giovedì 9 giugno 2011

Il fantasma di Occhetto


Le vittorie di Milano e Napoli sarebbero l’alba del domani? Se il buon giorno si vede dal mattino, all’orizzonte si levano bagliori preoccupanti.
Neanche ha il tempo di indossare la fascia tricolore e Pisapia si ritrova Vendola sulle spalle a dar sfogo, tutto brillo d’identità, proprio alla macchietta che Libero e il Giornale hanno agitato a scopo intimidatorio fino al ballottaggio. Neanche ha il tempo di scrollarsi di dosso il Pisapippa che gli ha appiccicato Grillo e si piglia i mugugni di chi non gradisce Tabacci in giunta.
Non meglio a Napoli: neanche ha il tempo di indossare la fascia tricolore e a De Magistris riviene il raptus da pm imprudente, entrando a gamba tesa in Calciopoli. Uomo nuovo, si è detto, e chi va a scegliere come primo interlocutore? Il cardinale Sepe.
Bah, va male, molto male. A destra, tutti marci dentro e fuori. A sinistra, i soliti squinternati. Sicché i referendum sono diventati altra cosa da quella che dovevano essere: quello sul legittimo impedimento ha inglobato gli altri tre. Piaccia o no, del nucleare avremo bisogno. Piaccia o no, i quesiti sull’acqua non sono sulla sua privatizzazione. Ma dirlo è peccato: più impopolare che essere filoisraeliani e dire che Vecchioni e Jovanotti fanno cagare.
Probabilmente ci libereremo di Berlusconi, probabilmente non si rifarà la Dc, ma Dio ci liberi dal fantasma di Occhetto. 

18 commenti:

  1. Vecchioni fa davvero cagare, si.

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  2. Vecchioni e Jovanotti fanno cagare. Cazzo se è vero.

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  3. E gli israeliani non hanno tutti i torti. E petrolio, carbone, sole e vento non basteranno. E un gestore pubblico dell'acqua non è né meglio né peggio di un gestore privato. E Berlusconi durerà oltre se stesso. E le opposizioni non sono più liberali di lui. E insomma - non è per rompere il cazzo - ma io tutta l'effervescente allegria che leggo in certi post di blogger anche anche assai acuti, anche assai carini, la ritengo del tutto immotivata. Ma azzardarsi a dirlo comporta come il minimo il rischio di essere fraintesi, sicché è meglio scrivere poco.

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  4. Per quanto mi riguarda, non ho problemi a sottoscrivere le seguenti affermazioni.

    1) Fosse per me, Vecchioni e Jovanotti lavorerebbero alla bonifica dell'ex poligono di Semipalatinsk.
    2) Costretto al gioco della torre, sempre Israele. Pur non piacendomene certe derive teocratiche e certi eccessi di legittima difesa. Ma non è al gioco della torre che stiamo giocando, e quello di dichiararsi filoisraeliani o filopalestinesi è esercizio quantomai ozioso, al quale è saggio sottrarsi.
    3) I referendum sull'acqua non sono - tecnicamente - sulla sua privatizzazione o meno. Sostenerlo è eccesso di propaganda acchiappaquorum (altro eccesso di legittima difesa, chioserei) o segno di una certa disinformazione. Altrettanto certo è che sono l'unico modo a disposizione per dare un forte segnale perché a quella privatizzazione non ci si arrivi e che le rendite garantite sulla sua gestione - comprese quelle già esistenti - non sono gradite. Idem per gli altri "commons". Votare "sì" non è necessariamente da indottrinati, così come non sono sempre scevre di ideologia le scelte del "no" o dell'astensione. Anzi.
    4) De Magistris è un tribuno. Il che non esclude che qualcosina di buono per Napoli lo possa fare. Stiamo a vedere.
    5) Tabacci al Bilancio mi sta benissimo e bene farebbe Vendola a tacere (molto) più spesso di quanto non faccia.

    Sperando che tanto basti a smarcarmi dalla caricatura del militonto di sinistra (ci terrei, per quel che conta). Con immutata stima.

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  5. Sarà perchè comincio (di già) ad averne le tasche piene dei discorsi da iperuranio di Vendola; sarà perchè almeno lo capisco quando parla; ma a me Tabacci non dispiace: è uno dei pochi ex Dc che salvo.
    Da De Magistris non mi aspetto granchè.
    Su Pisapia voglio (voglio) essere ottimista.
    Vecchioni, invece, mi fa proprio cagare...

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  6. Cristo, quanto hai ragione. (Si può dire Cristo?)

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  7. malvino, io non sono d'accordo con lei quando dice che un gestore pubblico dell'acqua non e' differente da un gestore privato, almeno per un motivo: il gestore pubblico puo' accontentarsi di praticare una tariffa che consente di coprire i costi (diretti e indiretti) a profitto zero perche' il suo scopo e' offrire servizi alla collettivita', non ottenere profitto.
    un privato non puo' accontarsi di questo, per ovvi motivi.

    inoltre se il gestore privato locale non mi soddisfa non posso tagliare l'allaccio e chiedere il servizio al gestore di un'altra citta', il che certo non incoraggia il gestore privato a migliorare il servizio; semplicemente il privato manterra' tutti i difetti del gestore pubblico, aggiungendone di propri (a cominciare dal sotto-investimento nella rete) a tariffe piu' alte.

    la gestione e distribuzione delle risorse idriche e' un monopolio naturale e come tale il gestore unico (e pubblico) e' l'unico che puo' far fronte alla particolare natura del servizio.

    la privatizzazione del servizio portera' semplicemente ad un peggioramento del servizio a tariffe piu' alte. si accettano scommesse :-)

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  8. > E un gestore pubblico dell'acqua non è né meglio né peggio di un gestore privato.

    Questo è falso, ci sono già decine di storie di malagestione privata, basta cercarle un poco. E poi perché obbligare a privatizzare? E' così che si fanno le liberalizzazioni, con i privati che si spartiscono un mercato al prezzo che impongono loro? E poi, che cos'è la privatizzazione dell'acqua se non la privatizzazione della sua gestione? Ovvio, nessuno vuole o può privatizzare il trasporto, i quanti di energia, l'aria, le spiagge. Però se metto un cancello attorno ad un giardino ed un biglietto per entrare, con che coraggio poi posso appiccicare un cartello fuori con su scritto: questo giardino è di tutti - solo l'ingresso è a gestione privata. Gli italiani hanno varie esperienze di privatizzazione: autostrade, treni, mercato "libero" dell'energia, comunicazioni. E nessuno ha portato un miglioramento del servizio pari alle spese e ai lauti guadagni che i privati ne hanno conseguito. Nessuno di questi gestori ha investito in infrastrutture con i soldi suoi, ma sempre con quelli dello Stato.

    Sul nucleare, hai un altro pregiudizio: che sia un buon investimento. Ma oggi ci sono tonnellate di dati che confortano la tesi opposta; quando la Germania fa dietrofront sul nucleare, non lo fa perché è animata da spirito ambientalista -ma perché fatti due conti probabilmente si sono accorti che l'investimento non valeva il gioco. La centrale non è un investimento sicuro: lo è soltanto se lo Stato garantisce. Vorrei (davvero!) vedere come si comporterebbe un privato nel mercato dell'energia nucleare, e che si trovasse a gestire, per esempio, una centrale come Superphénix, che nell'arco del suo funzionamento non ha prodotto più di quanto ha consumato.

    Facile fare i liberisti quando a metterci la pezza c'è il pubblico.

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  9. Obiezioni puntuali alle tesi di malvino erano già state fatte nel post precedente; altre se ne vedono qua, e non ho molto da aggiungere a quanto già detto da me e da altri.


    Qui rilevo solo che chi non concorda con la tesi di malvino è un veterocomunista, fantasma di sé stesso.

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  10. Dice, piaccia o no, del nucleare avremo bisogno.
    Ma sei sicuro?
    Se partissero oggi i lavori per una nuova centrale nucleare, quando avremo la nostra bella(?) e pulita(?) energia disponibile?
    20? 30 anni? di più? di meno?
    Ovviamente senza contare che siamo in Italia, dove nessun presidente di regione vuole le centrali (tantomeno quelli del PDL), dove non si riesce a far funzionare un inceneritore, dove abbiamo problemi a smaltire la spazzatura (figurarsi le scorie radioattive), dove abbiamo le mafie e cricche imprenditoriali che non aspettano altro che l'apertura di nuovi cantieri per rubare ancora di più, ecc...
    Ma poi quanto ci costerà, veramente credi che la bolletta sarà più leggera?
    Io ho dubbi, molti dubbi.

    E il ponte sullo stretto? ;)

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  11. Per non parlare di quello che già oggi paghiamo (cifra stimata oltre 4 miliardi di euro) per il riprocessamento delle scorie radioattive provenienti dalle centrali "dormienti" di Trino, Caorso e Garigliano.

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  12. @ giorgian
    Non è così. Mi limito a considerare che le opposizioni non abbiano un'alternativa credibile. E che nemmeno la promettono, la rivoluzione liberale.

    @ uncle
    Gli articoli che il numero di Scienze di giugno dedica al nucleare mi paiono più convincenti degli ideologi dell'energia "pulita". Nessuna energia lo è e quella "pulita" potrebbe bastare solo a un mondo da tre miliardi di esseri umani, non da nove o dieci. Anche sporca e cattiva l'energia nucleare sarà necessaria, ma ovviamente dovremo aspettare che lo diventi perché ci appaia meno sporca e cattiva di quello che in effetti è. Il ponte sullo stretto è inutile.

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  13. Tanti commenti qui sono strutturati sul solito deprimente schema del "siamo italiani, siamo degli incapaci, non fa per noi..", uno stato di soli cittadini di questo rango è uno stato marcio dai piedi, oltre che dalla testa.

    Allora perchè non facciamo qualche bella centrale a carbone, continuiamo a bruciare petrolio e incentiviamo eolico e solare pagandoli il doppio di quel che producono. Emettiamo una bella paccata di gas serra e li difendiamo con il sole che ride. Di cosa poi? Nel frattempo continuiamo a comprare energia nucleare dai francesi e ci diamo di gomito, con aria allocca, quando tedeschi e svizzeri annunciano la chiusura delle loro centrali. Come se chi cambia bicicletta, e intanto vince il tour della competitività, fosse paragonabile a chi non ci sa andare.

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  14. @Luigi Castaldi
    In un mondo da nove o dieci miliardi di esseri umani il problema principale credo sia il cibo, non l'energia nucleare.
    Ma qui allora stiamo aprendo un altro tipo di discussione.
    Quanti esseri umani può sostenere il nostro pianeta?

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  15. Credo che il dibattito sulle energie soffra di un'eccessiva semplificazione e di qualche mistificazione. In primo luogo, il discorso sui costi, che non sono mai univoci e oggettivi come li si vorrebbe far sembrare: ci sono infatti un bel po' di esternalità (costi sociali e ambientali) e di variabili (costo delle materie prime, anche in relazione alle oscillazioni valutarie), che è difficile valutare. A queste condizioni, sembra che le rinnovabili generino meno esternalità e siano soggette a meno variabili, il che è un argomento di un certo peso in sede di pianificazioni.
    C'è poi un altro aspetto che non viene preso in considerazione: quando si parla di energie rinnovabili, si cita soltanto il solare e l'eolico, dimenticandosi di altre fonti molto significative, come idroelettrico e geotermico, delle quali l'italia abbonda, e quelle che vengono dalla gestione dei rifiuti, vale a dire biomasse e biogas. In Germania, queste ultime producono il 30 per cento del totale da fonti rinnovabili, vale a dire il 5 per cento di tutta l'elettricità prodotta, a cui va aggiunto un altro 3 per cento di termovalorizzatori.
    Se è vero che il piano energetico dei tedeschi è (anche) una sorta di progetto Manhattan per capitalizzare un primato tecnologico e migliorare il proprio margine competitivo, e che quindi non possiamo avere lo stesso interesse a porci obiettivi così ambiziosi, è altrettanto vero che la combinazione di diverse fonti di energia, risparmio energetico e progresso tecnologico sembra la strada più promettente, specie nell'ottica liberista che Malvino dice di prediligere.
    L'approccio basato sull'integrazione di diverse fonti rende infatti molto più facile la concorrenza tra numerosi produttori e gestori, rispetto alla costruzione di grandi impianti centralizzati con sostanziali contributi pubblici, con conseguenti garanzie di copertura dei rischi. Che il nucleare non abbia un grande futuro, del resto, lo mostrano proprio gli Stati Uniti, dove i fortissimi incentivi realizzati dall'attuale amministrazione non stanno producendo la costruzione di una sola nuova centrale.

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  16. Sono filopalestinese, ma Vecchioni e Jovanotti mi fanno cagare uguale.

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  17. aggrapparsi a vecchioni e jovanotti è essere fuori dal mondo nel ventunesimo secolo - se partiamo dalla riforma di sanremo facciamo insani passi in avanti. in un paese dove vince lui http://www.youtube.com/watch?v=O54SvINAyA4&feature=related si avrebbero le idee più chiare invece di andare avanti per mode

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  18. "Dio ci liberi dal fantasma di Occhetto."

    dunque tu credi ai fantasmi!

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