mercoledì 4 dicembre 2013

Pietra e sangue, nome e profumo...

Questa non è una recensione, mi limiterò a rappresentare il lettore che, arrivato in fondo alle 192 pagine, chiude il libro, tira un sospiro e rimane sospeso in un sorriso di gratitudine, perché Pietrangelo Buttafuoco – sì, quello che può risultare antipatico per mille ragioni, e qualcuna anche buona – è riuscito nel miracolo di una storia tra sogno e memoria, passione e intelligenza, stavolta rinunciando pure, come fu con Le Uova del Drago e con L’Ultima del Diavolo, a qualche eccesso di espediente, sicché Il dolore pazzo dell’amore arriva dritto dove deve, e dove forse neppure l’autore pensava di arrivare, nel cuore stesso della «cosa» fatta di pietra e sangue, nome e profumo, zolfo e ciclamino. Avete presente le foto pubblicitarie di D&G? Bene, la Sicilia aspettava uno che venisse a far giustizia di quello scempio. E tuttavia rimane occasione, perché protagonista è l’Esser-ci. 

3 commenti:

  1. Visto che si è concesso una recensione, le chiederei un aiuto per interpretare l'ultimissima frase. A parte non essere riuscito a collocare l'accenno ad Heiddeger.... è un'occasione "perduta" (e quindi devo intenderla come recensione alla fin fine negativa) o cosa? mi perdoni perchè le chiedo di essere più didasclico. mia mancanza. Paolo

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  2. Brevemente.
    (1) Io inizio dicendo: "Questa non è una recensione...", e lei mi dice: "Visto che si è concesso una recensione..."? Dico: ha voglia di fare a botte?
    (2) Lei non riesce a "collocare" l'accenno ad Heidegger (che d'altronde mi pare solare nel concetto di Dasein) e questa - dice - sarebbe un'occasione "perduta". Sia, ma qual è il passaggio logico che la porta a concludere che dunque si tratta di una "recensione alla fin fine negativa"? Pare evidente che l'occasione non vada perduta né in me, né nell'autore del libro di cui parlo, e dunque?
    3) "Le chiedo di essere più didascalico". Non me ne voglia, è lei che deve sforzarsi a spiegarsi meglio.
    E compri il libro di Pietrangelo Buttafuoco, le farà un gran bene.

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  3. Le farei perdere tempo inutile a leggere il mio tentativo di spiegarmi meglio.
    Stavolta, la sua ultima frase (nella risposta) mi è sufficiente.
    Vedrò di capire da solo in che maniera il Dasein abita questo libro più di altri.
    Nuovamente grazie, Paolo

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