Aristotele metterebbe il candido all’opposto della faccia di culo e nel giusto mezzo metterebbe chi imbroglia ma con stile e misura. Non è questo il caso di monsignor Walter Brandmüller, che a me pare una gran faccia di culo, ma sarà che sono un candido e non vedo né stile né misura nell’articolo che firma su L’Osservatore Romano di ieri (Misteri di un viaggio).
Si avvicina il 500° anniversario del viaggio di Lutero a Roma, la “Prostituta babilonese” che gli fece venir nausea del Papato, la fabbrica di indulgenze, il supermarket delle reliquie, e il Brandmüller comincia col lamentare che ci sarebbe altro da commemorare: il 200° della nascita di Liszt, il 300° di quella di Hume… Volendo, dico io, ci sarebbe pure il 600° della morte di Külüg Khan. Ma a volerlo proprio commemorare, questo viaggio a Roma di Lutero, si faccia onore alla verità storica: la Roma di Giulio II era davvero così prostituta? Volendo, dico io, ci si potrebbe anche chiedere: era davvero così babilonese?
Il Brandmüller – è un cognome che mi mette buonumore, scusate se lo ripeterò spesso – concede che a quei tempi, a Roma, c’era “secolarizzazione [prima di tutto secolarizzazione], lusso sfrenato, immoralità e frivolezza […] della società [prima di tutto della società] e della Chiesa”, o almeno questo pare il “giudizio pressoché unanime” della storiografia.
“Pressoché”? Chissà a chi pensa, il Brandmüller? C’è qualche storico che definisce moralmente virtuosa la Roma di Giulio II? Ce n’è qualcuno che trova il suo clero meno corrotto del mondo laico? Non risulta. E dunque, volendo essere giusti, Roma era proprio così male?
Un papa sifilitico e violento, vabbe’, ma il Brandmüller – ho capito perché mi mette buonumore: sembra un nome da operetta – invita a considerare Bramante, Raffaello e Michelangelo. Sì, sotto quegli affreschi s’inculava e si sgozzava, ma che begli affreschi! E chi era il committente? Giulio II. Corrotto forse, ma sensibile alla bellezza, e infatti aprì i Musei Vaticani. Non è da escludere che Lutero non fosse troppo sensibile all’arte.
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Non devo essere io, il candido. Dev’essere il Brandmüller ad essere una gran faccia di culo.