Ne ho già parlato alcuni giorni fa, ma sarà il caso di tornare sulla beatificazione di don Pino Puglisi, che un decreto della Congregazione delle Cause dei Santi ha di recente dichiarato martire «in odium fidei». Ho scritto che si tratta di una mistificazione: «Non è stato ucciso perché era un prete, ma nonostante il fatto che lo fosse». Il cardinale Angelo Amato, invece, afferma: «È stato ucciso in quanto sacerdote, non perché immerso in attività socio-politiche particolari. Ucciso in quanto predicava la dottrina cristiana ed educava i giovani a vivere con coerenza il loro battesimo. Non per altro. Non andava contro nessuno» (L’Osservatore Romano, 3.7.2012).
Ripeto: non regge. I preti uccisi dalla mafia si conterebbero a dozzine o dobbiamo ritenere che quelli che la mafia non uccide siano preti che vengono meno al dovere di predicare la dottrina cristiana? Ribadisco: proclamare don Puglisi beato perché martire
«in odium fidei» è un ignobile mezzuccio per ascrivere al suo ministero quelle virtù civili che abbiamo visto esaltate nell’esempio di tanti laici – politici, sindacalisti, magistrati, giornalisti, ecc. – che si sono spesi nella lotta alla mafia a prezzo della loro vita.
E non regge neanche la definizione che Sua Eminenza dà dei mafiosi, che «apparentemente – afferma – sembrano molto devoti», mentre invece fanno parte di «un’organizzazione che, più che “religiosa”, è essenzialmente “idolatrica”». Così fosse, perché non si ha traccia di un solo decreto della Congregazione per la Dottrina della Fede che condanni l’errore? Se «la mafia è intrinsecamente anticristiana», come afferma Sua Eminenza, perché sono rarissime, e tutte assai recenti, le condanne della Chiesa? Perché, al contrario, tante contiguità tra basso ed alto clero con ogni segmento del fenomeno mafioso, per secoli, da secoli?
Ma soprattutto è il caso di vantarsi che Puglisi " non andava contro nessuno" se quel nessuno è la mafia?
RispondiEliminaD.
"La mafia non esiste" (Mt 15:1-20)
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