giovedì 12 luglio 2012

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Una volta tanto si può sottoscrivere ciò che si legge su Avvenire: «Se il senso della detenzione e della pena è di tendere alla rieducazione del condannato, allora l’ergastolo è una contraddizione in termini». Molto bene, ma quel «fine pena mai» non è a ricalco dell’eterno espiare all’inferno? 

5 commenti:

  1. Infatti l´ergastolo in Italia non esiste...chissa se ad Avvenire lo hanno spiegato!

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  2. Ci sono teologi che sostengono che l'Inferno esiste ma è vuoto

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    1. Anche se vuoto, non ne esci.
      E' questo il senso del post.

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  3. E' fantastica l'antinomia d'un dio infinitamente buono che condanna i propri "figli amatissimi" a una pena irrevocabilmente eterna. Scritto secondo le regole della logica formale, credo assomigli molto al paradosso del mentitore, ossia si presenti come proposizione autonegante.
    Roba da far gettare alle ortiche tutti i libri che trattano di teodicea.
    Poiché, tuttavia, l'intera struttura penale laica contemporanea del mondo occidentale trae il proprio fondamento dalla concezione cristiana di delitto (= peccato) e castigo (= punizione divina, sanctio, ripristino della sacertà) e quest'ultima, a sua volta, come dimostrato, si basa su di un'evidente contraddizione, non sarebbe arrivato il momento di ridare un'occhiata a tutto l'impianto?

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  4. L'instancabile impegno di Malvino nel tentare di applicare la logica alla religione ha qualcosa di eroico, oltre che essere sempre molto piacevole da leggere.

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