ha lasciato scritto qualcosa del tipo: “Peccato, leggevo questo blog con interesse, ecc.”. Bene, è questo il tipo di lettore del quale non ho alcun bisogno. Ciao, addio.