domenica 27 novembre 2011

Facile, semplice, scontata, naturale…

Armando Matteo è prete, ma riesce a fare una riflessione abbastanza onesta sullo stato della fede in occidente, involontariamente: “Il passaggio da un fede trasmessa con il latte materno a un fede che ora è sempre più, ma per sempre meno persone, oggetto di una scelta non scontata è l’indice più forte di un cambiamento radicale – l’avvento della mentalità postmoderna – che ha investito il cristianesimo occidentale, nell’ultimo secolo e mezzo” (Avvenire, 25.11.2011). Riflessione abbastanza onesta, dicevo, perché Armando Matteo è pur sempre un prete e un minimo di disonestà gli è inevitabile: “il latte materno”, infatti, è figura retorica che sta per il mostruoso apparato che fino a un secolo e mezzo fa non dava alcuna possibilità di scelta. L’onestà sta nell’ammettere, anche se implicitamente, che quando non viene imposta, e fin dalla nascita, la fede cristiana va incontro a qualche problemino: nella libertà di scegliere, quella del cristianesimo smette di essere una scelta “scontata”, e perciò è fatta da “sempre meno persone”.
Cosa ha scristianizzato l’occidente, dunque? La libertà di scegliere. Non è un caso che il cristianesimo si sia fatto forte eliminando eresie (airesis = scelta) e abbia cominciato a indebolirsi quando si è affermato il principio della libertà religiosa: quando l’ha fatto suo, la sua crisi è diventata irreversibile. È bastato, così, che si inceppasse il meccanismo che per secoli ha reso impossibile scegliere tra una fede e l’altra, o addirittura di rifiutare ogni fede, e il cristianesimo ha rivelato il suo punto debole, che poi è lo stesso di ogni altro credo: senza un meticoloso lavoro di manipolazione delle coscienze, tanto più efficace quanto più precocemente è messo in pratica, i contenuti della fede non hanno la buona presa che ci si attenderebbe in virtù della loro dichiarata “naturalezza”. Al pari di tutto ciò che solitamente ci viene spacciato come “naturale”, credere è un prodotto “culturale”, come tale destinato ad esser messo in discussione quando gli vengono meno gli strumenti per conservare la sua egemonia. 
Nella riflessione di Armando Matteo, però, c’è di più: “La fede cristiana – scrive – non è diventata solo una semplice scelta tra molte altre: più radicalmente è diventata una scelta non semplice, perché gli uomini e le donne di oggi sembrano non avere più antenne per Dio, cioè non riescono con immediata evidenza a capire il senso, le ragioni, le motivazioni, la convenienza per il vivere quotidiano del credere cristiano”. Anche qui bisogna liberare l’onestà dell’affermazione da una piccola disonestà che la trattiene, e che sta nel largheggiare coi sinonimi (“senso”, “ragioni”, “motivazioni”, “convenienza”) di ciò che dovrebbe fare della fede cristiana una scelta migliore rispetto alle altre, o al non credere: se rimane la migliore, perché non rimane ancora la più semplice? Meglio: cos’è che prima la rendeva la più semplice? La risposta è in quanto abbiamo già detto prima: non è più una scelta “scontata”. La fede cristiana era una scelta semplice, quando era praticamente un obbligo. Superfluo aggiungere che anche qui è possibile largheggiare coi sinonimi: “facile”, “semplice”, “scontata”, “naturale”

5 commenti:

  1. Semplice e inesorabile.

    RispondiElimina
  2. Come faccio a "sbattezzarmi"?
    Dissanguo una vergine al cimitero?

    RispondiElimina
  3. Ragionamento perfetto per la vecchia Europa....peccato che esistano pure gli Stati Uniti...

    RispondiElimina
  4. @Simone

    Vale anche per gli Stati Uniti, basta considerare che là il condizionamento diffuso è più genericamente teista invece che confessionale.

    RispondiElimina
  5. Non mi trova d'accordo con ciò:

    "... gli uomini e le donne di oggi sembrano non avere più antenne per Dio..."

    Non credo che non si abbiano più antenne per Dio. E penso in più che ciò non sia possibile per la maggior parte degli esseri umani. Quello che accade somiglia più a una rimozione di copyright. L'adesione acritica tramonta non per Dio in sé, ma per i modi in cui si ha avuto la pretesa di dipingerlo.

    RispondiElimina