venerdì 20 maggio 2011

Dear fellow-unbelievers

Un immenso Christopher Hitchens.

3 commenti:

  1. Io trovo interessante che abbia detto esplicitamente che, nel vedere la morte più da vicino, si senta più ateo che mai. Ritengo che affermazioni di questo tipo saranno in futuro avanzate da tutti gli atei che si sono fatti sentire in pubblico, nel caso avessero l'opportunità di dire la loro "sul letto di morte": perché oggi sanno, perché ne sono stati testimoni, che in più di un'occasione sono state inventate storie indimostrabili, postume, su presunte estreme conversioni di atei convinti. M'è sembrato quasi che Hitchens avesse voluto dire: "visto che tra qualche anno qualcuno si inventerà che tal dei tali era presente, in quella data ora, nella quale dichiarai i miei dubbi (se non addirittura chiesi di parlare con un prete), meglio che io dica chiaramente come stanno le cose".

    Detto ciò, per quanto scriva bene io trovo Hitchens più di ogni altra cosa un oratore formidabile, capace di mantenere incredibile proprietà linguistica (che egli possiede) e retorica nel parlato come pochi sanno. Penso che i libri che scrive potrebbe tranquillamente dettarli in poche ore.

    RispondiElimina
  2. Un commovente, per certi versi, stimolo a non cedere alla facile "conversione sul letto di morte".
    La grandezza di chi si affida alla scienza e agli amici di una vita e non a un dio sempre troppo poco visibile (assente giustificato?).
    Troppo facile non perdere tempo a paragonarlo ai Paoli Brosi del mondo.

    RispondiElimina
  3. thx for sharing

    RispondiElimina