martedì 29 novembre 2011

Lucio Magri e Piergiorgio Welby

La differenza tra un liberale come Piergiorgio Welby e un comunista come Lucio Magri è evidente. In entrambi vi era la ferma convinzione di avere il diritto di essere aiutati a mettere fine ai propri giorni, e in modo dignitoso, e a entrambi non mancavano i mezzi per andare in Svizzera, dove tale diritto non è negato, come invece lo è in Italia. La differenza sta nel fatto che Piergiorgio Welby ha scelto di fare del suo caso una questione pubblica, spendendosi fino alla fine per il riconoscimento di quel diritto, per sé e per tutti, mentre Lucio Magri vi ha rinunciato.
Lucio Magri ci ha scassato la minchia per oltre mezzo secolo sui diritti negati ai poveracci, ai quali desiderava addirittura assicurare un paradiso in terra, ma poi, quando si è trovato dinanzi all’ostacolo di uno di quei diritti negati, ha pensato bene di scavalcarlo grazie ai mezzi che aveva a disposizione, lasciandolo inscavalcabile a chi non ne abbia. Non così, Piergiorgio Welby, per il quale era inimmaginabile godere di un diritto negato ai suoi simili: riteneva che quanto voleva per sé dovesse essere nella disponibilità di chiunque.
Ci sia da esempio ogni qual volta che il luogo comune ci suggerirà che un liberale è un tizio tendenzialmente egoista e un comunista è sempre mosso da un nobile altruismo verso il prossimo.

47 commenti:

  1. Non si capisce se Magri avesse una malattia terminale o soffrisse di una terribile depressione. Dai giornali non si evince. Se la sua fosse stata "solo" depressione si comprende la scelta di non perdere tempo con le leggi italiane.
    Welby, anche se la sua strada è stata in salita, aveva dalla sua l'evidenza della sua condizione. Ma Magri?
    Decidere di morire "solo" (i virgolettati sono d'obbligo) perché la vita è diventata intollerabile, trovo sia una situazione che difficilmente può aprire precedenti giuridici.
    Detto questo, concordo con la sua critica di base: il comunista poteva scegliere un mezzo più popolare, farsi fuori da solo. Non avendo il coraggio, ma avendo i mezzi, la scelta è presto fatta.
    D'altra parte (scivolando su un altro piano) Berlinguer mica aveva fatto studiare i figli in Unione Sovietica.

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  2. non mi sento di giudicare il comportamento di una persona gravemente depressa fino al punto di suicidarsi

    che c'entra l'ideologia in questo caso?

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  3. Da liberale non posso che condividere quanto hai scritto, ma sottolinerei soprattutto che in quanto liberale non "scasserei la minchia" a chi faccia scelte diverse inclusa quella per me indiscutibilmente lecita di non trasformare la propria condizione in "battaglia pubblica" anhe quando lo si è fatto o preteso di farlo in occasioni precedenti.
    Ho ammirato e parteggiato per Welby condividendo quasi tutto. Quello che mi ha lasciato l'amaro in bocca (ma restava un suo diritto) era la sua necessità di ottenere anche il beneplacito delle sedicenti "autorità" morali tanto da coinvolgere anche post mortem chi lo aveva osteggiato, ci siamo capiti, vero?

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  4. @ Olympe de Gouges
    Anche Piergiorgio Welby era molto depresso.

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  5. La differenza tra Piergiorgio Welby e Lucio Magri potrebbe risiedere, invece, nel male che li ha colpiti e che li ha spinti a togliersi la vita. Nel caso di Magri, pare, la depressione.

    Se così è, e se di questo hai cognizione e convinzione, mi sento di dire che sicuramente, per tua fortuna, non hai conosciuto la depressione maggiore; quella che se ne fotte di SSRI, SNRI, NDRI, ed infine anti-MAO, tutta acqua fresca.

    Per un attimo ho pensato che qualcun altro avesse crackato l'account, tanto gravemente ingeneroso e sgradevolmente strumentale appare questo post.

    Sempre che il quadro clinico di Magri prevedesse la depressione maggiore, come ci hanno detto.

    Davvero un peccato.

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  6. Io la vedo meno "evidente", la differenza. Non posso dirlo con sicurezza, dato che ho letto sempre poco Magri, ma - credo - che se fosse stato per lui tali diritti non sarebbero stati negati. Cioè a dire: egli non è paragonabile a coloro che sono contro l'eterologa e poi vanno a inseminarsi all'estero, o a coloro che sono contro l'aborto e poi vanno dai Dottor Doberman; o, altresì, paragonabile agli utilizzatori finali che contrari alla prostituzione.

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  7. Non so se PG Welby fosse depresso, determinato sì senz'altro, e non so se fosse comunista, certo è che aveva cercato di coinvolgere la SN attraverso il forum di Sabelli Fioretti sperando di trovare lì l'appoggio per un diritto negato e trovandovi indifferenza coinvolse i liberali, quelli a 360° però, i radicali. Attenti eh? che di liberali ce ne sono di tante specie e in questo specifico caso molti si sono defilati proprio come i comunisti.
    ori

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  8. @ Bart
    Io ritengo che non abbia alcuna importanza quale sia la causa che renda insopportabile la vita ad un individuo: penso che egli ne abbia la piena disponibilità e che abbia diritto di essere aiutato a morire, se non è in grado di provvedere a suicidarsi da solo. Lucio Magri aveva pieno diritto di uccidersi o di farsi ammazzare, non c'è dubbio, e non è in discussione nemmeno il fatto che sia andato in Svizzera per ottenere ciò che non gli era consentito in Italia: in discussione è il fatto che, pur potendo fare la stessa cosa, Piergiorgio Welby non l'ha fatto e ha preferito spendersi per chiunque - Lucio Magri compreso - fosse nelle sue stesse condizioni di diritto negato. Un liberale l'ha fatto, un comunista no. Tutto qui, non c'è bisogno di crucciarsi.

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  9. Seguendo questa linea, una donna che è convinta che la legge italiana sull'inseminazione artificiale faccia schifo e opprima chi non ha i mezzi per andare all'estero, dovrebbe per coerenza rinunciare ad andarci lei stessa per solidarietà con quelle che non possono, o trovare il modo di farla in Italia facendo in modo di "pubblicizzare" il gesto come disobbedienza civile. Mmm...

    @ppio Mariani

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  10. @Luigi
    Per un uomo depresso - liberale o comunista - quello che scrivi non ha alcun senso. Nessun senso.
    Mi sento di escludere, considerata la sua vicenda, che il male di Piergiorgio Welby fosse la depressione.
    La natura del male in questo caso non è secondaria. Non si possono paragonare le due vicende sul piano pubblico e civile, in ragione del fatto che in uno dei due casi il male è la depressione.

    Un uomo depresso non fa battaglie pubbliche sui diritti civili: sarebbe guarito.

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  11. quando si è nella situazione di magri o di welby non si è ne liberali né comunisti
    e soprattutto ogni situazione e storia personale è diversa e merita rispetto
    non vorrei che un certo giorno, in certe condizioni, un cattolico o un ateo mi rinfacciasse alcunché

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  12. Non farmi dire cose che non ho detto. Ho solo fatto presente che chi a chiacchiere ha detto per decenni che "il personale è politico" non è riuscito a fare del suo privato una battaglia per il diritto di tutti. Poi, sì, penso che chi ha problemi di sterilità, e si trovi sulla strada l'ostacolo della legge 40/2004, abbia pieno diritto di disobbedienza, previa autodenuncia, o di andare all'estero per avere un figlio. Non so se è difficile capirlo: non ho contestato a Lucio Magri di essere andato in Svizzera, ma di non aver fatto niente, prima di andarci, perché chi si trovasse nelle sue stesse condizioni, e non disponesse dei suoi mezzi, non fosse costretto a rimanere in Italia, senza alternative.

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  13. @ Olympe de Gouges
    Sono d'accordo, ma nel caso di Lucio Magri non ci troviamo di fronte a un uomo pubblico, politicamente impegnato, che delle sue idee ha fatto la spina dorsale della sua vita. Anche qui ripeto: non è in discussione ciò che ha fatto, è in discussione ciò che non ha fatto.

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  14. poi ha scritto l'ultima lettera tanto per fare la figur dell'intellettuale

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  15. Provo a riallacciarmi a quello che ha scritto l'utente bart, per quel poco di esperienza che mi ha fornito la mia situazione di (ex?) malato di Doc. Nei periodi di crisi si smette di essere se stessi, indipendentemente dalle idee politiche che si hanno. Non credo che Magri si sia posto il problema degli altri nella sua situazione, non perché comunista liberale o bla bla bla, ma semplicemente perché non era più lui. Non era la stessa persona che ha scritto che il personale è politico. Era uno che delle sue idee aveva fatto la spina dorsale della sua vita, dici giustamente. A me il doc ha provato a toglierla, la spina dorsale, e non oso immaginare cosa sia la depressione maggiore.

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  16. Se il male di Magri fosse stato la leucemia, il cancro, o la distrofia di Welby, o la sclerosi di Coscioni, questo post non mi avrebbe fatto incazzare, anzi lo avrei sottoscritto.
    Il male di Magri era invece la depressione. Questo mi fa molto incazzare, nella misura in cui stimo chi ha scritto il post, cioè davvero molto.

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  17. @ Bart
    Mi spiace, ma non riesco a fare differenza tra due voglie di morire.

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  18. c'è anche un'altra differenza, a cui si può dare il peso che si vuole, ma c'è...
    dalla depressione, se si vuole, si può guarire...

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  19. Un altro comunista, Monicelli, si comportò diversamente. Perciò, seppure d'accordo con il senso del post, non credo c'entri molto l'ideologia quanto la situazione emotiva del momento.

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  20. Con tutte le cautele che la non conoscenza di Welby e di Magri mi impongono, anch'io, come Bart e Poverobucharin, non farei discendere le diverse scelte dalle diverse visioni politiche, bensì dall'assoluta insignificanza che gli altri (se stesso, la vita, le idee) hanno per un depresso. Ed è proprio questa la sofferenza.
    Welby, forse, era diventato depresso per la malattia, Magri era la malattia. Forse, eh.
    ciao, v.

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  21. Ricordo male oppure Welby e´morto nel suo letto con un medico anestesista che lo ha sedato e che ha lo ha scollegato dal respiratore come aveva richiesto?
    Ricordo male oppure quel medico non ha subito nessuna conseguenza penale per il suo operato?

    In sostanza per quale diritto avrebbe "combattuto" Welby?

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  22. @ Simone
    C'è stata una sentenza di assoluzione per il dottor Riccio. Dunque si è sollevato un problema, e quel problema si è sollevato grazie a Welby, che ne ha investito, oltre che la legge, la società. Mi pare che qui ci sia una differenza.

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  23. Come ho letto questo post mi sono detto "ecco, un'altra volta d'accordo con Malvino".
    Poi dopo poco mi sono detto no, questa volta no.
    Perché di fronte alla morte non credo si possa considerare per generi, per categorie, per liberali o comunisti. E di fronte alla morte non credo si possa pretendere che chiunque sappia trasformare la propria storia di fine vita in una storia sociale e, appunto, politica.
    E allora va bene così. Non spetta a lui, in fondo, o solo a lui, svegliare le coscienze di questo bigotto paese. Ben vengano altri Welby, ma chiunque sia libero di agire come può.

    sam (che fugge da splinder)

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  24. Quindi mi vuole dire che senza Welby il dottor Riccio sarebbe stato condannato?
    No, forse non sarebbe nemmeno stato sottoposto ad indagine.

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  25. Sono d'accordo con @sam. Tutta questa storia mi pare una forzatura: questa differenza tra liberali e comunisti è del tutto strumentale, in questo caso, e la vede solo chi vuole vederla.

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  26. Post veramente sgradevole.
    Welby non aveva scelta, Magri si.

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  27. Nel caso di Magri la vita era diventata insopportabile ed indesiderabile a causa di un'assenza che lui vedeva come incolmabile, mi pare di aver capito.

    Io criticherei chi non è stato capace, potendo, di riempire quel vuoto, e lascerei in pace il sepolto, un evidente "malato di mente".

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  28. Da ibrido, una sorta di liberale di sinistra, o radicale di sinistra (che non vuole in alcun modo dire "Radicale"), sono stato molto interessato alla discussione. Il punto credo che lo abbia colto Simone, e penso che Malvino l'abbia intravisto e lo condivida più di quanto ammetta: Welby chiedeva una cosa legale, che poteva accadere, ed è accaduta, in Italia, mentre Magri chiedeva una cosa per una via non percorribile in Italia. Beppino Englaro sì, ha fatto una battaglia civile (ed è divenuta pubblica suo malgrado), mentre Welby la fece soprattutto pubblica (con grandissimi meriti, ma che vanno inquadrati con rigore).

    Non condivido invece pienamente i distinguo degli altri commentatori: se non si condivide l'approccio di Malvino, che poco distingue tra paralisi e depressione, non vedo come le cose cambino enormemente. Magri, prima che fosse depresso, credo che non fece mai una gran battaglia su questi diritti liberali, pur avendo notevole visibilità: vale a dire che, fosse stato per quelli come lui, anche in Svizzera sarebbe stato inutile recarsi (e non credo siano stati i comunisti in Svizzera a rendere possibile il suicidio assistito). Se poi quando ormai era diventato depresso era troppo tardi per fare una qualunque battaglia, allora è stato (almeno vagamente) responsabile di non averci provato prima: perché Welby, dal canto suo, al contrario, quando ci si trovò in condizioni che forse non aveva previsto, ha rimediato alle sue eventuali omissioni passate e ha messo in piazza la sua storia (probabilmente essendo anche lui, un po', a quel punto, depresso).

    Lo dico con un po' di rammarico, essendo io per metà uno di sinistra, ma a me pare innegabile che nella sinistra italiana vi sia carenza di pensiero e azione liberale, mentre ci si tende a battere per un "altruismo" uniformato più che per un altruismo fatto di milioni di individualità. Quindi, anche se ammettessimo che l'esempio è zoppicante, io non trovo del tutto peregrina la tesi di Malvino (e insisto nel precisare che lo dico come uno che, credo, la pensi politicamente diversamente da Malvino).

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  29. Premesso che l'"egoismo" in situazioni simili sarebbe più che comprensibile, è possibile che la differenza tra Piero e Magri fosse più che altro di idee politiche: Piero riteneva l'eutanasia un importante tema politico. Se per Magri non lo era non gli si può rimproverare "egoismo" (perché avrebbe dovuto battersi per ciò che non riteneva rilevante?) ma miopia politica.

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  30. Una domanda a Malvino e ai sostenitori del suicidio assistito anche qualora non ci siano malattie terminali o gravemente invalidanti:
    se invece del 79enne Magri avesse richiesto il suicidio assistito un 20enne mollato dalla ragazza avreste sostenuto ancora il diritto di scelta? E se vi trovaste di fronte a uno che si sta buttando da un ponte cerchereste o no di dissuaderlo?

    Claudio

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  31. "Welby chiedeva una cosa legale, che poteva accadere, ed è accaduta, in Italia" non credo proprio che sia andata così, mi pare che farsi staccare il respiratore o rifiutare l'alimentazione e l'idratazione sia contro la legge, viene considerato come un suicidio e se non hai la possibilità di farlo da solo chi ti aiuta anche se è un medico viene considerato un complice, un assassino, per questo la battaglia di Welby è ancora oggi una battaglia civile da portare avanti col testamento biologico e il diritto all'autodeterminazione, e non c'è differenza con la battaglia di Englaro, se non che Welby l'ha fatta, a parer mio, meglio.
    ori

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  32. Un post abbastanza ignobile. Come ha detto Olympe, di fronte alla morte di un uomo buttarla sull'ideologia è una forzatura. Se vuoi approfittare del suicidio di una persona gravemente malata per sottolineare la superiorità del liberalismo sul comunismo sei cinicamente miserabile.
    E risparmiaci per il futuro le fotografie del padre commosso di fronte al pargoletto. Altrettanto cinicamente potremmo sottolineare lo sfruttamento emotivo dell'immagine della paternità per elemosinare mielosi commenti.

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  33. @ quattrocani

    non condivido il post di malvino, ma è un suo diritto scriverlo e un nostro diritto criticarlo

    però lasciamo stare gli affatti personali e il resto, anche perché nessuno di noi pensa e scrive genialate h24

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  34. Il posto sarebbe perfetto se ci fosse stata una premessa: "i comunisti non leggano quanto segue ..."

    Parlare di comunisti a comunisti è deleterio, e soprattutto inutile.

    Il posto è spettacolare.
    Complimenti.

    ettoregonzaga

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  35. Autorete, caro Malvino. Una cosa del genere fa il paio, fatti i dovuti distinguo, con Ferrara e gli squallidoni che cercavano di mettere contro il caso Englaro e chi magari sceglieva di non staccare la spina.
    Stavolta hai toppato, dai.

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  36. @ Ori

    "mi pare che farsi staccare il respiratore o rifiutare l'alimentazione e l'idratazione sia contro la legge"

    Ti pare, ma invece non lo è, essendo peraltro scritto chiaro e tondo nella Costituzione che non lo è. Riprova ne è il fatto che al medico che operò in tal senso non fu addebitato alcun reato, senza che nel frattempo fosse stata scritta o riscritta alcuna legge (altro che essere considerato "assassino"). Il testamento biologico non c'entra nulla col caso Welby, perché esso si rivolgerebbe a persone non più in grado di esprimere una volontà attuale, mentre Welby era più che cosciente.

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  37. Non mi accodo al buffo e italico coro di critiche.
    Il post non è insultante e la critica deve essere lecita.

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  38. Ho letto tutto. Il post dopo, di nuovo questo, il Il post su "Leonardo", quello su "Darwin". Poi di nuovo questo... e sai che ti dico? Hai proprio ragione. Ma ragione da vendere!!! La tua critica mette in evidenza l'unica materia in cui noi italiani siamo bravi. La retorica e il populismo.

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  39. @ incubomigliore
    la Costituzione garantisce la persona che è in grado di fare ciò che decide per se stessa e purtroppo il vuoto normativo è per quelle (come Welby, Nuvoli, Englaro) che non hanno la capacità fisica per fare ciò che ritengono meglio per loro stessi. La differenza con Magri è tutta lì. Magri voleva suicidarsi e aveva anche la possibilità fisica per farlo senza l'aiuto di nessuno. Di fronte alla morte semplici cittadini hanno fatto una battaglia civile "altruistica" per l'autodeterminazione, un fior fior di politico comunista si è "egoisticamente" defilato.
    ori

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  40. In parte dissento dal post perchè non è un obbligo di cittadinanza essere "eroi" (sia detto con un misto di ironia ed enfasi), la rivendicazione di diritti deve essere fatta in prima istanza dai "sani" (altro mix ironico); dovremmo essere tutti noi a rivendicare un'architettura civile e di diritto per quando, sia mai, potremmo avere necessità di popolare quelle medesime istanze. Mettersi a fare confronti tra le morti che si sono autoscelte lascia il tempo che trova.

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  41. Non sono d'accordo con la visione presentata dal post "tutti i liberali sono come Welby, tutti i comunisti sono come Magri", mi sembra una generalizzazione abagliata. E non sono neanche d'accordo nel considerare egoista il gesto di Magri: "there's no such thing as bad publicity", e il fatto che i media diano rilievo all'accaduto significa mostrare al pubblico che il problema c'è e crearne consapevolezza, che getta le basi per un miglioramento futuro.

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  42. luigi, commento il tuo post perché mi è piaciuto molto, ma usi le parole liberale e radicale come sinonimi.
    anche se è vero che un radicale è liberale, all'inverso un liberale non necessariamente è radicale.

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  43. @ Rocco Berardo
    Vero, Rocco, ma Welby era un liberale e, se la malattia non gli avesse impedito di frequentare via di Torre Argentina, sarebbe rimasto pochissimo.

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  44. Se ha retto per anni il forum di radicali.it, aveva tutti gli anticorpi per non rimanere "pochissimo" a Torre Argentina. ;-)

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  45. @ Rocco Berardo
    Il forum di radicali.it non aveva nulla a che vedere con Torre Argentina: certe cose le capisci solo "dal vivo".

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