venerdì 29 luglio 2011

Corrispondenze

Caro Luigi,
ti scrivo in privato su questa questione, correndo il rischio di risultarti noioso, per due ragioni: la prima è per ragioni di stima, non quella generica che si mette in questo tipo di email, ma proprio quella stima che mi fa allarmato, ora, nel saperti su posizioni così diverse dalle mie – tu, persona con cui sono d’accordo pressoché sempre. La seconda è un altro paio di persone, in questi giorni, mi hanno chiesto un parere (a quanto pare, fra mangiapreti, abbiamo un gruppo d’ascolto del tuo blog): ma Malvino come la pensa? Perché usa quella parola? Così, invece di fare ipotesi su quello che pensi, te lo chiedo direttamente.
Ti contesto l’uso della parola islamofobia. Tu sei cristianofobo? Ha ragione Ratzinger, che la usa ogni due per tre? No, direi. Sei una persona che non condivide una precisa ideologia – non lo devo spiegare a te: ogni religione, al di fuori della propria rivelazione, è un’ideologia – e come tale la critica. Non esistono marxistofobi o fascistofobi: esistono persone che, a torto o ragione, non condividono il bacino di pensieri (per quanto ampio) che è convogliato in quella definizione. La parola islamofobia, a mio modo di vedere, è fasulla: una corruzione, squisitamente clericale, del linguaggio. Per questo non capisco che significato possa avere per qualcuno che la pensa come te. Essa associa al razzismo la legittima critica a un sistema di pensiero fondato su prove insufficienti. Una persona che critica un’etnia è razzista, una persona che critica un’idea non può esserlo. È cattolicofobo criticare il cattolicesimo? Non stiamo introiettando il linguaggio del dogmatismo e della tutela di esso?
Se non sbaglio – vado a memoria, potrei ricordare male – l’hai cominciata a usare, o a usare con più frequenza, di recente: c’è qualcosa che ti ha fatto cambiare idea e che potrebbe fare cambiare idea a me?
Ciao,
Giovanni


 
Caro Giovanni,
le fobie sono paure irrazionali e dunque riguardano la patologia umana, il punto in cui la logica va a farsi fottere e l’uomo diventa preda della bestia che si porta dentro. Dell’islam, come del cristianesimo, io ho una paura motivata e - mi pare - correttamente argomentata, dunque non sono né islamofobo, come parecchi cristiani, né cristianofobo, come molti musulmani. Se uso il termine “islamofobico” così frequentemente dalla strage di Oslo ad oggi è proprio per un motivo squisitamente polemico nei confronti di chi ha usato tanto spesso il termine “cristianofobo” negli ultimi tempi. E contesto l’affermazione che mi pare anche tu hai fatto di recente e sulla quale ci siamo intrattenuti nei commenti ad un mio post: il Corano non è intrinsecamente e inemendabilmente violento, o lo è anche la Bibbia.
Tranquillizza chi ti chiede di me: Malvino è quello di sempre, non si converte all’islam pur di polemizzare meglio contro il cristianesimo, perché da quella posizione la polemica sarebbe assai meno efficace di quello che pensa sia com’è. Ma non venite a dirmi che i primi due monoteismi sono carini e il terzo è venuto male, sennò vi mando affettuosamente a cagare.
Ti abbraccio e non ti chiedo se posso pubblicare questo scambio privato: lo pubblico comunque, così ti risparmio di riferire a quelli che, invece di venire a chiedere spiegazioni a me, le vengono a chiedere a te.
Luigi

2 commenti:

  1. "Ma non venite a dirmi che i primi due monoteismi sono carini e il terzo è venuto male, sennò vi mando affettuosamente a cagare"

    Questa la stampo a caratteri cubitali!
    Grazie.

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  2. Giusto, non serve la fobia nei confronti delle religioni: molto meglio la paura, razionale argomentata e concreta.

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