L’outing è pratica disdicevole? Penso che lo sia soltanto quando è praticata in forma anonima e senza produrre prove validamente documentate di ciò che si rivela. E dunque anch’io ritengo disdicevole la pagina di listaouting.wordpress.com, e tuttavia non condivido affatto le ragioni di principio che sento addurre a pressoché unanime condanna dell’outing come strumento politico. Senza dubbio si tratta di una pratica ritorsiva, ma come negare i suoi caratteri di difesa?
Non voglio dilungarmi troppo in premesse: rimando a Wikipedia per tutto ciò che attiene alle ragioni che hanno dato vita all’outing, ai problemi di metodo che sono posti nella sua pratica, alle controverse questioni che ha fin da subito sollevato sul piano morale e su quello politico, ecc. Si tratta – leggo – di una iniziativa che è concepita come “arma politica di difesa contro quegli omosessuali conservatori che, per allontanare da sé i sospetti di omosessualità, si rivelano particolarmente fanatici nella deprecazione e addirittura nella persecuzione pubblica dell’omosessualità”: violazione della privacy, senza dubbio, ma finalizzata a combattere uno dei più deleteri effetti dell’ipocrisia, che è quello di produrre un danno a una componente politicamente debole nella società, con la finalità di trarne un vantaggio tutto personale.
Nel caso dell’omosessuale che, rivestendo un ruolo pubblico, promuova o sostenga iniziative di franca impronta omofoba, poco importa se la sua ipocrisia sia un mezzo per procurarsi un personale consenso politico o per cercare un personale riparo dalla discriminazione che intanto non risparmia gli altri omosessuali o, ancora, per risolvere in modo nevrotico una personale conflittualità interiore: di fatto, la sua ipocrisia produce un danno oggettivo, e lo produce in offesa a quanti vengono con ciò nel legittimo diritto di difendersene.
Ora, senza dubbio, la privacy è sacra e anche un ipocrita ha buon diritto di lamentarsi se la sua è violata. Ma ogni onore porta un onere, e l’ipocrita che riveste un ruolo pubblico ha verso la propria privacy l’obbligo di una cura particolare, proprio nel malaugurato caso che essa sia violata: se non ci riesce, e il suo privato viene a rivelarsi in patente contraddizione con quanto ha sempre voluto dar da credere per ciò che pubblicamente ha detto e ha fatto, al più merita di essere risarcito per l’intrusione che la sua privacy ha subito, non già del danno personale che ne è derivato. Potrà avere l’umana comprensione dei pietosi, ma non potrà lamentare la perdita del consenso che chiedeva e otteneva in forza dei suoi argomenti omofobi.
A un omosessuale che rivesta un ruolo pubblico, e che non voglia pubblicamente rivelare le proprie preferenze sessuali, non resta che una sola coerenza a prova di infortunio: rinunciare a posizioni omofobe. Questo è quanto riesce ad ottenere l’outing, come pratica ritorsiva, ma anche come strumento deterrente. Non è questo che ci si può aspettare dall’iniziativa di listaouting.wordpress.com, che si esaurisce nella vuota illazione, moralmente disdicevole, e soprattutto dagli effetti potenzialmente controproducenti. Più che malvagia è stata operazione cretina.
Forse sarebbe da chiedersi,ammesso che la lista corrisponda a verita' (a me pare una bufala di proporzoni colossali tranne per uno figuro di quelli elencati) come si apossibile che non sia uscita prima!
RispondiEliminaIn US se trovano le prove che un politico omofobo e' gay (il che visto il grado intellettivo non e´cosi difficile) mica fanno un comunicato in cui avvertano che faranno outing: lo sbattano in prima pagina e giro due giorni questo si dimette e punto e a capo.
Bel post. Io mi chiedo anche un'altra cosa: nel caso specifico, la colpa politica che si attribuisce ai 10 personaggi citati è quella di non aver appoggiato la legge anti-omofobia, ossia quella che - se vogliamo, in maniera contraria all'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge - andava a porre una aggravante quando i reati di violenza sono commessi "per omofobia". Sarebbe stata una legge che poneva dei problemi a detta di molti. Se l'analisi degli ideatori della "lista outing" si ferma a quella legge e a chi ha votato a favore oppure contro, i 10 politici potrebbero perfino passare per "stoici uomini di Stato che, votando contro quella legge, rinunciano a qualcosa che potrebbe difendere anche loro e quelli che hanno il loro orientamento sessuale (sempre che siano vere le accuse di listaouting) perché non desiderano creare un vulnus all'uguaglianza dei cittadini di fronte alla Legge".... CARLO72
RispondiEliminaCome sempre di suoi posto sono da sottoscrivere dalla prima all'ultima parola.
RispondiEliminaconcordo completamente.
RispondiEliminala questione è che un'iniziativa come questa si è dovuto ridurla a un'operazione un po' cretina anche perché nessuno l'avrebbe difesa: nel maggior partito di opposizione perfino uno come scalfarotto, che si atteggia a paladino degli omosessuali e invece scalda solo la poltrona, si è schierato del tutto contro, senza nemmeno rendersi conto del fatto che l'operazione si è ridotta a questo proprio perché nessuno l'avrebbe difesa. men che meno il pd.
A onor del vero, negli SU i politici omofobi gay non sono stati sbattuti in prima pagina in quanto tali, ma perché coinvolti in reati a sfondo (omo)sessuale. E non si sono dimessi tutti (vedi Larry Craig).
RispondiEliminaMinerva
"In USA fanno...": chiediti perché in Italia Corriere e Repubblica, per citarne due, manco abbiano messo il link al sito, e tantomeno abbiano pubblicato la lista.
RispondiEliminaPerò poi, in uno dei pensosi corsivi, abbiano parlato di nomi "letti" tra virgolette, giusto per ricordare la passione di Gianni per i corazzieri.
Stampa italiana, buona per avvolgere lo sterco fresco.
A parte che molti di quei nomi sono certamente omosessuali (mi spiace per voi, che non siete froci: se lo foste, a parte il divertimento assoluto sapreste anche certe cose, perché l'amico che vi racconta che s'è sbattuto tizio e caio lo trovate sempre, e raramente mente, non è che c'abbiamo bisogno), a parte che la legge sull'omofobia era ed è sacrosanta, qua si parla di gente (come Volontè e Calderoli) che dichiarano che noi gay siamo malati, disturbati e possibilmente da curare.
Ora, potergli rispondere con un bel "zitto frocio di merda che lo sanno tutti" è forse non risolutivo del dibattito politico, ma cazzo quanto aiuta. Ed è tanto liberatorio. Poi verrà l'etica pubblica, intanto partiamo dalla verità.
Poi, mi domando, Malvino, se quest'elenco fosse stato di cardinali e monsignori, quanto ti sarebbe piaciuto invece di più.
@ Paolo
RispondiEliminaSenza una foto di Sua Eminenza o di Sua Eccellenza alle prese con un cero da cresima, non ci credo.
Da sottoscrivere parola per parola.
RispondiEliminaSe questo è l'unico modo rimasto per mandare fuori dalle balle Calderoli e qualcuno come lui...
RispondiEliminaNon stiamo messi bene.
Mi spiace per Paolo, capisco le ragioni, la lista sarà pure liberatoria, ma dubito molto che da questo momento di "verità" scaturirebbe un'etica pubblica, neanche dopo molto tempo ...
Sarebbe altrettanto liberatorio dire che c'avete rotto i cosiddetti con questa legge contro l'omofobia ... e invece bisogna cercare di capire le ragioni di tutti.
E' esattamente come ha detto Malvino: questa lista, ma questa faccenda in generale, è più cretina che malvagia.
in questo caso, è da sottoscriversi il post di paolo
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