domenica 21 novembre 2010

“Storica apertura”


Nessuna “storica apertura”, figuriamoci. Ancora una volta il mondo fraintende: non è stato il Papa a dire che “vi possono essere singoli casi [moralmente] giustificati” di uso del preservativo, ma Joseph Ratzinger, e l’ha fatto nel corso di una conversazione privata, anche se destinata a diventare pubblica (Luce del mondo, Libreria Editrice Vaticana 2010). Il contesto è tutto, sicché Vittorio Messori ha ragione: “Nulla viene scalfito nell’impostazione etica del magistero” (La Stampa, 21.11.2010). E dunque, prima di analizzare ciò che Joseph Ratzinger dice a Peter Seewald, diciamo subito: non si tratta di un’affermazione tratta da un’enciclica pontificia, né da un documento ufficiale della Congregazione per la Dottrina della Fede sottoscritto dal Papa, né da un testo che abbia forza di emendare il magistero. E dunque – ancora con Messori – “quello di cui parla il Pontefice è un atto di carità (si tratta di una prostituta che chiede al suo cliente di mettere il preservativo per evitare un contagio), e da ciò non derivano conseguenze distruttrici sulla dottrina”: ogni atto sessuale è lecito solo nel matrimonio e deve rimanere aperto alla procreazione, l’uso del preservativo a scopo contraccettivo rimane un’offesa al sesto comandamento, e dunque è peccato mortale. Del tutto fuori luogo, quindi, immaginare che la Chiesa stia facendo una “storica apertura” su sesso e contraccezione.
Anche riguardo all’uso del preservativo come metodo per impedire il contagio di malattie a trasmissione sessuale, tutto è come prima perché in Luce del mondo si afferma che “questo può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole”: lungi dall’essere uno strumento ritenuto moralmente valido allo scopo – la Chiesa continua a ritenere che l’unico sia la castità – il preservativo viene ad essere considerato, meno di un “male minore”, un imperfetto memento del peccato che si sta compiendo. D’altra parte, in chiusa, Joseph Ratzinger dice: “Le prospettive della Humanae vitae restano valide”. E fino a quando restano valide quelle, nessuna “storica apertura” è possibile.



12 commenti:

  1. Si, ma allora come la mettiamo con la storica apertura del tartufo d'Alba nelle mense Caritas?

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  2. Una cosa curiosa è che la maggior parte dei giornali stranieri hanno riportato l'esempio come riferito a "uomini che si prostituiscono". In effetti sarebbero parole molto più in linea con il personaggio (un'apertura alle donne, sì, figuriamoci).

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  3. Luigi, come faceva notare anche ZP sopra il papa parlava di uomini che si prostituiscono:

    http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-11804943

    Sai qualcosa in più a proposito? Qual è la versione ufficiale, quella internazionale o quella italiana?
    A me sembra un piccolo giallo.

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  4. "Vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico...": prostituta (f. sing.).

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  5. Se fosse riferito a maschi, il riferimento al profilattico sarebbe del tutto superfluo, dal momento che l'atto omosessuale è moralmente sbagliato sempre e comunque. Il problema morale del preservativo è dato dall'interferenza con l'orientamento alla procreazione di ogni atto sessuale (che spetta solo al rapporto maschio femmina).

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  6. Giuseppe Regalzi rimanda alle versioni in francese, inglese e tedesco dove chi si prostituisce parrebbe essere un maschio. Invito alla lettura del post che sulle possibili implicazioni è illuminante:
    "Se il papa avesse parlato di prostituta, al femminile, ci troveremmo di fronte a una radicale innovazione nel magistero ecclesiastico, che finora ha sempre condannato il profilattico e gli altri mezzi anticoncezionali in quanto impediscono all’atto sessuale di raggiungere la sua «finalità intrinseca» (cioè la procreazione), senza mai porsi il problema del male minore. Sembra chiaro che ciò che si applica alle prostitute dovrebbe a maggior ragione applicarsi anche alle coppie sposate, e che dunque l’uso del profilattico sarebbe adesso considerato tollerabile per prevenire l’Aids: una vera e propria rivoluzione, per la Chiesa. Ma se, come sembra, il papa ha parlato di prostituti, al maschile (e riferendosi, beninteso, alla prostituzione omosessuale), ci troviamo in un caso in cui di procreazione non si può assolutamente parlare, e l’apertura papale diventa assai marginale" (http://bioetiche.blogspot.com/2010/11/prostituto-o-prostituta.html).

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  7. Thomas, l'errore fondamentale della chiesa cattolica è considerare peccato l'atto sessuale non procreativo, etero od omosessuale che sia. SE NON C'E' DANNO AD ALTRI NON CI PUO' ESSERE PECCATO NE' IMMORALITA'.

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  8. Peter Seewald è tedesco, presumibilmente la versione tedesca è quella originale.

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  9. PEr Rainbow

    Il danno c'è eccome!
    Stai offendo un dio che ha specificato che puoi usare i tuoi genitali solo per la procreazione, anche se poi ti ha dotato di libido e piacere per tentarti continuamente. E' un trabocchetto maledettamente orchestrato per farti cadere continuamente in tentazione. Un dio davvero diabolico.

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  10. Sullo Spiegel (http://www.spiegel.de/panorama/gesellschaft/0,1518,730305,00.html, in fondo all'articolo alla voce Im Wortlaut: Der Pabst über die Verwendung von Kondomen) si cita l'originale tedesco e lì si parla inequivocabilmente di un prostituto al maschile (ein Prostituierter).

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  11. Col massimo rispetto vorrei richiamare tutti al fatto che la questione prostituto/prostituta è comunque di scarso significato: http://malvinodue.blogspot.com/2010/11/che-vi-dicevo.html

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