Una vignetta di Altan sull’ultimo numero de l’Espresso (37/LVII, pag. 15) mi sollecita ad una riflessione che vorrei sottrarre ad ogni pregiudizio. Provvidenzialmente mi soccorre Maranatha, rinomata ditta di arredi liturgici, della quale il giornale dei vescovi pubblica oggi una réclame a pag. 16 (Avvenire, 9.9.2011). So di contravvenire alla regola di non ospitare pubblicità su questo blog, ma si tratta di una eccezione che non ha alcun fine di lucro, e da subito, per evitare che il rifiuto possa sembrare scostumatezza, faccio presente che non accetterò neanche un euro dal titolare della Maranatha, neanche se insistesse.
Ma veniamo alla questione sollevata da Altan. Davvero il guardaroba di un pastore è poi così costoso? A quanto può ammontare il costo dello stretto necessario per non degradare la figura di un apostolo di Cristo a un poveraccio? Calcolando camici, casule, stole, pianete e tutto il resto, e in numero adeguato a coprire le esigenze imposte dal calendario liturgico, a quanto può arrivare la spesa perché i simboli siano soddisfatti?
Inutile dire che dipende da una innumerevole serie di fattori, sicché la spesa complessiva potrà essere assai variabile. Non a caso sarà bene prendere nota del listino prezzi della pregiata ditta del signor Rosario Sollazzo, che mi pare offrire ottima merce a prezzi relativamente bassi, comunque assai onesti.
Delizioso camice in lino ricamato a mano...... € 1.650
Elegante dalmatica con ricami di fattura superiore....... € 1.926
Piviale dalla linea sobria e nel contempo assai raffinata..... € 2.250
Casule: da sinistra a destra, un modello dal drop morbido (€ 740),
uno per occasioni speciali, ma ottimo anche per party e cocktail (€ 1.850),
e uno dalla linea più severa, particolarmente consigliato per le messe indoor (€ 1.390)
Stole: a sinistra, modello dal disegno semplice, concepito per
benedizioni a portatori di handicap, disoccupati e affini (€ 345);
a destra, prezioso capo ricamato a mano, ottimo per la celebrazione
di sponsali di consiglieri regionali, capomandamenti, ecc. (contattare per il prezzo)
Pianete: a sinistra, modello consigliato per offici in stadi e spianate (€ 2.346);
a destra, capo indispensabile per le messe in latino (€ 7.461)
All’essenziale, ovviamente, manca ancora qualcosina, sennò il pastore è come fosse nudo, e non sia mai.
A sinistra, pastorale per vescovi estroversi (€ 1.050);
a destra, modello sfiziosissimo, in argento lavorato a mano
(contattare in privato per il prezzo)
Mitrie: da sinistra a destra, modello per vescovi pre-conciliaristi (€ 533),
per vescovi post-conciliaristi (€ 556), per vescovi un po’ e un po’ (€ 880)
Pettorali: siamo su un terreno delicatissimo
(tutti pezzi senza indicazione di prezzo)
A sinistra: parasole che è un vero amore, per processioni estive;
a destra: sfarzoso anello raffigurante tre allegri suonatori di putipù
(come sopra, contattare per sapere il prezzo, ché metterlo on line farebbe scandalo)
Possiamo considerare al completo il guardaroba base, calcolando per ciascun capo almeno una mezza dozzina di esemplari di foggia diversa? Non proprio, perché fin qui abbiamo preso in considerazione solo quelli indossati in sede liturgica: sono quelli abitualmente inclusi alla voce “sostentamento del clero”.
Possiamo riandare alla vignetta di Altan e chiederci quanto pregiudizio dobbiamo sottrarle.
Non posso non pensare a quel bellissimo episodio di "Roma" di Fellini :)
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=CYzRL9YIswQ
i commenti ai vari capi sono assolutamente geniali
RispondiEliminaMa allora è proprio vero che fanno tanto, col nostro 8x1000!
RispondiEliminaPerò la vignetta è ambigua: io l'avevo intesa come "è solo per quello che accetto di vestirmi così", e non "perciò posso permettermi questi vestitini". Ad ogni modo è gustosa.
RispondiEliminaIl post e la vignetta colpevolmente omettono una cosa fondamentale: la gerarchia ecclesiastica non sottrae un centesimo alle folle di credenti e non credenti per altro fine che il bene delle loro anime.
RispondiEliminaGli abiti liturgici, gli altari, i tabernacoli, i ceri, gli aspersori, le statue e tutti gli altri accessori molto pii appartengono infatti ai fedeli, esattamente come l'ovile appartiene al gregge, e così anche il bastone del padrone (lo ammetta, non sente anche lei quanta più sicurezza dà quel bastone, se è d'argento?), e il coltello, e gli arnesi da concia e da macello.
E quanto più sopportabile è il dramma dei poveri, degli indifesi, dei maltrattati e uccisi, se l'omelia
che ce ne parla è pronunciata da alti prelati vestiti finemente!
Solo in malafede si può insinuare egoismo da parte di quel clero della cui onestà, d'altronde, non possono che convincerci l'eleganza e la sobrietà con cui indossano tali abiti preziosi.
In verità, io l'ho intesa nel senso che "è solo per tutti quei privilegi che accetto di vestirmi come un perfetto imbecille".
RispondiEliminaTuttavia, si tratta in ogni caso di una ottima presentazione per il meraviglioso catalogo "prete"-a-porter di Domenico Petruzzelli (alias Lino Banfi in "Cornetti alla crema")
questo post mi ha aperto gli occhi su un mondo che nemmeno pensavo (nella mia beata ingenuità) potesse esistere: le sartorie che vivono unicamente o soprattutto di abiti ecclesiastici. Non sono poche, mi dice Google. D'altra parte il mercato non è piccolo: in Italia ci sono piu' preti che ricercatori.
RispondiEliminaHo scoperto quindi che il saio dell'umile frate minore amico di famiglia non puo' costare meno di 300 euro (posso dire che per il mio matrimonio spesi di meno?), e la sua borsetta per l'elemosina e l'iphone è venduta a 75 euretti.
Ma un'altra cosa mi è balzata agli occhi: l'incredibile maschilismo dei cataloghi di queste sartorie. Gli abiti per preti e sacerdoti sono numerosi, colorati, ben disegnati, fantasiosi e ricercati. Uno spettacolo per gli occhi. Per le suorine, poche cose ben fatte, grigio o bianco e via.
Un maschilismo un poco effeminato, certo. E forse anche per questo non meno schifoso.
Saluti,
Giovanni
io l'ho letta come pietro e lector, però così mi viene il dubbio
RispondiEliminasottoscrivo pietro e lector nell'interpretazione di altan.
RispondiEliminaImmagino che uno che si chiama Rosario Sollazzo sia fornitore anche degli abiti da suora per le serate di Arcore.
RispondiEliminaGigia
Ogni giorno, per andare a lavorare, passo tra Pantheon, Minerva e piazza del Gesù, zona con massima densità di sartorie ecclesiastiche. Mi considero mitridatizzato. Ah, io vado in bicicletta, ma a piazza Risorgimento c'è un passaggio pedonale che offrirebbe, al malintenzionato, l'opportunità, nella stagione giusta, di falciare quattro cardinali per volta!
RispondiEliminahttp://ilmanigoldo.blogspot.com/2011/09/i-conti-della-serva.html
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