Fu Roberto De Mattei, cinque anni e mezzo fa, a darci la spiegazione teologica di un terremoto,
quello che alcuni giorni prima si era avuto in Giappone, e anche quella volta fu dai microfoni di Radio Maria. Disse che «le catastrofi
sono talora esigenza della giustizia divina, della quale sono giusti
castighi», aggiungendo che «le
nostre colpe possono essere
personali o collettive, possono essere le colpe di un singolo o
quelle di un popolo, ma, mentre Dio premia e castiga i singoli
nell’eternità,
è sulla terra che premia o castiga le nazioni, perché le nazioni
non hanno vita eterna».
Niente
di diverso da ciò che padre Giovanni Cavalcoli ha detto dai
microfoni di Radio Maria a commento degli eventi sismici che
nelle ultime settimane hanno devastato ampie aree di Marche e Umbria, con la sola differenza che per il Giappone, cinque
anni e mezzo fa, non veniva avanzava alcuna ipotesi sulla causa del
castigo, mentre qui il peccato è stato individuato nell’approvazione
da parte del Parlamento italiano di una legge che riconosce le unioni
civili tra persone dello stesso sesso. Differenza che tuttavia
possiamo ritenere irrilevante, perché, fra i castighi che Roberto De
Mattei portò a esempio dei casi in cui «talora Dio si serve delle grandi catastrofi per raggiungere un fine alto
della sua giustizia», non mancò «il
fuoco che cadde su Sodoma».
Cinque
anni e mezzo fa, in Italia, nessuno protestò, di conseguenza la Cei e la Santa Sede non ritennero opportuno contestare le affermazioni di Roberto De Mattei, né i responsabili di Radio Maria pensarono fosse necessario dissociarsene. Perché nessuno protestò? Ci è lecito supporre che agli italiani non dia alcun fastidio l’idea
che Dio possa servirsi di una catastrofe naturale per castigare
un’intera nazione, ma solo a patto che a esserne colpita non sia la loro.
Qualcuno protestò un realtà, solo che al tempo avevammo un papa molto meno attento al marketing.
RispondiElimina"Qualcuno", appunto, il che, quando si tratta di protesta, equivale a "nessuno".
EliminaL'idea di un dio che colpisce innocenti per "castigere" nazioni è ripugnante e blasfema, e fa parte del pensiero magico primitivo e pre-razionale dell'Umanità. Quanto a Sodoma e Gomorra, è un mito,come Adamo edEva, il Diluvio, la Torre di Babele.
RispondiEliminaciao
RispondiEliminaalcuni frammenti sparsi
1.
innanzitutto bisognerebbe capire cosa intendono con "Natura", quando il papa sostiene 'l'uomo perdona qualche volta, la natura non perdona mai' e se quindi le relative previsioni climatiche globali non siano un pensiero cristianizzato dato che ci sono scienziati che sostengono l'opposto.
O capire cosa intendono con 'la guerra fredda' tra nazioni cristianizzate, evangeliche o ortodosse, e visto che i russi nell'arte e nella cultura son sempre stati europeissimi ma anche americanissimi come Sostakovic e le orchestrazioni sinfoniche di Hollywood
2.
il valore del perdono, valore cristiano, per un agnostico che senso ha? Un valore che però sembra dato per "Naturale". Un po' come i dirigenti ex comunisti corrotti, che per farsi perdonare si sono inventati il mea culpa assolutorio e continuare a comandare, così dal Bingo circense come istituzionalizzazione del gioco d'azzardo fino allo storytelling renzista, seguendo la naturale involuzione.
3.
Ragionando sul corollario: se in quel momento non c'è indignazione, come facciamo a sapere se quando scatta l'indignazione non si tratta invece di una spintarella come a volte è accaduto? cioè mediata da altri mezzi, come la radio, la tv, le notizie sui motori di ricerca. E non penso sia banale perchè di solito quando io son d'accordo con le ragioni della protesta in quel momento vengo trascinato dall'euforia e mi dimentico anche di altre dinamiche autoritarie che contribuiscono alla dinamica del moto, prima di tutto alla variabile temporale
Abbiamo visto infatti che qualcuno ha usato la protesta contro certi valori berlusconiani dominanti per trasformarla nel bastone del potere (e portare avanti progetti molto simili, se non proprio gli stessi). L'opportunismo e il tradimento che in Italia negli ultimi anni si son fatti molto pesanti perchè han portato estrema povertà e perchè connotati da un violentissimo terrorismo 'lacrime e sangue' "a fin di bene". Ma sempre terrorismo governativo
"...le relative previsioni climatiche globali non siano un pensiero cristianizzato..."
EliminaNon risulta. Semmai è il papa che salta sul bandwagon. In ogni caso la storia che le previsioni climatiche siamo oggetto di controversia scientifica, quella sì che è una proiezione ideologica.
alcuni scienziati sono scettici e per diverse ragioni scientifiche e metodologiche (e altri per ragioni lobbistiche), se fosse in ogni caso allora si avrebbe una certezza ideologica, ma rimangono dubbi non c'è certezza data l'estrema complessità della materia; se ci fosse una proiezione teorica conosceremmo anche le cause delle glaciazioni con un certo margine d'errore ma anche usando tutti i calcolatori al mondo non sarebbe possibile con gli attuali modelli matematici
Eliminaquesto non si può ignorare poichè non è un sistema politico in cui si decide a maggioranza anche se alla fine decide il politico (a volte anche in contrasto con gli scienziati). Io personalmente avevo delle certezze invece oggi avvicinandomi alla materia ho anche dei dubbi e son d'accordo sul principio di precauzione ma è una cosa diversa
detto questo il libero accostamento tra i temi è un gioco, o un azzardo, in qualche caso interessante
4.
RispondiEliminaDio premia e castiga i singoli nell’eternità, è sulla terra che premia o castiga le nazioni, perché le nazioni non hanno vita eterna».
Non so se sia una forma di protesta ma non sono in molti ad ascoltar Radio Maria, quindi anche la volontà d'ignorare a volte potrebbe essere ancor più efficace, e poi perchè oggi c'è un'altra religione che ha inglobato quelle più vecchie e il cupolone conta sempre meno, fino alla decadenza (il papa ha infatti lasciato Radio Maria com'era)
Mi ha colpito però il termine "nazioni" (quali nazioni?) nazioni che stanno scomparendo sotto un nuovo ordine continentale, ordine legato ad una strategia terroristica che fa leva sull'educazione religiosa: il debito pubblico come colpa divina (e non più investimento sostenibile) e la condanna da parte "vincolo esterno" potere economico più forte come punizione divina
E per chi non crede nella punizione divina basterà la parola d'ordine: nazione = fascismo (condannando però al rogo l'Unità d'Italia, la Costituzione della
Repubblica Italiana, cioè tutto ciò che è Italia). E sappiamo che è falso: il nazionalismo diventa poi regime quando c'è da considerare il debito pubblico, rigorosamente nazionalista e autoritario: io sono io e voi siete la Grecia..
Non notate anche voi qualcosa di strano? C'è stato come un aggancio valoriale, che ha riunito in un solo esercito due concezioni e due partiti, per muovere mbiguamente la comune moralità e comandare, in un climax di esasperazione collettiva. E su questo punto sono molto pessimista: non è stato compreso a fondo e diventerà solo una questione accademica tra molti anni, se esisterà ancora l'università pubblica (..)
E forse non c'è protesta perchè le persone schiavizzate e precarizzate pensano ad altro, sottoproletari di una classe media scivolata in povertà. Così una questione di povertà diventa una questione di miseria. Nazioni e persone ridotte a debito e a monete, all'alienazione, su cui la propaganda confindustriale ha costruito un'altra chiesa
Così come sul renzismo, che col senno di poi tra qualche anno: "perchè all'epoca nessuno protestò?" Certo qualcuno potrà dire no guarda che ti sbagli (ma "qualcuno", appunto)
Non vedo piazze piene di gente inferocita.
RispondiEliminaLei riesce a immaginare solo proteste feroci?
EliminaNo, ma ricordo bene le prime pagine dei giorni su Roberto De Mattei.
EliminaPS
EliminaNon volgio negare ch eil fatto che il terremoto di allora fosse a 10.000 km di distanza non c'entri, ma sospetto che il gesuitismo di Francesco c'entri di piu'.
Mi piacerebbe sapere perché le stesse parole in bocca a un ministro israeliano non abbiano provocato lo stesso coro di proteste. Saluti Ale
RispondiEliminaPerché il giudio è perfido di suo, e ci sta.
EliminaCredo che, per contestualizzare la diversa risposta alle due uscite radiomariane, analoghe per coentuto, si debba tener conto di due differenze importanti:
RispondiElimina- il diverso peso e, soprattutto, il diverso ruolo dei social network nella formazione dell'opinione pubblica: inque e passa anni fa Facebook era un po' meno diffuso di oggi, ma soprattutto usato più in modo "privato", come maniera per chiacchierare tra amici, mentre oggi prevale (e non solo in Italia: mi pare sia la direzione in cui sta evolvendo questo social, e anche Twitter) un suo uso "pubblico", come veicolo di condivisione di informazioni e di espressione di opinioni. Per dirne una, cinque e passa anni fa era pressoché impossibile che il vescovo di Rieti e quello di Cremona affidassero a FB la loro condanna di opinioni da loro definite pagane. A queste condizioni, con il riflesso dell'indignazione sempre pronto a scattare e fare più rumore che in passato, certe posizioni oltranziste diventano meno sostenibili;
- De Mattei non è Cavalcoli. Nel primo caso ci furono proteste, petizioni e quant'altro: ricordo distintamente, per esempio, che Repubblica.it diede risalto alla vicenda almeno quanto a quest'ultima, ma si trattava pur sempre del presidente del CNR. Per quanto assurdo possa essere che un simile culo stesse su una talepoltrona, non era comunque il caso di mettere a rischio un abbinamento così prezioso di cadrega e deretano, per cui la preteria varia ha avuto ogni motivo per mostrarsi indulgente, al di là della strigliata di padre Raniero Cantalamessa, nientemeno che nell'omelia del Venerdì santo. Cavalcoli, invece, è perfettamente sacrificabile, specie considerando il ritorno di immagine, ovviamente sempre ad maiorem gloriam Dei.
Essendo Bologna la città italiana "paradiso" degli omosessuali, posso solo commentare che, dai tempi di Sodomo e Gomorra, la mira di dio è parecchio peggiorata.
RispondiEliminaAntonio
Ma semplicemente perché, USA a parte, per via della faglia San Andreas, non sono territori soggetti a scosse sismiche, l'Italia sì per via della sua forma lunga e sottile, fra un tot di milioni di anni non ci sarà più, inghiottita dal Mediterraneo ed inglobata nelle Alpi e così avremo/avranno risolto il problema alla radice.
RispondiEliminaCaino.
Sì, come no! Non solo Dio esiste, ma non ha neanche nulla di meglio da fare che assecondare a suon di terremoti le frustrazioni di costoro! Quando si dice proiezione.
RispondiElimina"Ci è lecito supporre che agli italiani non dia alcun fastidio l’idea che Dio possa servirsi di una catastrofe naturale per castigare un’intera nazione, ma solo a patto che a esserne colpita non sia la loro."
RispondiEliminaBè, noi italiani di difetti peculiari ne abbiamo davvero tanti e si può anche convenire sul fatto sull'enormità del gap negativo che essi ci procurano nei confronti dei popoli più civili al mondo. Ma sull'affermazione che ho riportato qui sopra, Dottore, ove naturalmente non dovessimo intenderla come mera e simpatica battuta di spirito (ipotesi per cui propendo), io avrei molto da eccepire. Ad esser sinceri va piuttosto riconosciuto che delle catastrofi frega ed è sempre fregato assai poco agli abitanti di luoghi lontani e al riparo da esse. Una volta tanto, cioè, non occorre affatto essere italiani per praticare lazzaronaggini di quel genere. giacché un'affermazione simile la si potrebbe tranquillamente e parimenti riferire a qualsiasi popolo di questo pianeta.
Va però anche detto che, allo stesso modo, ovunque e niente affatto solo in Italia prospera sempre un congruo numero di stronzi che, quasi temendo che qualcuno le riferisca a loro, si affrettano puntualmente ad individuare nelle idee e nelle opere dei loro nemici le cause delle evenienze più gravi, incresciose e cruente che pure non appaiono generarsi dall'intervento umano, almeno non obiettivamente. E Dio e le sue imperscrutabili vie torna sempre utile allo scopo. Data appunto l'imperscrutabilità delle sue scelte, nessuno può pretendere che se ne forniscano ratio, nessi o moventi, ma a soccorrere gli stronzi c'è soprattutto il fatto che Dio, nella mente degli stronAllah akbar", "Deus lo volt", "Gott mit uns", ecc., ecc..
Saluti.
Gigi Raniero.
NOn capisco come questo signore possa fare di mestiere lo storico. E non il mago o il prete o il politico. Avrà vinto dei concorsi, avrà scritto qualcosa di valido? Mah.
RispondiEliminaMa infatti, è così. Ad esempio, a me non dà alcun fastidio l'idea che Dio possa servirsi di una catastrofe naturale per castigare __chiunque__, ma solo a patto che a esserne colpito non sia io.
RispondiEliminaquella non è la spiegazione teologica del terremoto, è la spiegazione di De Mattei. Non sarebbe male se la Santa Sede si decidesse a riportare quel burlone di Don Livio nei ranghi dell' ortodossia. Si capisce, d'altronde, che a Malvino, cui non dispiace vincere facile, crei un po' di disappunto ogni gesto che vada in questo senso...
RispondiEliminaNon è da escludere che dio giochi un ruolo negli eventi tellurici o in qualsiasi altro evento della realtà fisica. Per esempio, potrebbe decidere la sequenza dei peti prodotta da ogni essere umano, registrarli, campionarli e fonderli in un'unica sinfonia da ascoltare la sera prima di addormentarsi. Quindi potremmo non essere altro che uno strumento musicale nelle mani di dio. Potrebbe anche essere che dio abbia delegato ad altri l'ingerenza negli eventi della realtà fisica, perché occupato o annoiato, e che l'effettivo operatore a sua volta non si prenda la briga di aprire o chiudere un certo ano in un dato momento agendo manualmente, ma che intervenga usando un programma automatico che usi diversi algoritmi, magari anche stocastici. Quindi non ce la possiamo prendere con dio se a volte dai nostri ani esce qualcosa in più o in meno di quanto sperato, perché il risultato dipende dalla natura dell'algoritmo scritto dall'operatore più che da dio.
RispondiEliminaBellissimo articolo,come al solito,ineccepibile. Giustamente come già è stato detto nei commenti sopra ,io credo che cinque anni e mezzo fa,ci fosse stato Bergoglio, la protesta avrebbe assunto lo stesso sdegno di oggi.Va detto che Bergoglio in realtà non cambia di una virgola la dottrina,che è identica a quella dei predecessori,la mescola semplicemente alla melassa,più che offrire messaggi di misericordia, continua a propinarci messaggio di ipocrisia che non contentano ne'bigotti ne'miscredenti. Al limite entusiasma un popolo ignorante che non conosce la storia della sua religione.
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