martedì 20 dicembre 2016

Giacché

Giacché nel linguaggio corrente è sempre più frequente luso di espressioni che invece fino a qualche tempo fa erano oggetto di severo biasimo per il loro eccesso di colore, penso sia ipocrita pretendere che ad astenersene debba essere proprio quel ceto politico che di continuo si rimprovera di essere troppo distante dalla gente comune, quindi ritengo sia del tutto fuori luogo dare addosso a Giachetti perché ha dato del «faccia di culo» a Speranza: concedo sia espressione forte, e anche volgare, ma non dimentichiamo che «volgo» sta per «popolo» e che «culo» è usato anche da Dante Alighieri (Inferno, XXVI).
In conclusione, direi che tutta questa indignazione nei confronti di Giachetti sia francamente immotivata: ritenendo spudoratamente incoerenti le odierne posizioni di Speranza sul Mattarellum rispetto a quelle che lo stesso sosteneva in passato, si è servito di un’immagine di forte impatto per dare maggiore efficacia alla propria riprovazione di tale atteggiamento, questo è tutto.
Non si trascuri, inoltre, che Giachetti nasce radicale, quindi ha nel sangue quella smania di visibilità mediatica che non si fa scrupolo di esser soddisfatta ricorrendo a provocazioni apparentemente estemporanee, ma in realtà assai ben studiate: cosa di meglio c’era, in una noiosa assise del Partito Democratico, per esser riscaldato dai riflettori dopo la gelata delle Comunali di Roma? Si chiuda un occhio, via, ché in fondo un «faccia di culo» non ha mai ucciso nessuno.
Post hoc, ma soprattutto propter hoc, andrebbe trovata un’espressione altrettanto pertinente per un tizio – Giachetti, appunto – che prima mi fa uno sciopero della fame per abolire il Porcellum, e poi mi vota lItalicum: io direi «testa di cazzo». 

2 commenti:

  1. E io appunto per questo mi indignavo: per una testa come Giachetti che dava della faccia a uno come Speranza di fronte ad altre facce sue pari che ridevano e applaudivano. Alberto Garbato

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