Venerdì 27 luglio, su Il Fatto Quotidiano, Dario Fo si è prodotto in una lezioncina sul cristianesimo primitivo nel tentativo di dimostrare che nei Vangeli non v’è traccia di misoginia o di omofobia, né ve n’è traccia nelle prime comunità cristiane, almeno fino al IV secolo, quando «di fatto il cattolicesimo fu riconosciuto come religione di stato» e per «adattarsi alle tradizioni del mondo romano» alle donne fu precluso il ruolo sacerdotale, emarginandole e discriminandole. Da allora «per la Chiesa – sostiene Dario Fo – meglio gay che femmina». Lo dimostrerebbero «le pitture rinascimentali in cui si rappresenta l’ultima cena» e in cui l’apostolo Giovanni è ritratto in «quel gesto e quella postura che di certo toccavano alla Maddalena»: «pur di togliere di mezzo colei che per la tradizione popolare è sempre stata indicata come l’innamorata di Cristo s’è preferito sostituirla con un giovane seguace che rivela un atteggiamento ben poco virile». Dopo, solo molto dopo, «sistemato fuori campo il ruolo della donna, tocca agli omosessuali», e voilà l’omofobia.
Ricostruzione che non regge. Non bisogna aspettare il IV secolo perché alle donne sia imposta una condizione subalterna («L’uomo non ebbe origine dalla donna, ma fu la donna ad esser tratta dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo» – I Cor 11, 9-10) o perché sia precluso loro il ruolo sacerdotale («Le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la Legge; se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea» – I Cor 14, 34-35). Né bisogna aspettare che si chiuda il Rinascimento per trovare tracce di omofobia cristiana: basti rammentare i molti passi nelle Lettere di Paolo nei quali la condanna dell’omosessualità assume toni severissimi (Rom 1, 26-32; I Cor 6, 10; I Tm 1, 10) o scorrere il Liber Gomorrhianus di Pier Damiani, che è del 1049, sorvolando su Agostino, Giovanni Crisostomo, Eustazio, Clemente Alessandrino, ecc. Sono note, d’altra parte, le sanzioni che nel Levitico e nelle Ecclesiaste vengono prescritte a chi incorra in pratiche omosessuali ed è altrettanto nota la posizione di Gesù riguardo alla tradizione («Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge» – Mt 5, 17): salva una prostituta dalla lapidazione raccomandandole di non peccare più, tutta qui la sua riforma. Né sul piano civile le cose vanno meglio di quanto vadano sul piano teologico, in questo arco temporale che Dario Fo ritiene neutro, se non tollerante, verso l’omosessualità: nel VI secolo, con Giustiniano, agli omosessuali è inflitta la pena capitale; nel VII secolo, in Spagna, la pena è appena più mite (gli omosessuali vengono castrati)...
Non è la prima volta che Dario Fo piega la storia del cristianesimo alla tesi di un «Vangelo tradito», ignorando che Gesù è quel tale che non lascia alternative all’«ut unum sint» e non fa mistero del suo «qui non est mecum contra me est». Il richiamo alla primordiale purezza del messaggio evangelico è d’altronde una costante di tutti gli anticlericali che «non possono non dirsi cristiani» e che sono costretti a una lettura diagonale dei Vangeli. Non sorprende, dunque, che Dario Fo abbia dimenticato di citare il solo passo che nei Vangeli potrebbe dare un pur esile appiglio alla sua tesi: la guarigione del servo del centurione in Lc 7, 1-10.
Ricostruzione che non regge. Non bisogna aspettare il IV secolo perché alle donne sia imposta una condizione subalterna («L’uomo non ebbe origine dalla donna, ma fu la donna ad esser tratta dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo» – I Cor 11, 9-10) o perché sia precluso loro il ruolo sacerdotale («Le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la Legge; se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea» – I Cor 14, 34-35). Né bisogna aspettare che si chiuda il Rinascimento per trovare tracce di omofobia cristiana: basti rammentare i molti passi nelle Lettere di Paolo nei quali la condanna dell’omosessualità assume toni severissimi (Rom 1, 26-32; I Cor 6, 10; I Tm 1, 10) o scorrere il Liber Gomorrhianus di Pier Damiani, che è del 1049, sorvolando su Agostino, Giovanni Crisostomo, Eustazio, Clemente Alessandrino, ecc. Sono note, d’altra parte, le sanzioni che nel Levitico e nelle Ecclesiaste vengono prescritte a chi incorra in pratiche omosessuali ed è altrettanto nota la posizione di Gesù riguardo alla tradizione («Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge» – Mt 5, 17): salva una prostituta dalla lapidazione raccomandandole di non peccare più, tutta qui la sua riforma. Né sul piano civile le cose vanno meglio di quanto vadano sul piano teologico, in questo arco temporale che Dario Fo ritiene neutro, se non tollerante, verso l’omosessualità: nel VI secolo, con Giustiniano, agli omosessuali è inflitta la pena capitale; nel VII secolo, in Spagna, la pena è appena più mite (gli omosessuali vengono castrati)...
Non è la prima volta che Dario Fo piega la storia del cristianesimo alla tesi di un «Vangelo tradito», ignorando che Gesù è quel tale che non lascia alternative all’«ut unum sint» e non fa mistero del suo «qui non est mecum contra me est». Il richiamo alla primordiale purezza del messaggio evangelico è d’altronde una costante di tutti gli anticlericali che «non possono non dirsi cristiani» e che sono costretti a una lettura diagonale dei Vangeli. Non sorprende, dunque, che Dario Fo abbia dimenticato di citare il solo passo che nei Vangeli potrebbe dare un pur esile appiglio alla sua tesi: la guarigione del servo del centurione in Lc 7, 1-10.
Il servo del centurione che Gesù guarisce a Cafarnao, in Luca sta per morire (Lc. 7,1-2), in Matteo è un paralizzato (Mt. 8,5-6), mentre per Giovanni(Gv. 4,46-47) si tratta del figlio di un funzionario regio, malato e moribondo.
RispondiEliminaA chi credere?
E comunque chissà per quale strano motivo si dovrebbe dare retta a un libro di 2000+ anni fa, quando qualcuno sostiene che è già da rivedere la nostra Costituzione.
RispondiEliminaCome? Ah, perchè è la parola di dio? Ecco, lo sapevo che era per un motivo strano...
non c'è verso, non si rendono conto del danno incalcolabile che producono
RispondiEliminaLa tesi di fondo di Dario Fo e´ sbagliata ma la risposta non sta certo nei testi biblici. Il fatto che San Paolo fosse misogino (interessante che Pietro dica le stesse cose ma non viene citato molto meno) e omofobo (anche se dubito che si possa utilizzare un aggettivo del genere per un uomo vissuto 2000 anni fa) e' indubbio ma ci dice poco di come si comportassero i primi cristiani oltre tutto il canone del nuovo testamento non e´stato stabilito alla fine del IV secolo. Sulle leggi contro gli omosessuali, anche qui, il fatto che ci fossero delle leggi non significa che fossero veramente fatte rispettare, cosa molto comune per queste tipo di leggi in moltissimi Paesi.
RispondiEliminaSi potrebbe obiettare che Paolo era risaputamente uno stronzo, tolto lui il discorso regge un po' meglio.
RispondiElimina"Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti"
RispondiEliminaecco alla lista degli stronzi aggiunga anche Pietro....ecco su cosa Gesu' ha edificato la sua Chiesa
Simone, ma io alla lista aggiungo anche quello che raccomanda (metaforicamente, ovvio) l'usura ai servi (Mt 25,14 - Lc 19,12-27 - Mc 13,34), come raccomanda loro (senza metafore) di sottomettersi a un signore che miete dove non ha seminato e raccoglie dove non ha sparso.
RispondiEliminaCi provano sempre. Se sei ateo ma hai una morale sei implicitamente cristiano. Puoi anche non avere fede ma Gesù era un grande o no? Sì, la sappiamo la storia, Crociate ed Inquisizione, ma quanto bene fanno oggi i missionari in tutto il mondo! E poi l'argomento principe, la reductio di tutti i mali ad Ecclesiam. La solita storia dell'autenticità pervertita, buona per tutto ormai, cristianesimo, comunismo, berlusconismo, fors'anche il cannibalismo.
RispondiEliminaGesù un grande uomo?! Perchè era un grande che ha detto, o fatto che già non avevano detto altri, è esistito ?! MAH chi lo sa, sicuramente quelli che dicono di rappresentarlo, a che titolo ancora non si capisce, hanno fatto e fanno più male che bene, i missionari, ci sono migliaia di persone che non sono devote, non lo fanno per mestiere ne per un posto in paradiso, e fanno anche più dei missionari, che impediscono in africa ai malati di AIDS di usare il preservativo..
RispondiEliminamescalito
uhm non sono molto d'accordo. Sfogliando i libri sacri, si trova tutto e il contrario di tutto. Posizione privilegiata delle donne (vedi resurrezione) e loro umiliazione. Guerra e pacifismo. Verginità di Maria o semplice errore di traduzione. Libertà per tutti gli uomini e schiavitù.
RispondiEliminaPoi gli uomini di ogni tempo fanno semplicemente cherry picking, e prendono le parti del messaggio che, interpretate con il senso comune, possono giustificare le loro posizioni di potere.
Come disse il saggio Javalla nel 3° secolo AC, circa. O insomma, il personaggio fittizio chiamato Javalla.