Immaginate un bambino di sette anni tremante in un angolo d’una sagrestia, un prete a pochi passi da lui pronto a stuprarlo e il cardinal Joseph Ratzinger che uscendo, prima di chiudersi la porta alle spalle, dica: “Dacci dentro, Kiesle, e non temere, perché starò qua fuori a fare il palo. Se arriva qualcuno, ti faccio un fischio”. Bene, neanche un video che avesse catturato questa scena riuscirebbe a convincere un cattolico delle passate colpe di Benedetto XVI, e dunque qui non tenterò nemmeno. Mi limiterò a rigettare le obiezioni sollevate contro l’ennesima prova, stavolta liscia e tonda, della complicità indiretta che fu offerta dall’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede al prete pedofilo di turno in quella sagrestia: un prete (padre Stephen Kiesle) che, alcuni anni prima dei fatti che ora emergono dall’oblio, già era stato condannato per reati a sfondo sessuale (molestie e atti osceni) ai danni di due minori, nel 1978, e che nel 1982 costringeva il suo diretto superiore, monsignor John Cummins, a chiederne la sospensione da ogni attività pastorale. La risposta – tre anni dopo – fu negativa: firmato “Joseph Card. Ratzinger”, su carta intestata “Sacra Congregatio pro Doctrina Fidei”.
Un no che nella lettera del signor prefetto è motivato da un’unica ansia: evitare i danni che una despensatio ab omnibus oneribus sacerdotalibus avrebbe potuto provocare in christifidelium communitate. Così giovane, padre Kiesle, perché lo sollevano dalla cura dell’anime dei nostri figli? Che avrà fatto? Guai se la christifidelium communitas si fosse posta queste domande.
Attendere, lasciar scorrere il tempo. Che infatti scorse. Nel mentre scorse, padre Kiesle ne stuprò 13, tutti bambini.
Le solite facce da schiaffi corrono in soccorso, complici del complice di padre Kiesle. Dicono che una dispensa non può essere accordata prima dei 40 anni, ma a don Romolo Murri non fu inflitta a 36 anni? Dicono che la Congregazione di cui era prefetto il cardinal Ratzinger non era responsabile di casi come questi prima del 2001, ma allora a che titolo monsignor Cummins vi si rivolgeva e a che titolo il cardinal Ratzinger dava disposizioni? Dicono – e qua agli schiaffi in faccia bisognerebbe aggiungere parecchi sputi – che oggi il cardinal Ratzinger è papa e non può dar conto di ogni singolo caso da lui trattato in passato. Ma allora perché su padre Murphy ha mandato i suoi servi a dilungarsi tanto? Dicono – e qua agli sputi dovrebbero aggiungersi vigorose bastonate – che la Chiesa cattolica non può essere giudicata per queste nefandezze come una qualsiasi istituzione umana, perché a garanzia del suo bene i suoi chierici sono tenuti ad una superiore prudenza che può ben sacrificare la mente e il corpo di qualche bambino che di tanto in tanto sia stuprato da uno di loro. Ma allora perché fingono di essere addolorati ogni volta che una storia come questa torna a galla, e solo se torna a galla?
Un no che nella lettera del signor prefetto è motivato da un’unica ansia: evitare i danni che una despensatio ab omnibus oneribus sacerdotalibus avrebbe potuto provocare in christifidelium communitate. Così giovane, padre Kiesle, perché lo sollevano dalla cura dell’anime dei nostri figli? Che avrà fatto? Guai se la christifidelium communitas si fosse posta queste domande.
Attendere, lasciar scorrere il tempo. Che infatti scorse. Nel mentre scorse, padre Kiesle ne stuprò 13, tutti bambini.
Le solite facce da schiaffi corrono in soccorso, complici del complice di padre Kiesle. Dicono che una dispensa non può essere accordata prima dei 40 anni, ma a don Romolo Murri non fu inflitta a 36 anni? Dicono che la Congregazione di cui era prefetto il cardinal Ratzinger non era responsabile di casi come questi prima del 2001, ma allora a che titolo monsignor Cummins vi si rivolgeva e a che titolo il cardinal Ratzinger dava disposizioni? Dicono – e qua agli schiaffi in faccia bisognerebbe aggiungere parecchi sputi – che oggi il cardinal Ratzinger è papa e non può dar conto di ogni singolo caso da lui trattato in passato. Ma allora perché su padre Murphy ha mandato i suoi servi a dilungarsi tanto? Dicono – e qua agli sputi dovrebbero aggiungersi vigorose bastonate – che la Chiesa cattolica non può essere giudicata per queste nefandezze come una qualsiasi istituzione umana, perché a garanzia del suo bene i suoi chierici sono tenuti ad una superiore prudenza che può ben sacrificare la mente e il corpo di qualche bambino che di tanto in tanto sia stuprato da uno di loro. Ma allora perché fingono di essere addolorati ogni volta che una storia come questa torna a galla, e solo se torna a galla?