La sua vittoria stupisce chi non ha fiducia nella giustizia, non lui, che probabilmente non ha mai dubitato: “Se avevo ragione, per forza dovevo vincere, anche se quelli hanno tanti soldi” (Tg3, 4.10.2011). “Quelli” sono i padroni della Sitas (Gaetano Caltagirone, Luciano Benetton, Claudio Toti, il Monte dei Paschi di Siena), “lui” è Ovidio Marras, un agricoltore sardo di 82 anni: gli avevano costruito un mega albergo sulla stradina che porta a casa sua, e il giudice ne ha ordinato l’abbattimento.
Hanno usato la metafora di Davide e Golia, ma si sa che i giornalisti hanno scrittura necessariamente svelta, inevitabilmente poco meditata: tra Davide e Golia era la forza fisica a pesare sul pronostico, e usarla come metafora del peso del denaro in un contenzioso giudiziario equivale a dare per scontato che la sentenza sia il risultato di un duello tra avvocati, tutto muscolare. Ovidio Marras non ha voluto darlo per scontato, probabilmente avrà pensato che quello era un luogo comune che si conferma nell’accettarlo come verità.
“Avevo ragione, per forza dovevo vincere”: una fiducia nella giustizia che non ci dà risposte ma ci interroga. Chinare il capo dinanzi al più forte? Fidare nel Giudizio Universale? Soluzioni che hanno il fascino della tradizione, che è il luogo in cui l’individuo è debole e piccino: può solo consegnarsi mani e piedi a una Natura spietata coi deboli o a un Dio la cui giustizia non è di questo mondo. È vita? Dipende da chi la vive.
E, dunque, che resta a chi non tollera di aver ragione e di doversi rassegnare a perdere? Chiedete a Ovidio Marras.
Non chiedete a quelli di Nonciclopedia: erano sicuri che il loro fosse “umorismo di qualità”, ma hanno rinunciato a dimostrarlo a un giudice, e all’annuncio della querela dei legali di Vasco Rossi hanno perso la sicurezza, conservarla costava sacrificio, una roba seccante. Forse era meglio sottoporre a riflessione i concetti di “umorismo” e di “qualità”, ma prima della querela, meglio ancora se prima della pubblicazione di quella pagina. Ma questo implicava responsabilità, una roba ancora più seccante.
Non chiedetelo neppure a Vasco Rossi, del quale potremmo dire tutto ciò che era scritto su quella pagina, per poi scusarcene in caso di querela, certi che la ritirerebbe. No? E perché no? Sfoggeremmo tutto il nostro vittimismo, grideremmo che vogliono metterci il bavaglio, troveremmo senza dubbio il caldo e solidale abbraccio della rete, quel “drogato che a volte spaccia e a volte canta, utilizzando sempre le solite tre parole e le solite tre note” si cagherebbe addosso per lo tsunami e ci perdonerebbe, senza dubbio. Anzi, non perdiamo tempo: mi pento del virgolettato qui sopra, lo cancello, chiedo scusa se può essere sembrato diffamatorio e dichiaro solennemente che non avevo intenzione di offendere il cantante. (Tu, Gilioli, tieniti pronto a darmi una mano nel caso che questa rettifica non basti. Vorrai mica consegnarmi a Golia? Ti sto sul cazzo? Via, sii buono. Capriccioli, per piacere, raccomandami a Gilioli, diglielo tu quanto sono buono.)
Non chiedetelo neppure alle merde che ieri, alla sentenza della Corte d’Appello che ha assolto Amanda Knox e Raffaele Sollecito, hanno inscenato quella lugubre parodia di Cassazione: non chiedete a loro cosa resti a chi ha ragione e confida nel diritto per poter aver giustizia. La forza del denaro, la forza del numero, la legge del luogo comune che pretende di essere accettato in forza della verità che impone senza avere alcun bisogno di ragioni, tanto meno dimostrate: non sapranno consigliarvi di fidare in altro. Non perdete tempo, chiedete a Ovidio Marras.
Gentile dottor Castaldi,
RispondiEliminami scusi se esco dal tema del post. Oggi a Radio 24 si parlava degli operai che hanno occupato la Fincantieri a Sestri Ponente: temono disinvestimenti, licenziamenti, dismissioni.
Orbene, "sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Cei, il cardinale genovese Angelo Bagnasco: «È il segno di una situazione difficile. Speriamo che venga risolta nel modo migliore» ha detto".
Testuale. E la giornalista che parlava sembrava seria.
Cordiali saluti
Ho pianto quando stasera ho conosciuto Ovidio Marras in un'intervista al Tg3. Finalmente ho conosciuto un uomo, un vero uomo! E mi sono commossa, non ho potuto trattenere le lacrime e ho ringraziato Dio perchè pensavo che in vita mia non avrei mai incontrato un uomo coraggioso e forte come lui. Grazie per aver detto che quel posto meraviglioso in cui vivi non è solo tuo, ma è di tutti. Grazie Ovidio Marras! Donatella Tizi - Fermo
RispondiEliminaIl titolo ("Chiedete a...") sembra echeggiare l'ultima campagna pubblicitaria dell'8x1000.
RispondiEliminaMa io continuavo a chiedermi chi avrebbe dato i soldi agli amministratori di Nonciclopedia (prodotto non editoriale senza scopo di lucro) per sostenere la causa legale, e ho escluso fra i primi me e Lei, signor Castaldi...
RispondiEliminaE continuo a chiedermi che ci azzeccano i bulli e i flamers antivasco dell'ultima ora con gli amministratori di Nonciclopedia che misero la saracinesca al sito per evitare che altra gente leggesse articoli offensivi, passasse da normale a butthurt, e andasse a sporgere denunce.
D'altra parte sembrava fosse l'ouverture per l'ultim'ora, ossia la chiusura di wikipedia per protesta al comma 29. Il collegamento è lampante invece qui.
Devo dire, in conclusione, che fuor di Chiesa dissento enormemente dalle Sue argomentazioni.
Sarà qualcosa nell'aria, ma ormai, a turno, mi sta capitando di scontrarmi con quasi tutti i protagonisti della blogosfera italiana. Ma tant'è.
RispondiEliminaNell'altro post sul tema Nonciclopedia ti dicevo che era atato uno dei tuoi peggiori post. Ma non avevo ancora letto questo.
E come dicevo in un commento da quelle parti, sospetto che tu non abbia la più pallida idea di come funziona la giustizia. Nessuno ti garantisce che a vincere sia sempre chi ha più ragione. Una causa è una partita tra due contendenti ed un arbitro che fa rispettare le regole, ma chi è più bravo vince.
Avere fiducia nella giustizia al massimo vuol dire avere fiducia nella imparzialità del giudice, ed il giudice deve limitarsi ad applicare le regole. Se l'avvocato di una parte è più bravo di quello dell'altra non c'è partita, vince il primo a prescindere dalle ragioni dell'altra parte.
Chiedete alla Bongiorno ed al PM del processo di Perugia, così, giusto per fare l'esempio più recente. L'accusa ha fatto tante e tali di quegli errori che la difesa è stata abile a sfruttare. Punto.
(e se credete che sia solo una questione italiana potreste chiedere ad O.J. Simpson, ad esempio).
Ironia della sorte, oggi Wikipedia Italia ha deciso di avere un comportamento praticamente identico a quello avuto da Nonciclopedia: ha quasi chiuso il suo sito per protesta. E sta facendo un'azione di protesta contro una possibile futura legge.
Per coerenza, aspetto un tuo prossimo post contro la codardia di Wikipedia che preferisce chiudere il suo sito piuttosto che affrontare la questione nei tribunali. Cordialità.
il signor Ovidio Marras aveva la sua casetta e il suo accesso. Ha fatto giustamente causa, e la Giustizia ha decretato che aveva ragione.
RispondiEliminama se i bulldozer della Sitas, invece che spianare il sentiero, gli avessero spianato la casa? Sono quasi certo che il sig. Marras si sarebbe barricato dentro. Non sarebbe certo uscito fischiettando verso una stazione dei carabinieri per sporgere denuncia lasciando che gli demolissero l'abitazione.
condivido l'idea che non si possa certo vivere del vecchio adagio brianzolo 'chi vusa pusee, la vaca l'è sua' (la mucca è di chi grida più forte).
Ma, specie nel mondo del diritto digitale, dove abbiamo leggi ottime al tempo di Gutenberg ma che mal gestiscono il web, una modica quantità di far west è accettabile. Perchè il far west nasce dal vuoto legislativo, non lo crea.
Gli anonimi che dissentono enormemente fanno ridere
RispondiEliminaNon me ne frega nulla di Vasco Rossi, ma l'Italia (specie il PDL, ma non solo) è piena di zie suscettibili e vecchi caproni rimbecilliti, e di "assolti" per prescrizione.Speriamo che il DDL non passi.
Intanto, anche Wikipedia paventa la chiusura ....
RispondiEliminaIl pezzo , fino alla metà, è un capolavoro.
RispondiEliminaPoi scade un po' nell'iper-recentismo :)