Rinviato
a giudizio per le offese rivolte a Cécile Kyenge, Roberto Calderoli solleva due
obiezioni.
La prima è relativa al giudizio immediato, chiesto dal pm e concesso
dal gip: «Generalmente celerità fa rima con efficienza, ma in materia di
giustizia penso abbia una certa rilevanza anche il rispetto delle procedure.
Adesso inoltrerò una richiesta perché il Ministro della Giustizia attivi un’ispezione
al Tribunale di Bergamo affinché venga appurato se ci sono state irregolarità
in questa vicenda».
Non gli sta bene che la faccenda sia risolta in tempi brevi,
è evidente, ma appellarsi al rispetto delle procedure è scelta infelice, nel
merito e nel metodo. Nel merito: «Quando la prova appare evidente [e in questo
caso c’è tanto di video che prova l’offesa rivolta Roberto Calderoli a Cécile
Kyenge], salvo che ciò pregiudichi gravemente le indagini [e in questo non si
capisce come potrebbe], il pubblico ministero chiede il giudizio immediato se
la persona sottoposta alle indagini è stata interrogata sui fatti dai quali
emerge l’evidenza della prova [e in questo caso così è stato]» (art. 453
c.p.p.); «Entro novanta giorni dall’iscrizione della notizia di reato nel
registro previsto dall’art. 335, il pubblico ministero trasmette la richiesta
di giudizio immediato alla cancelleria del giudice per le indagini preliminari
[e così è stato in questo caso]» (art. 454 c.p.p.); «Il giudice, entro cinque
giorni, emette decreto con il quale dispone il giudizio immediato [come ha
legittimamente disposto in questo caso] ovvero rigetta la richiesta» (art. 455
c.p.p.). Dove sarebbe venuto meno il rispetto delle procedure?
E qui veniamo al
metodo: che senso ha – per meglio dire: che senso cerca – il chiedere al
Ministro della Giustizia un’ispezione al Tribunale di Bergamo, quando basta sfogliare le pagine del
Codice di Procedura Penale? Pare evidente che l’appello non sia alla Giustizia,
ma al Ministro, anzi, a questo Ministro della Giustizia, e da Senatore, anzi, da
Vicepresidente del Senato.
Seconda
obiezione: «Auspico – ha detto Roberto Calderoli – la medesima solerzia ed
efficienza anche per la risoluzione del caso di Yara Gambirasio. Parenti e
amici attendono giustizia da quasi tre anni per lei, anche se capisco bene che
una frase detta in un comizio sia molto più grave dell’omicidio di una
tredicenne innocente».
Un vero e
proprio delirio, in apparenza. Che per giunta si concede pure il lusso dell’ironia. Su quale
piano, infatti, si può proporre un’interpolazione tra un caso come quello che
vede vittima Cécile Kyenge e un caso come quello che vede vittima Yara
Gambirasio? Non su quello logico, perché sappiamo bene chi ha dato dell’«orango»
a Cécile Kyenge, ma ancora non abbiamo un presunto colpevole dell’assassinio di
Yara Gambirasio. Né su quello giudiziario, perché nel primo caso è in questione
la decisione del giudice, nel secondo il lavoro dell’inquirente. Dovremmo
concludere che a Roberto Calderoli manchi una rotella, ma sarebbe conclusione
affrettata e, tutto sommato, ingenerosa.
Con la prima
obiezione, infatti, si attua il tentativo di coinvolgimento di Anna Maria
Cancellieri, che dopo il caso Ligresti non può più respingerne alcuno. Può
disporre un’ispezione al Tribunale di Bergamo? Senza dubbio. Ma qui ce ne sono
gli estremi? Domanda irrilevante: se è prevalso il momento «umanitario» su
quello «legaritario» nel caso Ligresti, perché non dovrebbe prevalere nel caso
Calderoli? So bene che anche questa interpolazione non regge sul piano giudiziario,
ma regge su quello della stessa logica che giustifica, con la seconda obiezione
sollevata, il tentativo di coinvolgere la pancia di chi, fermato dalla Polizia
Stradale per aver superato i limiti di velocità, si lamenti della multa elevata
a suo carico, perché «intanto i responsabili della strage di Ustica sono ancora
impuniti».
Trattandosi di Calderoli l'unica soluzione è abbatterlo, perchè è proprio un caso umanitario.
RispondiEliminaRoberto Calderoli ha dimostrato abbondantemente, in anni di esposizione mediatica, di mancare non di una sola ma di molte rotelle.
RispondiEliminaLa tragedia vera e' che un tipo cosi' sia vicepresidente del Senato!?!
Castaldi no, Calderoli uno spazio sul suo blog non lo merita...
RispondiEliminaLa solita "giustizia" all'italiana.
RispondiEliminaAlla fine, Calderoli se la caverà chiedendo l'incapacità d'intendere e volere (art. 85 c.p.).
E' tutto preordinato.
Alla fin fine Calderoli si confronta con un assassino.
RispondiEliminaNon mi aspettavo una simile caduta di stile nel suo blog, Malvino. Parlarci proprio di Calderoli!
RispondiEliminaSuvvia, un minimo di buongusto!
Non credo che la Cancellieri non può rifiutare più niente anzi, proprio per ciò che è accaduto non può più intervenire apertamente in favore di un personaggio importante, la farebbero definitivamente a pezzi stavolta. Perché la vicenda contesa in quel caso non è stata che sia intervenuta personalmente per segnalare qualcosa (fatto che in qualsiasi altro Paese avrebbe squalificato il buon funzionamento del ministero della Giustizia, perché mi pare ovvio che un ministro non può intervenire su tutto personalmente, un ministro deve costruire un meccanismo efficiente e ritagliarsi una funzione di supervisore), ma ciò che ha indignato davvero è che fosse intervenuta in favore di amici potenti.
RispondiEliminaA Calderoli però, scartata anche la logica dei responsabili di Ustica perché anche li siamo ancora in alto mare, rimane da giocare la carta dell'incapacità di intendere e di volere, che non dovrebbe essere difficile da dimostrare, anche senza perizie di parte.
Sull'opportunità di ospitare Calderoli in un blog replico che non si tratta di ospitare l'uomo Calderoli ma, visto che i padani insistono nell'eleggerlo, visto che riveste cariche di primo piano (da quelle di ministro a quelle di vice presidente del senato), non si tratta più di ospitare Calderoli, ma ciò che rappresenta. Rassegnatevi, Calderoli sfiora quasi la funzione di un assoluto hegeliano.
Un saluto
Calderoli e' Calderoli ma un po' d' infamia per il suo solerte leguleio che andra' in udienza a sostenere robe del genere?
RispondiEliminaForse Calderoli accosta l'omicidio di Yara a Cecile, perché noi non lo sappiamo ma magari é stato un Orango...e lui ha capito tutto. Ma chi é piú cretino Carnevale o chi gli va di dietro, veramente chi vota questi personaggi è degno di stare con i buffoni del regno Italico. E guai a paragonarlo ai buffoni del regno di Albione.
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