“Il golpe costituzionale caro al pensiero perbenista, che è pronto a sovvertire le regole liberaldemocratiche perché ha in uggia lo stile di vita e la facies di Berlusconi, si definisce così: decretare l’esclusione del Cav. dalle liste elettorali e arrivare al voto solo dopo che un’alleanza costituzionale, da Fini a Vendola passando per Casini e Bersani, abbia ricostruito le condizioni per l’abbattimento del tiranno e l’esclusione del suo popolo dalle urne”
Giuliano Ferrara, Il Foglio, 18.11.2010
Di tanto in tanto, fin dal 2004, qualcuno pensa che l’Elefantino cerchi di smarcarsi dal Caimano. Quella di oggi è l’ennesima smentita: fino a quando Berlusconi regge, Ferrara gli sarà legato. Poi si vedrà.
Bisognerebbe che qualcuno facesse leggere questo post a Ernesto Galli della Loggia, il quale, domenica scorsa, scrivendo il suo editoriale «Solitudine di un leader», a proposito del fatto che Berlusconi non abbia saputo ascoltare i suoi più "intelligenti" consiglieri, scrive: «Consigli arrogantemente respinti, suggerimenti finiti nel nulla, proposte liquidate con un’alzata di spalle sono state sempre di più la regola: allontanando sistematicamente le intelligenze che pure sarebbero state disponibili a rendersi utili. La parabola di un uomo come Giuliano Ferrara parla da sola». Ecco, la parabola di un uomo che ancora è solidamente, strutturalmente impantanato nel berlusconismo.
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