giovedì 9 settembre 2010

Daniele Capezzone non è bisessuale




Daniele Capezzone non è bisessuale, non lo è mai stato: lo dichiarò a Eva Tremila, nell’ottobre del 2006, ma per autopromozionarsi. Posso dirlo con cognizione di causa, perché a quei tempi ero membro della Direzione nazionale di Radicali italiani e lo frequentavo con una relativa assiduità. Quell’intervista mi aveva stupito – dirò poi perché – e gliene chiesi ragione a modo mio: «Ottima mossa! – dissi – Hai alleggerito l’immagine seriosa con un tocco furbissimo sul piano politico e su quello dell’immaginario collettivo…». Sembrò assai soddisfatto del complimento, sicché pensai di poter buttare l’esca: «… tanto più azzeccato quanto più gestibile in futuro: dichiararti bisessuale era la scelta migliore per celare il tuo totale disinteresse per il sesso, che l’opinione pubblica solitamente considera con sospetto». Abboccò arrossendo come un bambino sorpreso a rubare la marmellata.
Era stato sincero due anni prima: «Desidererei vivere in un paese desessualizzato» (Magazine, 5.8.2004), ma se n’era pentito, perché l’immagine accentuava ancor di più quel misto di freddezza e contegnosità nel quale fin dagli esordi della sua vita pubblica s’era rinchiuso per difendersi, ma dal quale ora cercava di liberarsi, e già da qualche tempo. L’occasione offertagli da Eva Tremila fu colta al balzo, con prontezza e lucidità.
Forse non si aspettava tutto il rumore che ne conseguì, ma smentire sarebbe stato peggio, sicché decise che avrebbe confermato, ma smorzando i toni: «Credo a una cosa che ha detto lo scrittore Jorge Luis Borges: “Bisogna avere una mente ospitale”. Ho avuto rapporti di amicizia, e oltre, con ragazze e ragazzi» (Corriere della Sera, 27.10.2006). «E oltre» confermava, «Borges» smorzava. Per mesi e mesi, d’altra parte, non aprì bocca per smentire chiunque rilanciasse il “Capezzone bisex”.
Passato al centrodestra, cambiava tutto ed ecco, per la prima volta, un Capezzone furioso nel sentirsi rammentare il passato. Mai mosso un dito o aggrottato un ciglio per chi gli ha rinfacciato il capovolgimento di opinioni e posizioni, anche quando il disprezzo arrivava alla condanna morale e all’insulto. Stavolta no.


Nel centrodestra la bisessualità non serve a niente, anzi, è un handicap. Sicché di tutto ciò che ha fatto e detto in passato, spesso con largo eccesso di piglio, nulla lo imbarazza: serviva allora, non serve più, può essere archiviato. Ma il dichiararsi bisessuale senza esserlo non gli è servito troppo allora (avrebbe fruttato se non avesse saltato il fosso) e adesso non gli serve a niente. È un peso intollerabile per questo. Solo per questo.
Resta solo da spiegare perché quell’intervista a Eva Tremila mi avesse stupito. Ero convinto che Capezzone avrebbe lasciato i radicali e il centrosinistra: mi stupiva che azzardasse a mettere una così pesante ipoteca sul suo futuro politico in un’area culturale tradizionalmente ostile alla bisessualità, più ancora che all’omosessualità, perché più difficilmente “comprensibile” dell’omosessualità, e a destra si condanna tutto ciò che non si “comprende”: meno lo si “comprende”, più lo si condanna (è un riflesso condizionato del conservatore e del conformista, pressoché sempre).


6 commenti:

  1. Posso dire "ma chi se ne sconfiffera se Capezzone è gay, etero, bisessuale, asessuale o se adora le bambole di gomma"?

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  2. Sarei oltremodo curioso di conoscere le relazioni private tra il suddetto Capezzone e il ministro Sacconi, si amano si odiano? e quando parlano di temi etici, s'accarezzano, si lisciano i capelli?

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  3. Mi sembra essere ambiguo al di là delle preferenze delle quali non ce ne cale per nulla .Il problema,laddove ce ne fosse uno ,è l'immagine che si vuole dare di sè al di là dei contenuti e di ciò che davvero si è.Perché indossare maschere ?per spingersi dove?Per far parlare di sè?Perché esisti solo se appari^ per creare il caso?perché l'ambiguità paga?perché sotto ilvestito niente?
    Mah
    Mk

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  4. Ma sopratutto, perchà dedicarci un post, il nulla non merita spreco di energie :)

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  5. Caro Castaldi, pare a me invece e condivido il tuo post che la cosa abbia una certa rilenvanza. Forse il punto che mi colpisce non è lo stesso per cui tu hai scritto il post, ma vorrei condividerlo ugualmente. Sono terribilmente spaventato, anche se ne conosco perfettamente i meccanismi, da persone che riescono a far il tipo di calcolo che fece Capezzone. Che poi il calcolo fosse sbagliato, o non abbastanza lucido (se già egli sapeva di voler saltar di là, l'uscita su eve3000 fu più uno svantaggio che un vantaggio), mi consola, perchè mi restituisce l'immagine di una persona che può sbagliare, quindi umana. Tuttavia, immaginando che in realtà il salto non fosse previsto e che egli davvero volesse rimanere nel csx, la prontezza di risposta, la pulizia del ragionamento, a me spaventano. Se Capezzone è così, diciamo, lucido, opportunista, se lascia trasparire questa capacità di calcolo, mi trovo davanti a un automa. E non affiderei mai a un automa responsabilità pubbliche, quali esse siano. Poichè è un deputato della Repubblica, ahimè, questi suoi "automatismi" e freddi ragionamenti applicati alla gestione della cosa pubblica mi lasciano perplesso. Perchè sì, ho il desiderio che quando si decide di cose importanti si sia in grado di spersonalizzarsi e tener conto del quadro generale - cosa che di pancia non si può fare, occorre molta testa - ma altrettanto, un pubblico rappresentante dovrebbe avere un po' di cuore, da qualche parte, là in fondo. Mi scuso in anticipo se il ragionamento sembra contorto, spero di aver fatto passare il senso di quel che ho scritto.
    :)

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