Più odioso del licenziamento delle operaie della Ma-Vib di Inzago (Mi), licenziate solo perché donne, può esserci solo il tentativo di rendere la cosa meno odiosa, cercando di spiegarla fino a giustificarla, soprattutto se a farlo è una donna. Ci pensa Valeria Braghieri (il Giornale, 1.7.2011), cominciando con l’offrirci “un dubbio, e cioè che l’odiosa decisione apparentemente antifemminista fosse invece, nell’evitabilità di una crisi, una «soluzione» quasi paternalistica, di antico buonsenso”. Non è difficile immaginarla strepitare come una papera se il Giornale la licenziasse nell’evitabilità di una crisi, ma questa ipotesi non è nemmeno ipotizzabile per la signora, perché è giornalista e di Milano. Ma trattandosi di operaie di Inzago, “in quest’ottica, in questa mentalità, in questa geografia, dire che in fondo, le donne un lavoro già ce l’hanno e sono i figli, non graffia e non vuole graffiare come graffierebbe da altre parti, dove è già un altro momento”. Vive in un altro momento, la Braghieri. Da lì, visto a debita distanza, quello ingannevolmente a tanti è sembrato proprio sessismo, quasi certamente per giudizio troppo sbrigativo, a lei pare “antico buonsenso”.
Non è sessismo? Sì, può darsi lo sia, la signora non assume mica posizione rigida come quella uguale e contraria di certe femministe arrabbiate, quelle sempre pronte a scorgere un’offesa in una innocente pacca sulla natica che è il più spontaneo omaggio maschile alla bellezza muliebre. No, la signora non si concede ad alcuna ottusa certezza, e non lesina i “forse”: “Forse c’è un essere uomini davvero in questo «fare a meno» delle donne, in questa sorta di ingenuità intatta. Forse c’è davvero un intento di far rimanere in guerra chi ha più speranza di portare a casa la pelle. Forse. Ma è un beneficio del dubbio che, ogni tanto, e senza spiegazioni, dobbiamo anche concedere”. Se non lo concediamo, che figura ci facciamo?
Aggiornamento Un comunicato dell’azienda vanifica il potente sforzo antropologico della Braghieri: “Mai la Ma-Vib Spa ha inteso adottare politiche discriminatorie nei confronti del proprio personale dipendente femminile. Se verranno adottati, infatti, provvedimenti il prossimo mese di settembre, a seguito dell’attuale gravissima crisi aziendale, questi potrebbero riguardare il reparto produzione, ovvero il reparto che maggiormente sta soffrendo la crisi, e in misura minore il settore impiegatizio. Purtroppo il reparto produzione è quello che attualmente occupa 18 donne su 20 addetti. È questa l’unica ragione «tecnica» che potrebbe veder coinvolte più donne che uomini e non certamente per una volontà discriminatoria della società”. Peccato, preferivamo credere che le operaie fossero licenziate per “antico buonsenso”.
Aggiornamento Un comunicato dell’azienda vanifica il potente sforzo antropologico della Braghieri: “Mai la Ma-Vib Spa ha inteso adottare politiche discriminatorie nei confronti del proprio personale dipendente femminile. Se verranno adottati, infatti, provvedimenti il prossimo mese di settembre, a seguito dell’attuale gravissima crisi aziendale, questi potrebbero riguardare il reparto produzione, ovvero il reparto che maggiormente sta soffrendo la crisi, e in misura minore il settore impiegatizio. Purtroppo il reparto produzione è quello che attualmente occupa 18 donne su 20 addetti. È questa l’unica ragione «tecnica» che potrebbe veder coinvolte più donne che uomini e non certamente per una volontà discriminatoria della società”. Peccato, preferivamo credere che le operaie fossero licenziate per “antico buonsenso”.
nell’evitabilità di una crisi ... far rimanere in guerra chi ha più speranza di portare a casa la pelle
RispondiEliminaCi siamo abituati a tutto, dicevi nel tuo post di ieri. E concludevi: Siamo tostissimi, non meritiamo neanche pena.
Ho sentito come un deserto dentro leggendo l'articolo della giornalista.
RispondiEliminaMancano:
- umanità
- empatia femminile
- visione prospettica
- pietà
Insomma, c'è tutto quello che serve per essere una giornalista del Giornale!
Meno umana di lei solo la Maglie, ma la stoffa c'è!
Più detestabile del femminismo militante (e io sono profondamente femminista, a volte anche femminile) c'è solo l'antifemminismo rivestito da promachismo delle donne di destra (vedi Santanchè, a tratti sì a tratti no, adesso è promachista).
A me l'articolo del giornale è piaciuto moltissimo, trovo la formula efficace e geniale.
RispondiEliminaGeniale perché può essere applicata a tutto:
Schiavitù: orrendo crimine contro l'umanità o antico buonsenso?
Apartheid: ottuso e violento razzismo o antico buonsenso?
Lapidazione delle adultere: odiosa violenza di genere o antico buonsenso?
Mi ricorda il Riparliamone della Cortellesi, però questo è ancora più efficace.