lunedì 16 luglio 2012

Parafrasi del «fare il frocio col culo degli altri»

Ivan Scalfarotto è gay, ma è pure vicepresidente del Pd. Tra le due cose, a chiacchiere, non dovrebbe esservi conflitto; di fatto, basta leggere ciò che il nostro scrive a commento dell’ultima assemblea nazionale del partito per capire che conflitto v’è, ed è bello grosso. Dal modo in cui lo risolve direi che Scalfarotto sia più vicepresidente del Pd che gay. A cominciare dal fatto che definisce «caciara», «casino», «gazzarra» – poi devono essergli finiti i sinonimi – le sacrosante proteste di quanti hanno contestato un documento politico che egli stesso non esita a riconoscere sordo e muto riguardo a quei «diritti che sono scontati in tutto il mondo civile».
Il Pd se ne fotte di ciò che i gay reclamano? Fa niente, tanto «le ragioni dell’uguaglianza delle persone omosessuali hanno una loro forza intrinseca e hanno dalla loro parte l’irresistibilità della storia». Intendiamoci. «Sono sufficienti le unioni civili? No. Si deve giungere a un compromesso e smettere di combattere? Men che mai. Rassegnarsi e tacere? Nemmeno per idea». Ma «umiliare il segretario per ciò che non ha detto invece di riconoscergli ciò che ha detto» non è bello. Già, ma che ha detto Bersani? Ha detto che al momento del matrimonio gay non se ne parla. Come Bindi. Come Fioroni. Però «ha detto la parola “omosessuali” molte più volte della parola “lavoratori”: un miracolo per una persona della sua cultura».  
Niente da fare, la platea non ha apprezzato il miracolo e si sono sollevate le proteste. Che non sono piaciute a Scalfarotto, perché «l’esasperazione è un lusso che possono permettersi i singoli cittadini, non chi ha la responsabilità di rappresentarli». Quando i singoli cittadini sono esasperati, chi li rappresenta non deve rappresentarne l’esasperazione, tanto per i matrimoni gay, «che al Pd, alla politica, alla Chiesa piaccia o no, è solo questione di tempo». Nel frattempo? Pazientare, per evitare che nel Pd si faccia «più aspro il muro contro muro tra favorevoli e contrari»

Chi rappresenta, Scalfarotto? Il partito, senza dubbio. Ne è vicepresidente, è naturale. Ma perché è stato scelto come vicepresidente? Perché è gay, senza dubbio: tra quelli che nel Pd hanno la sua età non spicca per altro «merito»: meno furbo di un Adinolfi, meno colto di un Civati... Qui, la radice del conflitto. E Scalfarotto lo risolve con la parafrasi del «fare il frocio col culo degli altri»: fa il vicepresidente del Pd con le ragioni degli eterosessuali ipocriti.
Solo un eterosessuale, e parecchio ipocrita, può affermare infatti che il Pd è «un partito di gente diversa, sul modello dei grandi partiti europei e delle grandi democrazie occidentali». Chi è gay dovrebbe sapere meglio di chiunque altro che è un aborto cattocomunista. Sui diritti civili, d’altronde, e in particolar modo su quelli relativi al genere, Dc e Pci sono sempre stati solidali nella rimozione. Non è cambiato molto, però il partito che ne ha raccolto i rimasugli ha un vicepresidente gay. Una foglia di fico, nemmeno grossa il necessario.   

6 commenti:

  1. Analisi impeccabile, caro Malvino. Impeccabile.
    Alessandro

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  2. "Nel frattempo? Pazientare"
    Sarà un caso, ma è la stessa risposta che ha dato la Chiesa per secoli di fronte alla questione della schiavitù.

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  3. E' stato anche il mio pensiero a leggere il suo commento sulla direzione PD. Credevo sarebbe stato lui il più duro contro questa dirigenza e invece ci ripropina il solito ricatto del non litighiamo altrimeni il partito si rompe. Ma s non si discute sui problemi forti su cosa si dovrebbe discutere? ancora sulle alleanze per vincere (!?) e poi semmai si vincessero le elezioni sarebbe per cosa? Io vorei delle proposte chiare, anche poche e banali ma che su quelle si vada fino in fondo invece di andare a fondo come stiamo andando.

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  4. Chi volesse sperimentare l'emozione assoluta di trovarsi di fronte al Nulla nella sua forma più pura e perfetta, dovrebbe praticare almeno un decennio di ascesi solitaria in un monastero tibetano, oppure dedicare cinque minuti a leggere un qualsiasi concetto a caso espresso da Scalfarotto.

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  5. Volpi Tutto corretto. Faccio notare che la commissione diritti(nominata da chi?) ospitava Bindi e Ceccanti sulle posizioni opposte a Scalfarotto e Concia.la disparità di cultura (giuridica) è palese. Ignazio marino, pur essendo membro, ha partecipato solo all'ultima riunione. Il risultato pare essere stato scritto a priori

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  6. Volpi Arcigay non ha fatto nulla , assolutamente nulla, anche quando era chiaro dal settembre scorso che Stefano Ceccanti avrebbe monopolizzato la discussione http://www.unita.it/sociale/matrimonio-gay-incostituzionale-ma-sui-dico-di-puo-fare-di-piu-1.332174
    Un movimento lgbt serio avrebbe chiesto ad un giurista conosciuto e stimato(qua in Italia Zagrebelsky, Rodotà ad esempio) di sostenere su quello o su un altro giornale l'opinione maggioritaria dei costituzionalisti secondo cui il parlamento può riconoscere il matrimonio gay .Nulla è stato fatto: l'interesse era ed è rivolto solo alle beghe interne e ai soldi.Scaricare tutte le colpe sul Pd mi sembra semplicistico. Una mossa chiarissima è stata ignorata per stupidità o disinteresse o voglia di un seggio in parlamento.Voglio segnalare anche il comma 12 della sentenza 161-1985 della consulta.Decostruisce molto efficacemente l'impostazione Ceccanti.

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