Tutti contenti alla notizia che il kemalismo vada in soffitta e che la società turca sia finalmente libera dal giogo dell’esercito e della magistratura che, con la scusa di far da garanti alla laicità dello stato, hanno penalizzato il ruolo pubblico della fede e sottratto diritti ai credenti. Adesso tocca ai turchi dimostrare che fosse una scusa.
fra preti e generali, chi preferire?
RispondiEliminaIo per non sbagliare, uno di quei generali all'interno del PD, lo vedrei bene.
RispondiEliminaChe sia morto il kemalismo non è, di per se, una cattiva notizia. Sicuramente lo è la vittoria dell'erdoganismo, che temo sia una delle molte mutazioni del fonamentalismo religioso (di quale religione è problema secondario, come lei mi insgna)
RispondiEliminaCondivido ogni parola,virgola,punto.
RispondiEliminaStia bene.
Ghino La Ganga
Dai, per favore, non esageriamo; capisco che le notizie dal mondo siano analizzate necessariamente con uno sguardo più frettoloso rispetto a quelle che vengono dal nostro paese, ma basterebbe andarsi a leggere gli emendamenti, articolo per articolo, e ricordare da una parte il contenuto delle proposte cassate dalla Corte costituzionale, e dall'altra l'enorme potere che essa ancora detiene nella società turca, assieme ai militari e alla magistratura (potere profondamente sbilanciato rispetto ad una democrazia occidentale; ma probabilmente adatto a una società islamica), per riuscire a inquadrare per bene la portata di una riforma che rivoluzionaria, per quanto riguarda l'equilibrio tra i poteri dello stato, proprio non è.
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