“Nel nostro ordinamento vige il principio del libero convincimento del giudice. Noi abbiamo ritenuto che tutte quelle prove – pur molto significative, importanti, ecc. – non ci convincessero”. Così dice Claudio Pratillo Hellmann, presidente della Corte d’Appello di Perugia, al microfono di Alvaro Fiorucci (Tg3, 5.10.2011). È il modo migliore per aprire il servizio, che per qualche istante – solo qualche istante – sembra prendere la piega giusta. Infatti Flavia Paone – è lei che firma il pezzo – chiosa: “Oltre ogni ragionevole dubbio: solo in questo caso si può condannare qualcuno nel nostro sistema giudiziario. E di dubbi, nel processo ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito, ne erano rimasti troppi. Lo spiega oggi il Presidente della Corte d’Appello di Perugia, che in quella camera di consiglio c’è stato per ore”. D’altra parte, a chi tocca stabilire se le prove che l’accusa porta a carico di un imputato di omicidio siano davvero convincenti? Ai parenti della vittima? A Bruno Vespa? A quanti si sono appassionati al caso? Decidiamo con un referendum? Potrà dar fastidio quando la sentenza non incontra il nostro pieno gradimento, ma forse sarà il caso di lasciare la decisione ai giudici.
Sembra che anche Flavia Paone convenga, ma subito si capisce che lo fa a malincuore. Poi il malincuore diventa franco malumore, incazzatura acida, e allora il suo servizio prende una brutta piega. Di insinuazione in insinuazione cerca di condurci alla convinzione che la sentenza di assoluzione sia stata ingiusta, anzi, sommamente ingiusta. E comincia col parlarci del povero Rudy Guede, “condannato per concorso in omicidio, ma in concorso con chi, a questo punto, non si capisce più”.
Se vogliamo assecondare Flavia Paone, dobbiamo chiederci perché Guede stia in galera e quei due no. Se vogliamo assecondarla, dobbiamo convenire che il concorso non possa esserci stato che con quei due, impossibile pensare ad altri complici, sarebbe una inutile perdita di tempo visto che ne abbiamo già due a disposizione, che per giunta hanno tutte le carte in regola per stare sul cazzo a Flavia Paone: se Guede è colpevole, dunque, devono esserlo anche Knox e Sollecito. E qui, volendo assecondarla, viene il sospetto che il processo d’appello ai due sia stato del tutto superfluo, visto che Guede era già stato condannato in secondo grado.
A Flavia Paone sfugge – o vuol farselo sfuggire o vuole che sfugga a chi le presta attenzione – che sulla presenza di Guede sulla scena del delitto non ci sono dubbi (egli stesso non l’ha mai smentita), mentre per Knox e Sollecito sono stati tanto seri da non consentire una condanna “oltre ogni ragionevole dubbio”. In pratica, il fatto che Guede stia in galera e che quei due siano liberi non è affatto un controsenso, né logico, né giudiziario. E tuttavia Flavia Paone ci invita a cercare un senso in quello che ci invita a considerare un controsenso: Rudy è povero, è nero, non è particolarmente carino, non aveva avvocati famosi a difenderlo, non aveva dalla sua la simpatia dei media, nessun potente perorava la sua causa; per Amanda e Raffaele, tutto il contrario.
Flavia Paone non può esserne sicura, ma pare esserne proprio convinta: “Forse sarebbe andata diversamente se anche lui [Rudy Guede] avesse goduto dei mezzi economici e del potere comunicativo degli altri due: facce telegeniche per accattivarsi il pubblico, lobbies innocentiste a far pressione mediatica e, soprattutto, avvocati di grido con parcelle da svariati zero, principi e principesse del foro capaci di far riscrivere la verità giudiziaria e far passare due fidanzatini per le vittime del nostro sistema”. Quasi certamente colpevoli, insomma, e allora ingiustamente assolti.
“Oltre ogni ragionevole dubbio”, si diceva, e si diceva del “principio del libero convincimento del giudice”. Cazzate, in quella camera di consiglio non deve aver avuto alcun peso il fatto che le prove a carico dei due fossero tutt’altro che certe, comunque non convincenti al punto da azzardarsi alla condanna di due innocenti. Quand’anche lo siano, sono colpevoli per aver usato tutti i mezzi a loro disposizione per non essere condannati. Il signore che era intervistato in apertura del servizio li assolti perché si è fatto infinocchiare (chi lo avrebbe mai detto, sembrava una persona così seria), ma per fortuna abbiamo il Tg3 che rimette le cose in ordine sotto il cielo: assolti dalla giustizia in forza dei loro mezzi economici? Proprio per quelli condannati da Flavia Paone, tiè! Certo, “nessuno può dire con certezza quanto questa calcolata e costosa riabilitazione dell’immagine di Amanda abbia influenzato la Corte d’Appello”, ma che importa? La Cassazione del Tg3 ha emesso la sua inappellabile sentenza.
Malvino, due righe sul PM Mignini?
RispondiEliminahttp://www.cpj.org/CPJ.%20Letter.04.19.11.Italian.pdf
Non conoscevo i fatti riportati nella lettera di Joel Simon. Se corrispondono al vero, richiederebbero la rimozione del pm. Contesto solo il fatto che la lettera sia stata spedita a Napolitano, ma non al vicepresidente del Csm.
RispondiEliminaSarebbe doveroso anche lo sforzarsi di comprendere le sacrosante ragioni dell'altra parte.
RispondiEliminatemo che flavia paone abbia detto una sciocchezza per aver visto perry mason troppo spesso; nell'ordinamento italiano non esiste la formula dell' "oltre ogni ragionevole dubbio".
RispondiEliminaNell'ambito del processo penale un fatto puo' essere dimostrato anche solo sulla base di indizi, purche' essi siano "chiari, precisi e concordanti", seconda la formula dell'art. 192 cpp.
Non conosco i fatti e non mi sento di dire chi e' colpevole, chi no e chi solo un pochino, pero' ancora una volta chi ha fatto ricorso alla procedura abbreviata per chiudere subito il processo ha preso un calcio nei denti e chi e' andato a processo l'ha avuta vinta, per ora (e nel caso della ragazza americana si e' definitivamente sottratto alla giustizia; non credo che il ragazzo tardera' a seguirla).
la procedura giudiziaria italiana assomiglia sempre di piu' a quella di un paese in cui i deboli o coloro i quali hanno meno risorse vengono maciullati (colpevoli o meno che siano) ed i forti o coloro i quali hanno un patrimonio da investire per tirarla in lungo prima o poi ce la fanno. con un lieve understatement potrei dire che e' un esito largamente sub-ottimale...
@ Gianni
RispondiEliminaarticolo 533 del codiuce di procedura penale:
"Art. 533.
Il giudice pronuncia sentenza di condanna se l'imputato risulta colpevole del reato contestatogli al di là di ogni ragionevole dubbio".
Parry Mason e´arrivato anche in Italia....
l´articolo 192 riguarda la valutazione della prova.
questa mi mancava (anche se mi chiedo come possano queste due norme convivere nello stesso codice). grazie per l'aggiornamento.
RispondiEliminaPeccato che nel caso il debole aveva lasciato tracce di DNA in tutta la stanza e nella vagina della vittima....
RispondiEliminaE facendo il rito abbreviato si farà solo 16 anni per stupro e omicidio. Poverino mi fa quasi pena...
D.
gran bel post giustizialista. in stile radicale però (ovvero con fede cieca nella parte giudicante, e neanche troppo recondita diffidenza verso l'inquirente).
RispondiEliminamai sentito parlare di "giustizia borghese"? aborrite il termine? troppo "ideologico"?ecco in questo caso serve a descrivere perfettamente la realtà.
Giovanni
@ D:
RispondiEliminaio non conosco il caso ma questa storia del DNA ricorre in ogni processo. Avere lasciato delle tracce di DNA sulla vittima o nel luogo del delitto non implica che si sia colpevoli. Io posso fare sesso con una donna poi a andarmene e un altro la uccide. Posso andare a casa di un mio amico oggi e questo viene ucciso tra un mese mentre io sono a Borabora e le mie tracce di DNA sono rimaste sulla scena del crimine. Posso addirittura lasciare tracce del mio DNA sull´arma del delitto senza essere per forza l´assassino....
Lungi da me sostituirmi ai giudici. Ma sembra che, se sei carina, una buona attrice e hai genitori ricchi che pagano avvocati di grido, è più probabile che tu venga assolta che se sei nero, brutto e ti difende il primo avvocatino col diploma ancora fresco. in ogni caso, le indagini sono state fatte da cani, e hanno dato risultati dubbi: e nel dubbio si assolve. Ecco tutto.
RispondiElimina"in ogni caso, le indagini sono state fatte da cani"
RispondiEliminaAppunto. Una giustizia, per poter funzionare, necessita principalmente di gente seria e competente. In Italia, la giustizia non è attenta alle esigenze di imputati e vittime, quanto piuttosto a quelle di giudici e personale giudiziario; le ferrovie, non hanno a cuore i bisogni degli utenti, quanto invece quelli dei ferrovieri; gli ospedali, non si curano dei pazienti, quanto lo fanno per i medici e gli infermieri; le scuole non vengono intese quale momento di formazione dello studente, bensì come posto di lavoro d'insegnanti e bidelli; Alitalia era molto più attenta ai bisogni di piloti, hostess, stuart e controllori che a quelli dei passeggeri e sappiamo com'è finita; e l'elenco sarebbe ancora lunghissimo.
I risultati di questa maniera distorta di pensare il servizio pubblico sono sotto gli occhi di tutti.
Adesso che i nodi iniziano a venire al pettine, non lamentiamoci: ce la siamo cercata noi.
Gli avvocati di Rudy Guede sono Biscotti e Gentile (sì, i legali della famiglia Misseri e di Salvatore Parolisi).
RispondiEliminaMinerva
suggerito qui. www.lucasappino.com
RispondiEliminaLuca
@ Luca
RispondiEliminaOnorato.
@Simone:
RispondiEliminaVisto che non hai seguito il caso, ti ragguaglio sulla versione di Guede: me la sono scop*ta, sono andato in bagno, sono uscito e le avevano tagliato la gola.
Dimmi tu se è credibile...
D.
Malvino, insisto che qui qualcuno dovrebbe scrivere due righe sul Mignini. E non vedo dove altro nella pavida blogosfera italiana si potrebbe trovare il dovuto interesse per gli emergenti risvolti ultracristiani e antifemministi delle sue inchieste. Qui dal New York Post:
RispondiEliminahttp://www.nypost.com/f/print/news/international/she_devil_in_the_details_KT3zbCuNv6iW356MZHppZK
Potrebbe ad es. incuriosire il blog l'influenza direttamente esercitata sulle indagini sataniste del Mignini (fin dalla bufala della cupola dietro il mostro di Firenze che portò allo scontro Giuttari-Spezi), da parte della trapassata Gabriella Carlizzi, sedicente "Alfa ed Omega" nonché epigona di padre Gabriele Maria Berardi, scrittrice, pregiudicata e personaggio simbolo della deriva cattosuperstiziosa di alcune procure:
http://www.independent.co.uk/news/world/europe/masonic-theory-that-put-knox-in-the-dock-981759.html
http://qn.quotidiano.net/2001/08/21/2471430-L-intervista-Parla-Gabriella-Carlizzi-la-supertestimone.shtml
E' qui che si capisce davvero la portata dell'ingenuità e della ignoranza del TG3. Flavia Paone sembra essersi formata al giornalismo giudiziario guardando Pomeriggio 5, e con essa gran parte della stampa di sinistra, così abituata ad appecoronarsi davanti alle procure da farlo ormai per riflesso anche di fronte a PM tanto ultrareazionari che negli anni '70 sarebbero stati oggetto di proteste di piazza da parte delle compagne coi reggiseni in mano:
http://blog.panorama.it/italia/2011/10/06/assolta-la-pornostar-brigitta-non-coinvolse-minori-nella-sua-esibizione/