martedì 28 maggio 2013

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Non so se rammentate la scena del giorno in cui il dottor Guido Tersilli prende servizio da volontario in ospedale (Il medico della mutua – Luigi Zampa, 1969). Trova colleghi che hanno intuizione, e presto avranno prova, del suo cinismo e della sua spregiudicatezza. Non sono troppo diversi da lui, ma fiutano il pericolo di un concorrente dalle qualità superiori, e il loro disprezzo sostanzialmente è invidia.


8 commenti:

  1. Non capisco. Quindi secondo lei Scanzi sarebbe della stessa pasta di Battista, Polito e Rocca, anzi perfino più cinico e spregiudicato?

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    1. Non proprio. Intendevo solo dire che Battista, Polito e Rocca hanno sprecato una buona occasione per star zitti: le loro biografie professionali non li autorizzano a stare in posa da maestri d'imparzialità.

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  2. Non che quello che si sostiene nel post sia falso, intendiamoci. Ma io che non sono giornalista lo posso sostenere che Andrea Scanzi è il Giuliano Ferrara di Grillo? La stessa arroganza da para-intellettuale, lo stesso snobismo pop, la stessa convinzione - più o meno sincera - che le critiche all'acqua di rose mosse al nume lo rendano imparziale, la stessa pretesa di avere il monopolio delle critiche al nume (le sue vanno bene, quelle degli altri sono menzogne), eccetera.

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    1. Come nella risposta al commento qui sopra. Scanzi potrà non piacere per ciò che scrive e per come lo scrive, ma che a muovergli critiche di partigianeria siano tre ambigui terzisti che per Orsa Polare hanno sempre avuto i cazzi loro, beh, fa venir voglia di mandarli a cagare.

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    2. Oh beh, senz'altro. Io pensavo al merito della valenza di Scanzi come giornalista, più che al pulpito da cui provengono le critiche: che quel pulpito non stia molto in alto, è evidente. Che Scanzi stia allo stesso livello, se non più in basso, anche.

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  3. L'immagine del film con Sordi è azzeccatissima e sintetizza quanto i tre tweet riportati la qualità di certo giornalismo.

    6iorgio

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    1. Quello che più dà fastidio è quel dare dello "straccione". Detto da uno che ha fatto il pechinese sul divano degli Angelucci, onestamente indigna. Sulle innumerevoli prove della disonestà intellettuale di Rocca o sulle miserabili guicciardinate di Battista, invece, conviene sorvolare.

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  4. Alla faccia del terzismo (sic) e della cosiddetta imparzialità (la cosa che più mi fa incazzare). Stando alle parole che usano su Twitter evidentemente quei tre sono perfino peggio di come me li sono sempre immaginati.

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