lunedì 28 novembre 2016

La ragione non ha taciuto

Sono convinto che sarà il Sì a vincere, e credo che sia sempre stato in vantaggio sul No, anche quando i sondaggi dicevano il contrario, per la semplice ragione – qui il lettore mi consenta il bisticcio – che non basta aver ragione per aver ragione, anzi, talvolta può addirittura rivelarsi un handicap, e di questo avremo ulteriore conferma lunedì prossimo, con lapprovazione di una riforma costituzionale che non doveva nemmeno essere mai scritta, perché a promuovere un processo che revisiona un terzo della Costituzione non può essere il Governo, e l’input non può esser dato da un Presidente della Repubblica che condiziona la sua rielezione all’impegno che in tal senso dovrà assumersi chi poi egli sceglierà come Presidente del Consiglio, e ad approvare il testo di una riforma costituzionale, che perciò già in nuce è cosa aberrante, non può essere un Parlamento eletto con una legge elettorale dichiarata incostituzionale, autorizzato a legiferare in regime di prorogatio al solo fine di assicurare la continuità dello Stato, di certo non a riscrivere le regole sulle quali è fondato.
Il No ha ragione senza neppure dover entrare nel merito delle modifiche che questa riforma intende apportare alla Costituzione, e a entrarci ne acquista ulteriormente, perché è proprio nel merito che essa rivela quanto non fosse affatto necessaria, tanto meno urgente, rivelando che, a dispetto di quanto afferma chi lha scritta, non semplifica affatto il processo legislativo, né ne abbrevia i tempi, né riduce i costi della politica, se non in misura irrisoria, mentre invece di sicuro riduce il peso della sovranità popolare e cancella ogni distinzione tra potere esecutivo e potere legislativo.
È una riforma costituzionale (in realtà, una revisione costituzionale) che non ha visto affatto il concorso ampio e adeguatamente rappresentativo di tutte le forze politiche alle quali fosse stato dato dal voto popolare un esplicito mandato in tal senso, ma il passivo consenso di un Parlamento di nominati costantemente ricattati dalle segreterie dei partiti, e arriva al vaglio referendario in forza di una formalità procedurale più volte forzata fino al limite della sua rottura, per farsi momento di divisione invece che di condivisione, e solo perché ostinatamente concepita come posta di una scommessa tutta personale.
Ogni ragione è dalla parte del No, ma questo non gli darà ragione, cè da esserne certi, perché il piano sul quale ragione e torto sono chiamati a confrontarsi – quello del diritto, che poi è il piano dove la logica si fa imperativa – è ormai da tempo devastato dall’ignoranza e dallarbitrio. E tuttavia occorre spendersi in favore del No, per lasciar traccia che, seppur costretta ad aver torto, la ragione non ha taciuto. 

18 commenti:

  1. bel post, davvero.
    fare previsioni è molto difficile, anche perché nei giorni che mancano al voto la campagna propagandistica a favore sarà ancor più martellante (e non è escluso qualche colpo di scena). qui nel veneto il no sarà valanga, in campania invece c'è de luca e i suoi sodali. poi c'è il mistero del voto all'estero. ad ogni modo pronostico una sconfitta delle fritture di pesce. se mi sbaglio mi corrigeretimi.

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  2. Lei però signor Castaldi ha taciuto. "È tempo di decidere, mi son detto: mettersi in posa da martiri o ritirarsi in un discreto silenzio su tutte le questioni che esigerebbero uno sforzo di intelligenza, inesigibile da un’opinione pubblica ormai abbrutita dalla paura e dall’ignoranza.
    Io credo che a prevalere saranno i Sì, credo che sia del tutto inutile discutere della riforma costituzionale sulla quale si voterà il 4 dicembre, credo che nel merito interessi a pochissimi, e che dunque il voto la toccherà solo come pretesto." Doveva analizzarla pezzo pezzo, con le incredibili capacità giuridiche che possiede, e invece è stato pigro. Persone meno competenti di lei non hanno taciuto (Il buon Leonardo http://leonardo.blogspot.it/ ha dedicato 13 articoli all'argomento), mentre lei invece si. Mi sarebbe davvero piaciuto leggere cosa aveva da dire a riguardo, ma si è fermato, per parlare di cosa davano a porta a porta o per rispondere sarcasticamente a chi le scrive che non le piace Matteo Renzi. Prima si ritira in un "discreto silenzio" e poi fa "la posa da martire" ?

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  3. Malvino,lei sbaglia: vincerà il NO.
    Matteo Z.

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  4. Non mi pare affatto di aver taciuto nel merito di questa riforma costituzionale, semplicemente ne ho scritto mentre era discussa nei suoi passaggi parlamentari (forse le sono sfuggiti i post del 2014 e del 2015 al riguardo), e ho solo fatto a meno di ripetermi, d'altronde "pezzo per pezzo" la riforma è stata contestata più che efficacemente negli ultimi mesi da De Siervo, Pace, Rossi, Zagrebelsky, Pasquino - giusto per citare i primi che mi vengono in mente - e non avrei potuto far altro che fare mie le loro argomentazioni. D'altronde non trovo alcuna contraddizione tra quanto scrivo oggi e il brano da lei citato: anche qui, se lei avesse letto i numerosi post che ho dedicato al tema dell'argomentazione nel foro pubblico, non leggerebbe incoerenza. In quanto a Leonardo, non condivido affatto l'affermazione che sia meno di competente di me, anzi, a un'ottima capacità di analisi unisce una scrittura assai più agevole della mia.

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  5. Luigi, e pensare che è proprio l'ultimo assalto alla Costituzione della Repubblica! L'ultimo ariete di sfondamento, cosiddetto democratico

    "[..] l’Italia di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi cambia faccia mentre la stampa, i partiti e i cittadini stanno attoniti (o accondiscendenti) a guardare. La responsabilità del Pd è enorme poiché sta consentendo l’attuazione del piano che era di Berlusconi, un piano persistentemente osteggiato in passato a parole e ora in sordina accolto."

    avevano più che ragione
    http://www.libertaegiustizia.it/2014/03/27/verso-la-svolta-autoritaria/

    Reti televisive pubbliche di propaganda continua, controllate da un unico partito. E le TV private di proprietà di uno che si è alleato col PD e tifa per Renzi. Tre ministri in TV per il SI e senza controparte. Minacce su minacce, da quelle finanziarie a quelle politiche. L'offerta di soldi pubblici poco prima delle elezioni, 530 milioni per chi "investe il Sud" (Ilva, Alcoa), e la compravendita del voto.

    E i burocrati UE: mentre prima con Berlusconi ammonivano, ora al contrario col PD sono silenti o incitano. La democrazia è solo un partito. George Orwell.

    Luigi perchè anche questa volta non può vincere il NO? Perchè non si può fare? Finisce come il titolo quinto violentato dalla cosiddetta coalizione di centrosinistra, una porcata, e questa volta solo per seguire un vincolo esterno finanziario e monetario e che tra non molto con Trump verrà pure a cadere.

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    1. Pensi che vogliano farci diventare grillini?

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    2. non tener conto del precedente commento, volevo solo evidenziare l'ambivalenza opportunista nei confronti di De Luca. Commento mal riuscito.

      Grillini? Non ha senso, ho votato NO anche al precedente referendum costituzionale, anche quando votavo Prodi, uno dei protagonisti della privatizzazione d'Italia, dei due step "prima i conti e poi redistribuzione" (mai avvenuta) e fino al "vincolo esterno" e quindi un nuovo ordine continentale monetario e finanziario e all'origine delle riforme costituzionali.
      Se questo è il nuovo preferisco il vecchio e penso quindi che non debba esser un aut aut e non un ricatto: Grillo ha una sua proposta, il problema è che noi non abbiamo una proposta politica, Luigi, una rappresentanza istituzionale. Non perdo tempo con le altre proposte: ne propongo un'altra.

      e poi, forse sbaglio, ma il termine 'grillini' è squadrista, molti han cominciato a chiamarli 'ortotteri', 'insetti', un complotto americano, in una inesorabile deriva violenta, a me sembrano piuttosto dei brancaleone, a volte condivisibili a volte non condivisibili, goffi e grotteschi. Al netto dei complottismi ci sono tutti gli elementi per stabilirlo.
      La miglior proposta secondo è l'evoluzione, l'educazione, e non la soppressione dei diversi.

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    3. Tenendo sempre conto dei rapporti di forza: se la TV pubblica è diventata totalitaria non si può dar la colpa al nemico, a Grillo, o peggio una crociata contro internet, perchè è la creazione del nemico per giustificare l'abuso è uno schema autoritario, e dei peggiori.

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  6. "Ogni ragione è dalla parte del No, ma questo non gli darà ragione, c’è da esserne certi, perché il piano sul quale ragione e torto sono chiamati a confrontarsi – quello del diritto, che poi è il piano dove la logica si fa imperativa – è ormai da tempo devastato dall’ignoranza e dall’arbitrio."

    E' proprio così, non c'è molto da aggiungere a questo post che condivido interamente.

    Al punto in cui siamo, un filino di speranza ci può venire forse solo da Renzi.
    Sì, proprio da lui.
    Renzi. Troppo Renzi. Renzi onnipresente. Renzi onniparlante. Renzi dappertutto.
    Renzi somministrato senza soluzione di continuità, giorno e notte, e non c'è via di fuga che tenga.
    Non è possibile, è troppo. Renzi basta. Renzi non se ne può più. Renzi va' via.
    Renzi NO NO NO.
    Il rigetto. Un solo, grande, corale rigetto.Potrebbe accadere.

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  7. beh, il no ha dalla sua parte tutte le ragioni dichiarabili, ma il sì ha dalla sua tutte le ragioni non dichiarabili : se si vuole continuare a vessare gli italiani, a distruggere con la scusa dell' Europa lo stato sociale, a neutralizzare lo scontento che si farebbe inevitabilmente più forte nei prossimi anni, allora indubbiamente votare sì diventa qualcosa non solo di opportuno e razionale, ma anche di necessario.

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  8. ...segue. Il che dimostra, ancora una volta, che se c'è una ragione che parla c'è sempre un' altra ragione (non meno ragionevole o razionale della prima) che tace. Il che è come dire che la ragione sceglie di volta in volta se tacere o parlare in base alle convenienze.

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  9. Stamattina, al lavoro. Un collega mi si avvicina e mi dice: "Ho deciso che andrò a votare, e voterò sì."
    "Perché?" gli chiedo io.
    "Beh, ho visto Renzi, ieri sera, in tv; ha spiegato che taglierà 200 senatori e i costi della politica scenderanno."
    "Scusa," replico, "ma hai letto i quesiti? Ti sei informato riguardo a cosa provocherà la modifica di 47 articoli della nostra Costituzione?"
    "No, a che serve? Renzi taglia 200 politici e saranno 200 politici che non dovremo più pagare. A me basta."
    "È una presa per i fondelli, uno specchietto per le allodole. In Italia abbiamo un milione di persone che campa di politica e tu ti fai abbindolare da 200 senatori in meno? E poi questo non è un referendum su Renzi, non capisci? Non ha a che fare con la situazione politica contingente o del prossimo futuro. Si tratta della Costituzione, stiamo andando a votare per decidere come dovrà essere la nostra legge fondamentale nei prossimi 70 anni. Renzi tra un anno sarà già nel dimenticatoio."
    "Ah, è così? Vabbe', allora vado a informarmi meglio."
    Non so dire se io sia riuscito ad accendergli qualche dubbio o a svegliarlo dal torpore intellettivo generato da anni di televisione, ma lo spero. Tutto questo solo per testimoniare quanto è già noto a molti: la maggioranza di chi si recherà alle urne lo farà con una cognizione di causa pari a zero. E questo vale per chi voterà sì e per chi voterà no. Triste ma è così.

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    1. C'è una differenza, però. Chi voterà NO senza avere grande cognizione di causa, però, almeno una cosa la vede: il dato di verità che il sistema attuale, fino ad oggi, non ha consentito grandi storture della democrazia. Quindi anche se si trattasse di una persona poco informata, chi vota NO non si può definire uno stupido.
      Cosa che non si può dire, invece, per chi - pur sapendone pochissimo come la persona del mio primo esempio - decide di "cambiare" al buio.
      In entrambi i casi ho descritto due persone ignoranti. Ma quello irresponsabile è soltanto uno dei due.

      Marco L.

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  10. Malvino, non sia così catastrofico: a suo confronto Giacomo Leopardi è un inguaribile ottimista. Stasera ho comprato un gratta e vinci da tre euro e ne ho vinti venti. E' un presagio: domenica andrò a votare NO e nessun dorma, all'alba (di lunedì) vincerò.

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  11. In Piddinia (Emilia-Romagna) il Sì vince senz'altro. Ma qua, si sa, ormai comanda la 'ndrangheta - vedi Reggio Emilia - e gli affari li fa con le coop e col partito, mica coi costituzionalisti per il No. Speriamo nel Veneto di Olympe e in qualche altra milionata di italiani non completamente imbecilli.

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  12. Prima di oggi - Prodi - pensavo vincesse il No. La presa di posizione di Prodi mi ha deluso e sbigottito, ma avrà un sicuro impatto. Resto convinto che con 15 milioni di No, il No vinca, perché 15 milioni di Sì non ci saranno. E oltre 13 milioni hanno votato il referendum sulle trivelle, possibile che 12 di loro non tornino a farlo?

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  13. devo fare una confessione (posto che interessi). Ieri per la prima volta ho letto il testo della riforma. Non è così male come dicono, in particolare è innegabile un radicale ridimensionamento delle prerogative del senato, che porterebbe sicuramente ad una decisa accellerazione del processo legislativo. A mia parziale discolpa, per non aver letto il testo prima, posso solo chiamare la meschinità e inconcludenza delle ragioni più spesso addotte dai sostenitori del sì : il cambiamento per il cambiamento, il risparmio irrisorio, il ricatto economico e tutte le altre cose che ben sapete. Oltre, naturalmente alla mia personale, assoluta disistima per il governo che questo referendum ha voluto. Forse è scusabile il fatto che uno non abbia voglia di verificare personalmente la bontà di un prodotto che gli viene offerto da personaggi tanto discutibili e con motivazioni tanto grottesche. In ogni caso, sto pensando di votare sì, pur confermando quanto detto sopra circa le motivazioni che hanno portato il governo a proporre tale riforma. Tutto questo mi porta a pensare che probabilmente vincerà il no, visto che è improbabile che il testo sia stato letto da molti italiani.

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  14. E il vero problema non verrà nemmeno quando vincerà Grillo (se mai vincerà). Il problema vero verrà quando vincerà il Partito Islamico (fateci caso: oggi nelle scuole elementari per ogni italiano ci sono almeno due "extra". Tra vent'anni per ogni nuovo elettore italiano ci saranno almeno due elettori "extra". Gente che vota unita in modo molto più compatto degli italiani fighetti. Un bel premione di maggioranza, e alè, legge della sharia come legge di Stato per tutti.

    Pablo

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