Delle promesse fatte a Pontida, per tener buona la sua base, Bossi ha potuto mantenere solo quella dei ministeri al nord, e anche quella pare mantenuta solo formalmente, con tre targhe in ottone e tre scrivanie. E intanto Equitalia non si tocca, le missioni militari all’estero vengono rifinanziate, i costi della politica sono ben lunghi dall’essere ridimensionati, del Senato federale neanche si parla. Ora, con l’intervento del Quirinale che mette in discussione pure le succursali padane dei dicasteri, peraltro con argomenti ai quali neanche Bossi riesce a opporre valide obiezioni, la base della Lega ha due sole alternative: fare a pezzi il suo profeta o, dopo il tanto mugugnare che aveva preceduto il raduno di Pontida, pigliarselo in culo e far finta che va tutto bene. Ma il profeta è intoccabile e far finta costerebbe troppo, sicché le alternative dovranno essere ridimensionate: un finto braccio di ferro con Napolitano, per accettare infine un compromesso che in ogni caso risulterà umiliante per la Lega, o sacrificare il poveretto al quale è venuta l’idea dei ministeri al nord.
La cosa più tragica è che l'unica ragione per cui un cittadino dovrebbe desiderare i ministeri al nord è la speranza di racimolare qualche briciola nell'arraffa arraffa generale che seguirà al clientelarismo più spudorato che sperabilmente ne verrebbe fuori.
RispondiEliminaTo metten ncul e t' ricen : "Aggie pacienz!"
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