martedì 20 dicembre 2016

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Ho una figlia che vive e lavora allestero, quindi credo di aver diritto a uninterlocuzione diretta con Giuliano Poletti, che prima dice: «Il paese non soffrirà ad averla più fra i piedi», e poi: «Chiedo scusa, mi sono espresso male».
Volevo innanzitutto dirgli che è un incommensurabile pezzo di merda e subito dopo, nel caso si ritenesse offeso, assicurarlo che mi ha travisato.

15 commenti:

  1. Gentile Malvino, sono ragionevolmente sicuro che Poletti non stesse parlando di sua figlia. Repubblica riporta la frase: "Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi". Se lasciamo da parte le critiche al ministro e/o al suo governo, non crede che, in sé, questa frase possa essere condivisibile?

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    1. Poletti non è il paese e, anche se lo fosse, non avrebbe alcun diritto di dirsi sollevato per non avere più fra i piedi chicchessia.

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    2. @ Lele
      questa mattina ho letto una lettera che credo meriti di essere segnalata a chi fosse sfuggita:
      http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/12/20/news/caro-poletti-avete-fatto-di-noi-i-camerieri-d-europa-1.291709?ref=HRBZ-1

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  2. Questo paese soffre, e molto, l'avere tra i piedi un governo di incapaci

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  3. Guardi che Poletti è un genio. In realtà tra gli emigranti il consenso per il precedente governo era molto alto, più della media nazionale. Bisognava abbassarlo in qualche maniera, già riesci a perdere un referendum mettendoti contro tutti, da Casapound a Grillo a Berlusconi, ma qui siamo all'intuizione pura.
    A questo punto, visto che i gay sono stati moderatamente contenti della Cirinnà, farei un bel comunicato per mandare affanculo i froci di merda a cui non piace il jobs act.

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  4. Uhhhh, è da mo' che questo paese ha tra i piedi governi di incapaci, praticamente da quando sono scesi i piemontesi sabaudi col loro plebiscito farlocco.......piuttosto è deprimente come questo popolo di idioti in-utili sopporti tutto questo infischiandosene, previa messa in sicurezza dei propri beni, chi può, gli altri in fila perenne per la vaselina, e anche quella scarseggia.....

    Caifa.

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  5. Sposo la tesi di Stefano, in più aggravandola di un pensiero complottista , quale quello di pensare che Poletti sia un "infiltrato" dei 5 Stelle .

    caino

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  6. Poletti è un imbecille, punto. Non ragioniamoci oltre

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    1. No, Poletti non 'è un imbecille, punto'.E' un ministro della Repubblica che sta facendo molto danno.
      C'è da ragionare,sissignore; e anche da cacciare.

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  7. In altri paesi Poletti, (magari quelli più civili, dove sua figlia è andata a lavorare) sarebbe stato rapidamente dimesso; in altri, più giustamente, linciato...

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  8. capisco il vostro problema di coscienza, ma fate ridere lo stesso. Volete l'euro, avete voluto l'abolizione dell'art. 18 e il jobs act, siete favorevoli a qualsiasi diavoleria legislativa che miri a ridurre il potere di contrattazione dei lavoratori e poi vi confondete per una frase dal sen sfuggita ? Che poi dai... Poletti non ha tutti i torti: lavoro non ce n'è (né voi da antistatalisti volete che lo Stato ne crei), reddito di cittadinanza nisba non sia mai, è peccato; è ovvio che questi giovani rimanendo in Italia, nell'assoluta impossibilità di ottenere un reddito, avrebbero combinato guai.

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    1. Si ritorni ad aumentare il potere di contrattazione dei lavoratori, si abolisca il Job Act

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    2. Per questo è in arrivo un magnifico, sontuoso referendum abrogativo.
      Naturalmente faranno tutto il possibile e l'impossibile per disinnescarlo.

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    3. Referendum abrogativo che come al solito riproporrà la caucus race di Carrol. Torneranno i gloriosi contratti a progetto, anche settimanali, ad appannaggio esclusivo dei giovani, però tutti saranno contenti perchè con una bella botta di culo puoi finire alle poste ed essere sistemato a vita.

      L'idea di superare una legge colpevolmente incompleta come il jobs act aggiungendo la 'security' oltre alla 'flex' non passa nemmeno nella testa di tutti i bravi sindacalisti-sauri italiani. Troppa fatica pensare a qualcosa di nuovo e adatto al 2016, torniamo alle ricette degli anni '70 che saranno sicuramente ottime, d'altra parte lo scenario geopolitico, industriale e commerciale di allora è rimasto lo stesso.

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