Antoine Bello spreca un’ottima trama scrivendo un romanzo con i piedi (I falsificatori, Fazi Editore 2010). «È la storia – riporto dal risvolto di copertina – di un’organizzazione segreta internazionale, il “Consorzio per la Falsificazione della Realtà” [CFR], che da tempo immemore, senza che nessuno ne abbia mai sospettato l’esistenza, reinventa il reale per fini e moventi ignoti ai suoi stessi membri», ma questo non è del tutto esatto: a pag. 465 scopriamo che, al suo massimo livello, «i sei membri del Comitato esecutivo conoscono le finalità del CFR», mentre qua e là sono disseminati indizi che ci autorizzano a intuirle nobili.
Ingegnarsi a rendere credibili le azioni di un’organizzazione segreta non esige grande capacità narrativa, ma prima o poi arriva il punto in cui bisogna fare i conti con le ragioni che la muovono, e lì si misura la grandezza dello scrittore: o è capace di una magistrale paranoia o precipita nel dozzinale (spy story, thriller metafisico, fantapolitica, ecc.).
Il libro di Tornielli e Rodari (Attacco a Ratzinger, Piemme 2010) mostra lo stesso limite de I falsificatori: costruisce l’ipotesi di un’organizzazione segreta internazionale, il “Bilderberg Group” (BG), dietro i guai che Benedetto XVI s’è procurato in questi primi cinque anni di pontificato.
Questo papa è tanto pasticcione che sarebbe stato meglio lasciarlo fra gli scaffali di una biblioteca e nelle aule di una facoltà di teologia, invece di mandarlo in giro a provocare incidenti, ma questo nessun vaticanista italiano può azzardarsi a dirlo: ai due è sembrato più prudente ingegnarsi a immaginare il complotto di una centrale occulta, nella quale confluirebbero i massimi rappresentanti della potente lobby gay, della finanza massonica, delle industrie farmaceutiche che producono pillole, spirali e preservative e delle più agguerrite frange del cattolicesimo progressista, suggerendo la regia del BG, senza peraltro produrre prove.
Il CFR di Bello crea dal niente una comunità di oriundi greci nel Nebraska e una tribù boscimana a rischio di estinzione per l’avidità di compagnie diamantifere; in passato ha fatto passare per vero l’invio in orbita della cagnetta Laika, che in realtà non è mai avvenuto; e ha costruito migliaia di documenti falsi attribuendoli alla Stasi; ha cercato di scippare a Cristoforo Colombo la scoperta dell’America; e molto altro ancora.
Tornielli e Rodari, invece, trovano traccia del BG nel fraintendimento pressoché generale di ciò che Benedetto XVI ha detto a Ratisbona e di quello che intendeva dire col Summorum Pontificum e dell’esatto significato della remissione della scomunica ai negazionisti lefebvriani. Le infelicissime nomine di monsignor Wielgus (già spia per i servizi segreti della Polonia comunista) e di monsignor Wagner (per il quale l’uragano Katrina era da intendersi come punizione divina e il ciclo di Harry Potter come istigazione al satanismo), l’affermazione che l’uso del preservativo favorisce l’Aids, la critica al liberismo nella Caritas in veritate, l’ennesima piroetta sul terzo segreto di Fatima, le dure affermazioni sull’omosessualità, le ambiguità ecumeniche in terra anglicana, lo scoperchiamento della gran fogna pedofila nelle diocesi di mezzo mondo – bene, il BG potrebbe averci messo lo zampino.
Per ottobre è annunciato l’arrivo in libreria del seguito de I falsificatori. Lasciate ancora qualche anno a Benedetto XVI e arriverà anche il seguito di Attacco a Ratzinger.