domenica 29 maggio 2011

Preferisco credere

“Io me lo ricordo, il 93-94. […] Tanta gente […] ci credeva veramente, specie a Milano: non tanto nella rivoluzione liberale – non glien’è mai fregato niente a nessuno – quanto nell’efficientismo come valore, nella sburocratizzazione dello Stato, nella modernizzazione di una classe politica decrepita” (Piovono rane, 26.5.2011).

Preferisco credere che Alessandro Gilioli abbia dei vuoti di memoria, sennò devo sospettare che nell’essere strasicuro della sconfitta di Letizia Moratti voglia fin d’ora riporre il diritto dei vincitori, quello di riscrivere la storia, concedendo ai vinti al massimo la buona fede dei fessi.
Occorre dire, infatti, che la “gioiosa macchina da guerra” contro la quale Silvio Berlusconi scese in campo non rappresentava un momento di modernizzazione della classe politica, non aveva nel suo programma la sburocratizzazione dello Stato e soprattutto era segnata da un forte pregiudizio (culturale prim’ancora che politico) su ogni genere di efficientismo: il Polo delle Libertà le era alternativo, almeno a chiacchiere. Perciò mi sembra assai poco corretto dire che della rivoluzione liberale “non glien’è mai fregato niente a nessuno”: è come dire che, quando cadrà Silvio Berlusconi, avrà vinto Achille Occhetto.
Il consenso che Silvio Berlusconi intercettò nel 1994 non si spiega solo con “i riciclati del Psi o della vecchia Dc che si buttavano come cani sull’osso” e con chi fu illuso dal “mito del «se farà con l’Italia quello che ha fatto con il Milan finalmente qualcosa vinceremo anche noi»”: dal basso saliva l’idea di un progetto alternativo a quello cattocomunista, l’unico che Tangentopoli aveva lasciato in piedi sullo scenario politico, e almeno quest’idea aveva i caratteri dell’istanza liberaldemocratica. Silvio Berlusconi la conquistò, la stuprò e le fece partorire un mostriciattolo clericofascista.
Non lo votarono soltanto gli orfani del Caf e chi volle credere nelle sue taumaturgiche doti di uomo del fare: lo votarono anche quelli che erano terrorizzati all’idea di un paese come sarebbe piaciuto a Moro e a Berlinguer, ed erano elettori sinceramente liberali.

31 commenti:

  1. Non ti scusare, Luigi... Ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio. A me, piaceva Amedeo Minghi da ragazzo...

    RispondiElimina
  2. <>

    A me pare che queste cose l'articolo citato le dica dell'allora Forza Italia, non di Occhetto e i suoi.

    RispondiElimina
  3. @ sam
    Non ho nulla da farmi scusare e nemmeno vedo da chi. Dico che nel 1994 un liberale non poteva scegliere Occhetto.

    @ Nando
    Appunto.

    RispondiElimina
  4. Non riesco a capire perché i Progressisti dovessero essere considerati "contrari a ogni forma di efficientismo".

    RispondiElimina
  5. Certo, un partito che, oltre allo statista in pectore che avremmo imparato a conoscere (ma che già apprezzavamo per la qualità della sua proposta televisiva, prima ancora di scoprirne le doti di corruttore di giudici e ladro di case editrici), schierava in prima fila Previti e Dell'Utri, si alleava al Sud con gli ultranazionalisti (per non dire peggio) di Alleanza Nazionale appena riconvertiti da missini nostalgici in forza di governo, e al Nord con i seri riformatori leghisti emanava un profumo di liberalismo che avrebbe ingannato chiunque...

    Raf

    RispondiElimina
  6. Concordo. Se Gilioli pensa davvero quello che ha scritto in quel post non ha capito il Berlusconi del 94 e quel mostro clericofascista che ne è nato dopo. Col senno di poi erano tutti antiberlusconiani.

    RispondiElimina
  7. Nel 2008 non potevo scegliere Rutelli e ho annullato la scheda, non ho votato Alemanno: se un liberale non può scegliere Occhetto che fa, vota il più grosso monopolista che c'è in Italia? Si, ciao.

    RispondiElimina
  8. @ sapercomunicare
    Quelli di Occhetto avevao l'efficientismo nel programma?

    @ Giamba
    Si moderi o i suoi commenti saranno cancellati.

    @ Raf
    Anche nell'altro schieramento non mancavano i brutti ceffi.

    @ CoB
    Non erano proprio alla pari, Occhetto e Berlusconi: il secondo aveva il vantaggio di non essere mai stato messo alla prova.

    RispondiElimina
  9. boh, secondo me non hai letto il mio post o non l'hai capito. però fortunatamente l'hai linkato, così i lettori potranno farsi un'idea di quello che ho scritto- che non c'entra proprio nulla con questa patafiata. buon tutto e ciao.
    ag

    RispondiElimina
  10. Nel 1994 avevo 11 anni. Col commento precedente volevo dire che gli esponenti del centrodestra non mi sono mai sembrati granché votati all'efficienza, quindi non capisco (col senno di poi) come all'epoca ci si potesse fidare di loro.

    RispondiElimina
  11. @ sapercomunicare
    Devi pensare che gli esponenti del centrosinistra erano arroganti e spocchiosi come il tizio del commento precedente al tuo.

    RispondiElimina
  12. @ Luigi Castaldi

    Non è che ti conosca da molto, ma da quello che ho letto finora sembri estremamente arguto e rigoroso: per capire chi fosse il ducetto di Arcore secondo te c'era davvero bisogno di metterlo alla prova? Io sono convinto di no.

    RispondiElimina
  13. @ CoB
    Un liberale non poteva votare Occhetto nel 1994 e non poteva astenersi. Può darsi che Silvio Berlusconi fosse fin da allora quello di oggi, ma si presentava meglio dei suoi oppositori. Quello che dico - e che Gilioli fa finta di non voler capire - è che nella rivoluzione liberale c'era chi ci credeva: la "gioiosa macchina da guerra" non l'aveva in programma. Più in generale, rigetto la semplicistica lettura del '94 che ci è offerta in quel post, dove si vorrebbe insinuare che gli elettori di quel centrodestra fossero tutti stupidi o cattivi. E' tentazione irresistibile di una certa sinistra e insieme è la sua rovina.

    RispondiElimina
  14. Non dimentichiamoci che fu Marco Pannella in persona a garantire per il liberale Berluscazz facendo eleggere ben sette dei suoi tirapiedi sotto al marchio di forza italia e lega nord, i quali tirapiedi in gran parte poi lo tradirono. Lui però non si candidò sperando di fare il 4% nel proporzionale, fallendo. Da lì in poi, una agonia decrescente che non si è ancora fermata. Più o meno uguale a Mr. B.

    RispondiElimina
  15. Ma Luigi, insisto, l'hai letto il post che contesti? Chi ha parlato di Occhetto e del Pds? O non ci hai capito niente tu o non sono stato chiaro io. Ho scritto esattamente che nel 94 c'era un sacco di gente che credeva nell'efficientismo e nella modernizzazione che allora B. prometteva. La gioiosa macchina da guerra proprio non c'entra né l'ho citata. . Il post era sulla trasformazione del berlusconismo da speranza a paura... Boh, mi pare che stiamo parlando sul nulla

    RispondiElimina
  16. Ma infatti a me il post di Gilioli sembrava piuttosto empatico verso chi ha creduto in Forza Italia nel primo periodo del berlusconismo.

    Non per niente, scrive" non che io rimpianga quel periodo, c'erano delle cose da accapponare la pelle anche allora, MA c'era gente che aveva speranza, che voleva svecchiare lo stato" Etc. Adesso tutto quel fervore che aveva delle cose positive è degenerato al punto che tutto è diventato aggressività e paura. Insomma, più o meno così.

    RispondiElimina
  17. @ Alessandro
    Tu hai scritto che “tanta gente ci credeva” e hai aggiunto “non tanto nella rivoluzione liberale – non glien’è mai fregato niente a nessuno – quanto nell’efficientismo come valore, nella sburocratizzazione dello Stato, nella modernizzazione di una classe politica decrepita”. Non mi interessa molto se fosse nelle tue intenzioni o meno, ma hai commesso quello che ritengo un grave errore: disconoscere la carica ideale che Silvio Berlusconi riuscì a reclutare. Si trattava di istanze liberali, caro Alessandro, ed erano la risposta a ciò che proponeva il Pds: se non fossero state tradite, avremmo un'Italia migliore di quella attuale, ma anche migliore di quella che proponeva Occhetto. La gioiosa macchina da guerra c'entra e l'errore che ti rimproveravo era proprio il non averla citata. Senza riconoscere le istanze liberali che si erano sprigionate dalla caduta della Prima Repubblica - peggio: mortificandole a mera esigenza di svecchiamento e dinamismo - non si capisce il berlusconismo. Se non lo si capisce, non lo si sconfigge.

    RispondiElimina
  18. @ mj
    Era l'empatia che si riserva ai poveri ingenui. Chi erano gli elettori di Silvio Berlusconi? La risposta di Gilioli è: ex Dc, ex Psi, fascisti, leghisti (questi li mandiamo all'inferno, girone dei nequiziosi) e qualche ingenuo che pensava «se farà con l’Italia quello che ha fatto con il Milan finalmente qualcosa vinceremo anche noi» (questi li mandiamo in purgatorio, girone dei fessi).

    RispondiElimina
  19. Luigi, il mio commento era una battuta. Speravo si capisse. Non prenderla seriamente...

    RispondiElimina
  20. @Malvino, mi spiace dirtelo, ma:
    -sommando te e tutti quelli che veramente credevano nel Berlusconi che voleva fare la 'rivoluzione liberale', mi sa che non arrivavate a fare una squadra di calcetto;
    -credere che la rivoluzione la facesse il peggior monopolista intrallazzone ammanicato della prima Repubblica, assieme a quel po' po' di coalizione che aveva messo insieme, si', era da ingenui ad esser generosi;
    -Occhetto, se non altro, era presentabile, senza contare che la seguente affermazione, scusa di nuovo, fa cascare le braccia:
    "Non erano proprio alla pari, Occhetto e Berlusconi: il secondo aveva il vantaggio di non essere mai stato messo alla prova."
    Che e', crediamo alla leggenda berlusconiana che prima di lui c'era la dittatura comunista? Governavano quelli che lui ha riciclato, aggiungendo un po' di suoi tirapiedi.

    RispondiElimina
  21. @ Shylock
    Parlo a nome della squadretta di calcio. Ci abbiamo creduto, e senza nasconderci chi fosse Berlusconi. Occhetto non ci sembrava presentabile: era anche lui un pezzo di Prima Repubblica, ci sembrava solo più fortunato rispetto a Craxi e a Forlani. In generale, penso che qui si faccia l'errore di dimenticare cosa fosse il Pds prima della mazzata del 1994.

    RispondiElimina
  22. voglio umilmente offrire un'altra angolazione, che poi si ricollega a quello che dice luigi su occhetto gia' "messo alla prova".

    voto a rimini dove si battono gnassi (pd) e renzi (pdl)

    gnassi e' un pollo di allevamento dei ds che non ha mai lavorato un giorno in vita sua e che a 26 anni andava in porsche a ritirare gli affitti dei suoi appartamenti (tutto bellissimo, ma non si sente molto odore di professioni o bilanci).

    renzi e' un onesto bancario di carriera, non molto brillante, si impappina quando si tratta di denunciare in modo argomentato e chiaro le clientele pci-pds-ds-pd, attivissime a cementificare e scambiarsi consulenze e progetti tra soliti noti.

    bene: pur essendo la scelta tra merda secca e merda sciolta, oggi noi che siamo di sinistra abbiamo votato tutti renzi soffrendo, sospirando e turandoci il naso, perche' nonostante berlusconi sia impresentabile la sinistra che olezza di prima repubblica, se possibile lo e' anche di piu'.

    luca

    RispondiElimina
  23. Presente: elettore (prima volta che votavo) che nel 94 scelse Berlusconi perché aveva creduto alla 'rivoluzione liberale'. Ovviamente me ne sono più xche pentito, ma c'è voluto un po' (lo ricorsi anche alle successive europee).
    Concordo quindi al 100% con il post di Luigi.

    Lorenzo Lazzeri

    RispondiElimina
  24. @ luca
    Il mio post è delle 05:33. Non avevo ancora letto: “Mettiamo che davvero Berlusconi domani sera venga a trovarsi in una situazione difficile. Molti pensano possibile addirittura che si sia giunti alla fine di un ciclo iniziato 17 anni fa. […] Premesso che la scaramanzia è una cosa seria, forse conviene guardarsi da errori possibili. E forse è utile ricordarsi quando tutto cominciò, non nel 94, ma nell’autunno 93 quando la «discesa in campo» arrivò proprio alla vigilia dei ballottaggi comunali. Dall’endorsement scandaloso pro-Fini partì la storia del Cavaliere in politica. La sinistra non lo prese sul serio e sbagliò. Soprattutto perché si ubriacò fino a sognare di lì a poco di «gioiose macchine da guerra» senza calcolare che, in fondo, i candidati della sinistra avevano faticato a battere due esponenti del partito-paria della prima repubblica, l’Msi. Per di più in due città che il Pci – dicesi il Pci – aveva già espugnato negli anni 70, Roma e Milano. Mentre nel 93 a Milano vinse un leghista. La sicumera di Achille Occhetto e l’arroganza di Luca Orlando […] espulsero i radicali e umiliarono i socialisti. Da allora si mise in viaggio il carro di Tespi di comici, buffoni, nani e ballerine, unici sopravvissuti di tutte le stagioni. È andata come è andata per quasi un ventennio. Se la situazione del 93 dovesse riproposri pare consigliabile evitare di ripetere gli stessi errori” (Massimo Bordin – Il Riformista, 29.5.2011).
    Ecco, a Gilioli volevo pressapoco dire le stesse cose: più scaramanzia, meno sicumera e soprattutto meno arroganza nel ritenere che a votare il nemico siano solo cattivoni come lui o cretini che si fanno infinocchiare dalle sue bugie. Aggiungo: stavolta, pur di mandare a casa Berlusconi, c'è gente che vota Pisapia o De Magistris con le stesse riserve con le quali nel 93 votava Fini a Roma e Mussolini a Napoli pur di non votare Rutelli e Bassolino, dei quali mi pare che oggi la sinistra non possa menare vanto. Andateci pianino col mortificare il popolo bue che nel 94 votò Berlusconi: cercate di capire perché lo votò, ma rinunciando a banalizzarne le ragioni.

    RispondiElimina
  25. Scusate se intervengo. In tema d'ingenuità e di fessitudine, non ritengo che chi ha creduto per settant'anni che la terra di Iosif Vissarionovič Džugašvili detto Stalin fosse il paradiso dei lavoratori, abbia molte credenziali per criticare quelli della squadretta di calcio. Ma in Italia è così che van le cose: prima del 25 luglio 1943, tutti fascisti; dopo, tutti partigiani.
    "Chi, io filosovietico? Quando mai? Sempre stato liberale!"
    Succederà anche con Berlusconi, è inevitabile. Basta solo aspettare. Conformemente a quello che pensano di noi all'estero, il tradimento e il voltar gabbana stanno nel dna del nostro paese.

    RispondiElimina
  26. io ho l'impressione che molti dei lettori qui presenti abbiano, nel 94, proiettato sulla coalizione di cdx tanti splendidi desideri che non potevano in nessun modo essere soddisfatti per il semplice motivo che il progetto politico retrostante non stava in piedi in alcun modo.

    shylock e raf nei loro commenti di ieri hanno chiarito le tante contraddizioni politiche dell'accozzaglia Forza Italia/AN/Lega/CCD che nacque in due mesi e duro' meno di un anno.

    alle altre due coalizioni che si opponevano a questa (progressisti e centro post-DC) si possono muovere tante critiche, tuttavia la campagna elettorale delle amministrative del 93, specie a milano, chiari' esattamente quanto pericoloso sarebbe stato lo strapotere politico-editoriale di una coalizione con dentro il proprietario del secondo polo televisivo italiano (inutile dire che nella campagna per palazzo marino del 93 l'allora gruppo fininvest, giornale di montanelli incluso, sostenne a spada tratta la lega).

    anche in questo senso l'idea che un liberale potesse scegliere il cdx nel 94 mi pare insostenibile, o quantomeno un chiaro esempio di wishful thinking.

    concordo con chi dice che i progressisti avevano i loro limiti -in particolare l'arroganza di chi pensa di vincere facile, oltre che un pessima scelta degli alleati, vedi l'improponibile alleanza democratica- ma ne' occhetto ne' la coalizione di csx erano l'immagine del demonio che le 3 reti fininvest, ferrara, sgarbi, medail etc. cercarono di veicolare, tanto che larga parte di quella coalizione sostenne di li' a due anni un governo (il primo governo prodi) che non mi sembra abbia dato pessima prova di se'.

    castaldi, lei scrive che gilioli ha commesso l'errore di "disconoscere la carica ideale che Silvio Berlusconi riuscì a reclutare. Si trattava di istanze liberali [...] ed erano la risposta a ciò che proponeva il Pds: se non fossero state tradite, avremmo un'Italia migliore di quella attuale, ma anche migliore di quella che proponeva Occhetto".

    con la massima stima per lei, ma non posso non associarmi a shylock nel pensare che credere alle immagine costruite dal piu' indebitato imprenditore pubblicario dell'epoca sia stato ingenuo.

    le fa onore aver creduto sinceramente ad un progetto politico nobile quale il cambiamento della politica italiana in senso liberale, ma appunto questo progetto politico era nei suoi desideri, castaldi, ma non e' mai stato credibilmente nelle intenzioni di SB, ed il passato dello stesso SB -cui shylock ha fatto un cenno- era la testimonianza piu' evidente da questo punto di vista.

    RispondiElimina
  27. E' tutta colpa di Berlusconi.

    Ringraziando Dio siamo al termine di un periodo storico così sciagurato per l’Italia.

    Non succederenno più cose simili.

    La ormai certa vittoria di Pisapia a Milano aprirà per l’Italia scenari impensabili fino a ieri e ci proietta tutti verso un futuro radioso, prefigurato dall’arcobaleno spuntato al concerto di Elio a Piazza Duomo.

    Milly Moratti, moglie di Massimo e sostenitrice del Pisa, ha già annunciato che oggi pomeriggio stesso, a scrutinio concluso e vittoria certa, il marito Massimo donerà tutto il suo petrolio al popolo milanese.

    Quella sarà la scintilla che metterà in moto tutto il resto.

    Partirò come al solito da Milano una nuova fase per il Paese, che porterà come sbocco finale alla rivoluzione comunistica.

    VOTA PISAPIA !

    VOTA MILLY MORATTI !

    VOTA PER LA NUOVA ITALIA !

    VIVA LA NUOVA ITALIA !

    VIVA LA RIVOLUZIONE COMUNISTA !

    RispondiElimina
  28. @lector, noi non ci conosciamo ma puoi darmi tranquillamente dell'ingenuo, o del fesso, sulla fiducia.
    Comunista no pero', eccheccazzo: esigo soddisfazione.
    Domattina all'alba, dietro il convento delle Carmelitane; vedi di essere puntuale.

    RispondiElimina
  29. Forse non c'entra niente, ma Antonio Martino è un signore. Chi lo conosce lo sa. Io e mia moglie lo abbiamo incontrato in un ristorante vicino al Senato, anni fa, Scambiate due parole, gentilissimo. A un tavolo poco lontano, poi, sono arrivati Maurizio Gasparri e un po' di amici suoi. Erano - come dire? - antropologicamente differenti. Insomma, fossero stati tutti come Antonio Martino, etc.

    RispondiElimina
  30. @-->Shylock
    "Aspettando Lector", potrebbe essere lo spunto per un'occasione letteraria irripetibile.
    Non ho usato il termine "comunisti", ma "filosovietici"; è diverso. In ogni caso, si trattava d'una considerazione di carattere generale, aperta, non espressamente rivolta a te. Absit iniuria verbis.

    RispondiElimina
  31. Non mi piace l'italia dei valori, ho poca stima di di pietro, non foss'altro perchè vorrei capire come possa laurearsi ed ottenere incarichi così delicati nell'amministrazione della giustizia chi non riesce nemmeno a parlare correttamente l'italiano.
    Ma a napoli avrei votato de magistris senza nessun dubbio, con la stessa logica con cui votai berlusconi nel '94. Sono felice che gli italiani abbiano a mio modestissimo parere votato senza schierarsi come tifosi ma come cittadini. Cosa comunque che ai partiti da noia assai, anche ai vincitori.
    Paolo

    RispondiElimina