mercoledì 1 settembre 2010

Verifiche


Nel programma che il centrodestra sottopose agli elettori nel 2008 non v’era traccia di quel “processo breve” che oggi il governo intende inserire tra i cinque punti da sottoporre a verifica parlamentare, pretendendo la fiducia dei 344 deputati e dei 174 senatori che a loro volta la ottennero dagli elettori sulla base di quel programma, come a conferma di un impegno di cui l’esecutivo intenda farsi garante. In quel programma v’era un cenno alla “attuazione dei principi costituzionali del giusto processo per una maggiore tutela delle vittime e degli indagati” (prima delle vittime, poi degli indagati) – se è per questo, ve n’era pure uno all’“aumento delle risorse per la giustizia”, e uno alla “costruzione di nuove carceri e ristrutturazione di quelle esistenti” – ma non si capisce quale tutela delle presunte vittime sia assicurata da quella che col “processo breve” sarebbe un’amnistia di fatto per i presunti colpevoli. Sulla capacità di “attuazione dei principi costituzionali”, poi, questo governo dovrebbe porre una verifica a monte: in quel programma non v’era traccia neppure di una “sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato” (lodo Alfano), fatta legge nel 2008 e bocciata dalla Corte Costituzionale nel 2009.


1 commento:

  1. Qua la debbo contraddire, Malvino.

    Lei fa riferimento al programma formale del centrodestra, quello scritto sulla carta.
    L'impegno a parare il deretano del capo era ben chiaro nel programma materiale.

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