Ho potuto leggerne solo la pagina dedicata a Vasco Rossi che in queste ore gira per il web in copia cache ma aggiornata solo fino a due anni fa, perché fino a ieri – non so quanto sia grave – ignoravo addirittura l’esistenza di Nonciclopedia, che ora dalla sua homepage annuncia la “sospensione del servizio” per uno “sciopero a tempo indeterminato”.
Era di quel genere, il “servizio”? L’ho chiesto ai due o tre amici che di solito consulto per tappare i buchi della mia grande ignoranza su quanto attiene al web, e la risposta è stata affermativa. Satira? Può darsi. A mio modesto avviso, tuttavia, la pagina dedicata a Vasco Rossi mi pare più insultante che sarcastica. Ma questo è un giudizio personale, il mio, e vale poco più di niente. Quello che i legali di Vasco Rossi hanno chiesto alla magistratura, invece, mi pare possa dirsi qualificato, soprattutto se si tiene conto del fatto che i tribunali sparsi lungo lo Stivale hanno mandato assolta la satira in tante occasioni, anche quando era particolarmente aggressiva.
In questo caso un magistrato ha sentenziato che sentenzierà se si trattava di diffamazione, e pare che sia stata proprio questa sentenza a convincere i responsabili di Nonciclopedia allo “sciopero a tempo indeterminato”. Vasco Rossi, infatti, precisa (non smentito): “Ho querelato Nonciclopedia, ma non ho chiesto la sua chiusura”. A torto o a ragione, si è sentito insultato e diffamato, e un giudice gli ha dato potrebbe dar ragione. Può darsi che mi sfugga qualche dettaglio decisivo, e in tal caso chiedo scusa a chi mi sta leggendo, ma dove sarebbe l’“attacco alla libertà di espressione” che sta nel lamento di quanti un magistrato ha definito diffamatori, e che subito è stato rilanciato dalla créme della nostra blogosfera col grido d’allarme tanto abusato da essere diventato pressoché inutile?
Secondo il “migliore blog d’opinione” (fonte: Macchianera Blog Awards 2011), “la piccola case history di Nonciclopedia è una perfetta anticipazione di quello che accadrà molto più diffusamente e facilmente se il nuovo regolamento Agcom e il comma 29 del primo articolo del disegno di legge sulle intercettazioni (il cosiddetto Ammazzablog [cosiddetto da chi?]) diventeranno realtà: vip e potenti armati di grandi avvocati che faranno azioni legali, piccoli blog e non professionisti della comunicazione on line che pur di non avere rotture di scatole giudiziarie rinunceranno ai propri spazi di libertà e parodia”. Pressoché simile il commento del “miglior blog politico” (stessa fonte), per il quale è in atto il tentativo di “silenziare tutta l’informazione e la critica indipendente, vale a dire quella che non possono controllare, intimidendo a suon di sanzioni chi se ne occupa, indipendentemente dal fatto che sia accuratamente documentata o completamente campata in aria”.
Pareri autorevolissimi, di fronte ai quali conviene inchinarsi, ma che mi lasciano assai perplesso su alcuni punti. La libertà di espressione include l’insulto e la diffamazione? Chi a torto o a ragione si senta insultato o diffamato ha diritto di chiedere il parere qualificato di un magistrato? Se un magistrato dice che quella di Nonciclopedia non è satira ma diffamazione, questo giudizio può essere assunto come dirimente al fine di stabilire un limite tra la libertà di espressione e l’offesa, tra il legittimo diritto di critica e la molestia? E allora, nel caso di specie, dov’è la censura? Dov’è l’intimidazione che Nonciclopedia avrebbe subito da Vasco Rossi?
Non vorrei aver frainteso qualcosa, ma a me pare che l’intimidazione si stia esercitando proprio nei confronti di Vasco Rossi, da subito fatto oggetto delle reazioni isteriche di chi ha risposto con l’arco riflesso della solidarietà, che ormai parte in automatico, come è per l’istinto di branco. Sarà stata ipersensibilità da “minaccia del bavaglio”? Può darsi, anzi, voglio sperare sia proprio sia questo. Perché ritengo che non c’è libertà senza responsabilità: puoi scrivere tutto quello che ti pare, ma devi essere disposto a renderne conto. Se ti sembra di essere nel giusto, non cedere e affidati senza timore al giudizio di un magistrato.
Non è quello che chiedi al potente quando cerca di sottrarsi al dovere di difendersi nel processo, preferendo difendersi dal processo, atteggiandosi per giunta a vittima? A chi vogliamo affidare il compito di discriminare tra libertà e arbitrio? Facciamo decidere a un giudice o ci affidiamo alla sentenza di condanna o assoluzione decisa per acclamazione?
Postilla Mi informano - cito il lettore che lo scrive nella pagina dei commenti a questo post - che “in realtà non c’è stata ancora alcuna sentenza, gli amministratori di Nonciclopedia sono stati chiamati dalla polizia postale quest’estate, quindi siamo ancora ben lontano a che la querela giunga alla sua fase giudiziaria” . Ne prendo atto, devo aver frainteso il contenuto del comunicato rilasciato dall’ufficio stampa di Vasco Rossi, ma non penso che la sostanza della mia obiezione venga meno, e, dopo aver corretto il post sul punto, chiedo: cosa impedisce a Nonciclopedia di attendere quella sentenza? In altri termini: perché chiudere il sito e non difendere con le unghie e con i denti un diritto che si lamenta odiosamente minacciato? Perché non chiedere al web la solidarietà nella forma di un aiuto economico per sostenere la spese legali, come per esempio fece qualche tempo fa Mirko Morini per affrontare il contenzioso (poi vinto) con Gigi Moncalvo? Perché Nonciclopedia preferisce mettersi in posa da vittima e sollecitare il branco a prendere le sue difese attaccando Vasco Rossi, al fine (neanche tanto celato) di fargli ritirare la querela? Non dovrebbe essere interesse di tutti sapere se quella di Nonciclopedia sia satira o diffamazione?
Postilla Mi informano - cito il lettore che lo scrive nella pagina dei commenti a questo post - che “in realtà non c’è stata ancora alcuna sentenza, gli amministratori di Nonciclopedia sono stati chiamati dalla polizia postale quest’estate, quindi siamo ancora ben lontano a che la querela giunga alla sua fase giudiziaria” . Ne prendo atto, devo aver frainteso il contenuto del comunicato rilasciato dall’ufficio stampa di Vasco Rossi, ma non penso che la sostanza della mia obiezione venga meno, e, dopo aver corretto il post sul punto, chiedo: cosa impedisce a Nonciclopedia di attendere quella sentenza? In altri termini: perché chiudere il sito e non difendere con le unghie e con i denti un diritto che si lamenta odiosamente minacciato? Perché non chiedere al web la solidarietà nella forma di un aiuto economico per sostenere la spese legali, come per esempio fece qualche tempo fa Mirko Morini per affrontare il contenzioso (poi vinto) con Gigi Moncalvo? Perché Nonciclopedia preferisce mettersi in posa da vittima e sollecitare il branco a prendere le sue difese attaccando Vasco Rossi, al fine (neanche tanto celato) di fargli ritirare la querela? Non dovrebbe essere interesse di tutti sapere se quella di Nonciclopedia sia satira o diffamazione?
In realtà non c'è stata ancora alcuna sentenza, gli amministratori di Nonciclopedia sono stati chiamati dalla polizia postale quest'estate, quindi siamo ancora ben lontano a che la querela giunga alla sua fase giudiziaria.
RispondiEliminaEcco, grazie per la precisazione. Cosa impedisce a Nonciclopedia di attendere quella sentenza?
RispondiEliminaIn realtà non c'è stata alcuna sentenza, il portavoce di Vasco Rossi dice stronzate. Semplicemente, il sito Nonciclopedia funziona come Wikipedia, ciascuno può modificarlo a suo piacimento. Ma non è che accettino tutte le cagate che possono venire in mente a un ragazzino (è un sito per lo più frequentato da adolescenti nerd).
RispondiEliminaGli avvocati di Rossi, un anno fa, inviarono una diffida all'indirizzo mail di Nonciclopedia, intimando la rimozione e richiedendo i dati di connessione degli utenti che avevano scritto la pagina su Rossi (sempre in aggiornamento e revisione, per altro).
Gli admin hanno risposto che non potevano fornire alcuna informazione sugli utenti per il semplice fatto che non le possiedono, essendo queste informazioni contenute nei server di Wikia e non a disposizione degli admin della Nonciclopedia Italiana.
Quanto al contenuto diffamatorio, gli admin di Nonciclopedia si sono dichiarati disponibili a cancellare o rettificare quelle parti ritenute offensive della rispettabilità del sig. Rossi Vasco. A questa mail degli admin gli avvocati di Rossi non hanno risposto.
Dopo un anno, alcuni admin del sito vengono convocati dalla polizia postale per rendere conto della querela per diffamazione che, intanto, i legali di Rossi avevano depositato. L'accusa per gli admin è di concorso in diffamazione a mezzo stampa, benché non abbiano scritto materialmente la pagina su Vasco Rossi.
Questi admin sono sostanzialmente degli adolescenti poco più che maggiorenni, hanno deciso di sospendere temporaneamente il sito per protesta.
da quanto dicono gli amministratori del sito ( http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Nonciclopedia:Sospensione_del_servizio ) non ci sarebbe stata ancora alcuna sentenza, solo dei controlli da parte della polizia postale.
RispondiEliminaparlare di censura è certo improprio ed è legittimo appellarsi a un magistrato, ma Nonciclopedia è un sito in cui:
1) l'offesa anche pesante prende di mira praticamente qualunque personaggio famoso, vivente o meno, esistito o meno, italiano e non
2) anche per questo il contesto in cui viene praticata è surreale e non può essere presa realisticamente sul personale.
per questo parlare di Nonciclopedia come di un sito "che degli insulti contro Vasco Rossi aveva fatto la sua bandiera", come fa la portavoce del cantante su facebook, rivela ignoranza del mezzo e un certo narcisismo che, a mio avviso, sono i principali motivi di critica verso l'iniziativa, legittima, di Vasco Rossi.
Volpi Negli Stati Uniti la Corte suprema ha sostanzialmente dichiarato che un personaggio pubblico può essere insultato anche in maniera pesantissima (Hustler magazine v. Falwell). Il sottotitolo di Noninciclopedia è "l'enciclopedia libera dai contenuti"; nessuno avrebbe ragionevolmente ritenuto fondato la pagina.
RispondiEliminaTrovo comunque ridicolo che un sedicente sostenitore nonchè istigatore della trasgressione come il signor Rossi si riduca ad un simile gesto che definirei quasi stizzito, da lesa maestà.
RispondiEliminaDirei il solito incendiario morto pompiere, amen.
volpi Qua in Italia c'è stato la famosa piece di Luttazzi su Andreotti e il cadavere di Moro ad esempio.
RispondiEliminaTuttavia, dottor Castaldi, in merito alla norma incriminata, una cosa sono i blog importanti, con molto seguito, altra la miriade di piccoli siti che si limitano ad essere una sorta di notes del blogger per esprimere il proprio pensiero.
RispondiEliminaSon convinto che - tanto per fare un esempio - non varrebbe certo la pena di adire il tribunale per replicare al primo credente che, passando per puro caso nel mio modestissimo blog, si senta offeso nelle proprie convinzioni religiose da ciò che v'è scritto, chiedendomi tramite l'autorità la rettifica in 48 ore. In tal caso, penso che chiuderei e basta.
IMO si è risposto alla lesa maestà del vecchio con altra lesa maestà. Quindi il gesto di protesta è stato eccessivo, emotivo e che cerca lo scalpore (addirittura ho visto un servizio sul tg di Raidue, nulla d'autorevole ma comunque più che mainstream).
RispondiEliminaPerò anche voler denunciare gli admin per un prodotto non editoriale, con i dati degli autori materiali della "diffamazione" in California nella farm Wikia, non sembra un po' troppo?
Continuare a minacciare col mezzo giudiziario persone che sono sì quelli che gestiscono la baracca, ma che non sono responsabili dei contenuti e non hanno creato quelli incriminati, pure dopo un mese e mezzo dalla loro cancellazione dal sito, non sembra un po' eccessivo?
Io fossi stato in loro avrei composto un'altra NonNotizia come per l'associazione "Pronto Bambino" o per l'interrogazione di De Poli sugli emo; supporrei che un gesto del genere sia stato suggerito da problemi economici tali da non poter sostenere una causa...
La questione è proprio questa. Nonciclopedia non è a scopo di lucro, non ha soldi e quindi non ha la possibilità di sostenere un processo. Risulta quindi fin troppo facile, per un cantante che ha una discreta disponibilità economica, andare per vie legali. Lui avrà la sua schiera di avvocati ben pagati e quindi motivatissimi ad andare fino in fondo. E chi tutela Nonciclopedia? Chi tutela il diritto alla satira e la libertà d'espressione? Vasco Rossi tenta la carta, legittima, della via legale. Nonciclopedia, invece, quella altrettanto legittima del web, del passaparola. E sembra che questa storia stia danneggiando l'immagine del cantante e portando ondate di consensi a Nonciclopdia.
RispondiEliminaA me sembra legittima la carta di Vasco Rossi, quella di Nonciclopedia mi pare scorretta e mi puzza pure un po' di mala fede. In quanto al dimostrare che quella pagina fosse satira, c'è bisogno di un avvocato così costoso? E' così difficile dimostrarlo? Come sta ululando il branco, non è autoevidente? Un po' di fiducia nella magistratura, via.
RispondiEliminaCastaldi non riesco a dissentire su una virgola del tuo post che invece mi induce ad elaborare un punto che tocchi. Molti dei danni capitali e imperdonabili prodotti dal Berlusconismo alle fondamenta della nostra "giovane" democrazia in questi quasi vent'anni si caratterizzano per estrinsecare i propri effetti su due livelli distinti. Quello perpetrato nei confronti della "giustizia" in senso lato ad esempio, è sia, come dici, il danno da "cattivo esempio" di chi fonda la proria strategia difensiva sul vittimismo poi amplificato dai media e dalle tecniche di semplificazione/ripetizione ubbidientemente fatte proprie dai pappagalli di regime finendo per "difendersi dal processo anzichė nel processo" o, cosa ancor più grave, dall'aver spaccianto in questi anni le decisioni delle Corti per "intromissioni indebite" di un Potere dello Stato nella vita dei cittadini (esemplari le dichiarazioni dei suddetti in occasione delle sentenze Inglaro e tra tutte, per la supposta autorevolezza dei rispettivi ruoli, quelle del senatore e professore Quagliareno e del Guardasigilli Alfano ); ma vi anche un secondo livello di guasto, meno apparente e destinato ad avere effetti di più lungo periodo: quello di aver trasformato in "eroe" della democrazia un sistema giudiziario ed i funzionari ad esso preposti facendo di colpo apparire come trascurabili quei difetti profondi che rendono arduo per l'uomo ragionevole, che pur ritenga di essere nel giusto, di "..non cedere e affidarsi senza timore al giudizio di un magistrato".
RispondiEliminaSe ciò che un cittadino deve pretendere da un sistema giuridico è che abbia la capacità e l'autorevolezza per "intromettersi debitamente" nella vita dei consociati quando questi lo domandino, gli atti e le omissioni del Berlusconismo hanno la responsabilità di aver contribuito a spegnere tale già flebile consapevolezza nell'opinione pubblica, come le reazioni alla vicenda di Vasco Rossi non fanno che dimostrare. Ma passato Berlusconi quella autorevolezza e quella capacità non ne usciranno completate solo per il fatto di avergli resistito.
M.Ricci
Lo ritengo un contributo notevole, grazie.
RispondiEliminaAvevo conosciuto Nonciclopedia perché avevo scoperto che citavano un mio post su Alessandra Borghese!
RispondiEliminaNon vedo cosa ci sia di strano, davvero: io offro un servizio gratis alla comunità, questo servizio mi procura grane da uno a caso tra mille individui, io chiudo il servizio esternando il mio disappunto. Più pulita di così si muore.
RispondiEliminaOvviamente, se ho un seguito, e anche questa non è una colpa, questo produrrà disagi e proteste, e quindi solidarietà, e quindi forse un riscatto di immagine avverso il ricorrente, e quindi forse un vantaggio.
Detto ciò, sì, se proprio vogliamo fare una questione di principio, è da queste cose che si vede che la libertà di espressione in Italia sta indietro mille anni luce. Per il semplice motivo che le cause temerarie, e questa per quel che capisco ha tutti gli indizi per esserlo, dovrebbero essere punite con spese a carico del temerario. Ed invece basta una deununcia, e nemmeno un tribunale o un giudice, per oscurarti il prodotto basta un poliziotto. Nell'era di internet, questo non può più passare: oggi, o si è da una parte o dall'altra, perché internet ti mette di fronte alle libertà degli altri e ti spinge a chiederti perché per noi deve essere diverso.
In questoo contesto, proteste di questo tipo dovrebbero fioccare ovunque, a prescindere, senza aspettare il giudice; e non perché non si abbia fiducia nel giudice, ma perché è l'intero sistema legislativo e giudiziario che è in ritardo di due secoli, ed ora si vede.
P.S.: ma Morini non era quello a cui in sede penale il giudice ha risposto che la sua non era diffamazione, ma che ha dovuto risarcire Moncalvo per averlo diffamato? Non sarà mica un esempio un po' zoppo, che dimostra che in sede civile io rischio sempre di essere indicato come responsabile di aver offeso una persona, anche quando dico la verità, anche quando faccio satira, persino quando non offendo affatto, questo perché lì in sede civile onorabilità presunta e libertà reale pari sono? O che se non altro dimostra l'irrazionalità del sistema italiano in questi temi?
RispondiEliminaMalvino,
RispondiEliminati leggo sempre volentieri. Questo post però è uno dei tuoi peggiori: vabbe', non sarà il primo e non sarà l'ultimo, non sempre le ciambelle riescono col buco.
Quello che non fa giustizia alla tua intelligenza è che per predertela con la reazione quasi pavloviana del "branco", e passi (ma anche qui avrei da ridire), in realtà finiisci col prendertela con un sito goliardico ed innocuo come Nonciclopedia.
Gli amministratori del sito, legittimamente, si sono limitati a chiuderlo per protesta. Che era una delle poche cose che potevano fare per difendersi dalle improvvide accuse avanzate da miticoVasco. E che mediaticamente risulta molto efficace, ripagando con la stessa moneta l'azione del Rossi, ormai in cerca di pubblicità gratuita pressochè quotidianamente: il danno di immagine che ne sta ricevendo è totalmente meritato.
Ma la cosa più assurda del tuo ragionamento è pretendere che gli amministratori di Nonciclopedia avrebbero dovuto serenamente attendere gli esiti di un eventuale processo. Il chè mi fa sospettare che tu non hai mai avuto a che fare con la giustizia, buon per te.
Io non ho dubbi che non esiste alcun giudice in Italia capace di condannare quella pagina per diffamazione. Mentre nutro fortissimi dubbi che il giudice avrebbe condannato miticoVasco al pagamento delle spese processuali.
Morale della favola: gli amministratori ne uscirebbero sicuramente assolti, ma a quale prezzo? Hai idea di quante migliaia (se non decine) di migliaia di euro può venire a costare difendersi in una qualsiasi causa?
Beh, visto quello che scrivi prima o poi potrebbe capitarti benissimo di trovare l'idiota di turno che si senta diffamato da quanto scrivi. Probabilmente la tua reazione sarà differente, ma quella avuta da Nonciclopedia mi sembra del tutto condivisibile. IMHO naturalmente.
@luigi
RispondiEliminanonciclopedia era (è?) una fabbrica di minchiate. In cui ognuno scrive cose senza senso, assolutamente dissacranti verso il soggetto della pagina.
una sorta di carnevale perenne, senza nessuna minima, vaga, idea di fare 'informazione' oppure una critica legittima.
per fare un esempio, sarebbe come se querelassi un bimbo delle elementari perche ha scritto sul muro della scuola "Stefano lo prende tutte le sere con gusto".
e poi diciamocelo, fa un po' ridere che un tizio che da 30 anni ce la mena col vivere a caso si incazzi con un sito che spara cazzate a raffica. Voglio una vita spericolata e tutta la libertà ok, finchè non mi dicono che musicalmente faccio cagare o che uso gli stessi due accordi dal 1823.
dal punto di vista della forma, sostanzialmente, nessun difetto, era mio pieno diritto e l'ho esercitato. Dal punto di vista del contenuto, una figura di merda colossale.
http://gilda35.com/2011/10/03/lettera-aperta-pro-nonciclopedia-ai-legali-di-vasco-rossi/
RispondiElimina@chartitalia
RispondiEliminase ti senti diffamato devi poter chiedere giustizia, Vasco Rossi ha tutti i diritti per denunciare Nonciclopedia.
E se decidi di fare un sito con contenuti provocatori devi sapere i rischi che corri!
A me non è piaciuta la denuncia di Vasco Rossi, è un'ulteriore prova che è passato da artista provocatore e fuori dalle logiche commerciali a marchio registrato che ha come unico scopo il business, ma non nego che quello che ha fatto è legittimo.
Sono d'accordo con malvino, soprattutto quando sottolinea che "non c'è libertà senza responsabilità". Troppo spesso, nella sacrosanta difesa della libertà del web, si tende a vagheggiare una specie di realtà extra legem, una zona franca dove i codici civili e penale vengono sospesi e tutt'al più il giudice unico è il numero di tweet. Leggo tra i commenti qua sopra, ad esempio,"….la cosa più assurda ….è pretendere che gli amministratori di Nonciclopedia avrebbero dovuto serenamente attendere gli esiti di un eventuale processo". Il che, se ho capito il senso dell'intervento, equivale a pretendere che sul web ognuno sia libero di fare il cazzo che vuole senza vincolo di sorta. Non so che ne pensate, ma a me sembra aberrante.
RispondiEliminap.s. aggiungo che
1)Vasco Rossi (che non mi piace e non mi è mai piaciuto, il che, vabbè, è irrilevante) avrebbe pure potuto dimostrarsi un po' superiore, l'effetto streisand è innegabile;
2) Ho sempre trovato molto irritante Nonenciclopedia: spero che nessuno si offenda, ma per me è una roba di un livello intellettuale e culturale non molto superiore a quello delle scritte sui muri delle scuole medie (anche questo è irrilevante, ma forse un po' meno)
3) Il caso in sé non mi sembra avere molta attinenza con la cosiddetta norma ammazza blog (norma che invece molti accostano alla vicenda di VascoRossi)
Il problema , Caro Malvino, è che purtroppo quei ragazzi (i ragazzi , spesso minorenni, che per gioco scrivono quelle fregnacce, mettendo Vasco insieme ad altri personaggi, come "Dio", il "Papa", berlusconi, Chuk Norris, ma premdendosela anche con cose , tipo "la sedia", "L'astuccio", o quasi cose, come i Bimbiminkia) sanno benissimo che un blog, un sito, o qualunque cazzata che si spari su internet, NON è il mondo reale, ma il mondo virtuale. Loro dicono di tutto, ma per gioco, e infatti anche esattamente come un gioco sono intesi i loro sfottò le loro offese. i grandi pensano che internet sia la realtà, o sia come un giornale di carta stampata. Semplicemente non è possibile omologare internet alla realtà effettuale. Ma i codici, e le procedure penali e civili, ancora viaggiano con i criteri soliti. Individuano in un nick una persona responsabile, etc. Semplicemente: da una parte c'è l'idea che un gioco è totalmente privo di responsabilità, dall'altra c'è chi non sa il registro semantico che si sta usando, e se la prende. Forse questo episodio comunque coglie il vero punto, ontologico-virtuale, della faccenda. Cosa è internet? e cosa è la realtà?
RispondiEliminadal punto di vista di questi giovani la realtà è la mamma che ti chiama per andare a mangiare, e tu devi scrivere una cazzata su un blog, o su una pacina di Nonciclopedia. ma quello che scrivi, con la realtà della mamma, dei compagni di scuola, dei giudici, etc, non c'entra nulla. Ecco il punto: essi non sanno, e quindi non sono responsabili, che i "grandi" giocano un altro gioco, con le regole vecchie.
Se tu vai sulla pagina FB di vasco, c'è una caterva di messaggi che implementano la fattispecie della calunnia. Che dovrebbe fare un avvocato, querelare singolarmente 14 mila persone? Eppure, secondo la ratio dellì'avvocato, e dei grandi, questo dovrebbe essere fatto.
Ps. la cosa non vale per persone private, non aventi una personalità sociale e d esposta, in qual caso sarei d'accordo con te.
Ma vasco, dio santo, ha allora "diffamato" un sacco di politici, di personalità etc. Che dovrebbero fare: querelarlo? La Cocacola dovrebbe querelarlo perchè in una canzone vasco la offendeva? Andiamo, non vedo reciprocità.
Penso a quei poveri ragazzi che si vedono minacciati di pagare soldi veri (e una querela per diffamazione costa decine o centinaia di migliaia di euro, al colpevole).
Per questo hanno avuto paura, ansia, angoscia.
Vasco non credo c'entri molto, c'entrano i suoi avvocati.
trovo interessante, oltrechè divertente, il post di Gilda35e invito caldamente a leggerlo.
RispondiEliminaPosso convenire che la pagina di Vasco fosse più offensiva che satirica e che "non c'è libertà senza responsabilità" ma mi permetto di aggiungere "personale".
RispondiEliminaIn questo invece, in Italia abbiamo numerosi precedenti dove la responsabilità in rete è stata data dai giudici ad minchiam sui gestori di un servizio per cose fatte invece da utenti rintracciabilissimi: si pensi a youtube ritenuto responsabile per le violazioni del diritto d'autore commesso dai suoi utenti che caricano i video, video troppo numerosi per essere controllati in tutti quanti, pena la sospensione del servizio per così come lo conosciamo e per come è diventato famoso.
Nel casi di nonciclopedia poi, non solo gli Amministratori del sito non sono realmente tali - non sono infatti paragonabili a coloro che noi normalmente denominiamo come amministratore di un sito - e sono comunque indagati, ma funzionando come wikipedia si può risalire personalmente allo storico delle modifiche nelle linguette dette "cronologie" che riportano tutte le modifiche con tanto di autore o di ip pubblico.
@Alessandro & Randolph Carter:
RispondiEliminaRibadisco: "…la cosa più assurda … è pretendere che gli amministratori di Nonciclopedia avrebbero dovuto serenamente attendere gli esiti di un eventuale processo".
L'assurdo consiste nel mettere in alternativa l'aspettare il giudizio del giudice ed il chiudere il sito (come se l'uno escludesse l'altro), o almeno così si argomentava nel post del tenutario del blog.
Il tenere aperto un sito non è una cosa obbligatoria, e l'amministratore può chiuderlo quando vuole, perchè si è rotto i coglioni o per protesta o per entrambi i motivi.
Dopodichè sospetto che nessuno dei denigratori di Nonciclopedia abbia la più pallida idea di come funziona la giustizia. Nessuno ti garantisce che a vincere sia sempre chi ha più ragione. Una causa è una partita tra due contendenti ed un arbitro che fa rispettare le regole, ma chi è più bravo vince.
Avere fiducia nella giustizia al massimo vuol dire avere fiducia nella imparzialità del giudice, ed il giudice deve limitarsi ad applicare le regole. Se l'avvocato di una parte è più bravo di quello dell'altra non c'è partita, vince il primo a prescindere dalle ragioni dell'altra parte.
Chiedete alla Bongiorno ed al PM del processo di Perugia, così, giusto per fare l'esempio più recente. L'accusa ha fatto tante e tali di quegli errori che la difesa è stata abile a sfruttare. Punto.
Ripeto, in un processo per diffamazione posso anche essere assolto (e non ho dubbi che nessuna dubbio avrebbe potuto dare ragione a miticoVasco) ma le spese processuali me le devo pagare io. Ed è questa la cosa schifosa dell'azione di miticoVasco: minacciare una querela contro un avversario che non avrebbe potuto pagarsi gli avvocati che lui può pagarsi. E' tanto difficile da capire?
Per analogia:
RispondiEliminahttp://www.daw-blog.com/2011/10/01/clamoroso-travaglio-ci-avverte-querelo-tutti-se-ci-mette-il-bavaglio-questo-sito-chiudera/
Un blogger, il famoso Daw, un giorno se ne esce con un titolo sensazionalistico affermando (sbandierando ipotetiche "prove", fra l'altro) che Travaglio copia, salvo poi accusare Travaglio di ledere la libertà di informazione quando questi minaccia querela a chi afferma che lui copia.
D'accordissimo con Malvino, è un atteggiamento ridicolo confondere la libertà di espressione con la libertà di insultare o accusare infondatamente.
Rimango però sempre stupito negativamente quanto un Vasco o un Travaglio procedono effettivamente alla querela.
Ecco, ora secondo te cosa dovrebbe dire, per prendere una voce a caso, la persona oggetto di questa voce?
RispondiEliminahttp://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Daniela_Santanchè
Nonciclopedia è ironia demenziale. E' spiegato in tutte le pagine del sito in chiare parole. Si capisce da ogni frase scritta senza eccezioni. Se qualcuno pensa di leggerci notizie vere o riferimenti a fatti veri, beh, son problemi suoi, e grossi. Se non vi fa ridere non leggetela.
RispondiElimina