lunedì 2 luglio 2012

Da ricovero immediato

Chi è divorato da una fede non smetterà mai di lamentare limiti alla sua libertà religiosa, perché questa sarebbe pienamente realizzata solo se tutti ne fossero divorati in egual modo: tutto quello che si oppone a tal fine, che assorbe ogni istante della sua esistenza, è sentito come insopportabile violenza. Così è per Marco Pannella, che anche nella finale di un torneo di calcio che ha tenuto col cuore in gola almeno un centinaio di milioni tra italiani e spagnoli non ha mancato di lamentare l’ennesima censura alla sua eroicomica battaglia per l’amnistia: le prime pagine di tutti i quotidiani e le aperture di tutti i tg non parlavano che di Italia-Spagna, come non sospettare che il regime intendesse così distrarre le masse dal suo digiuno? Non è tutto, perché il subdolo diversivo era intriso di fetido nazionalismo.
Da ridere? Da piangere? Da ricovero immediato, direi. Ma forse è meglio ascoltare tutto dalla sua viva voce, così, prima di chiamare l’ambulanza, piangiamo o ridiamo, a piacere.


Chi è divorato dalla fede calcistica e stravede per la Nazionale, sintonizzandosi per caso su Radio Radicale a tre ore e mezzo dalla partita, al sentire questa micidiale gufata, si sarà toccato le palle. Al 4-0, probabilmente, si sarà riproposto di sputare in un occhio a Pannella, alla prima occasione. Ma chi è divorato da una fede, dicevamo, manca di buon senso.
I pochi radicali ai quali ne è rimasto un etto farebbero bene ad arrossire.  

2 commenti:

  1. Correggerei: panelliani.
    Io SONO radicale, lo sono sempre stato e me ne vanto, ma (da tempo) ho abbandonato le pazzie panelliane

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  2. Era così bello quel NESSUN COMMENTO al termine del testo! Ora avete rovinato tutto.

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