Due vaticanisti italiani firmano a quattro mani un volume che in questi giorni arriva in libreria e che non pare valga la pena di comprare. Pare trattarsi, infatti, del collage dei pezzulli che nel corso del pontificato di Benedetto XVI i due hanno firmato per i giornali sui quali scrivono, a commento dei tanti infortuni che, divertendoci non poco, Benedetto XVI ha causato a se stesso e alla sua Chiesa. Il titolo del libro – Attacco a Ratzinger – rivela l’impostazione del volume e conferma il carattere cortigiano della vil razza dannata dei vaticanisti italiani, ben rappresentata nell’anticipazione oggi offertaci da Il Foglio. «Questo libro – si legge nel capitolo finale – non intende presentare una tesi precostituita. Non intende accreditare in partenza l’ipotesi del complotto ideato da qualche “cupola” o spectre, neanche quella del “complotto mediatico”, divenuto spesso il comodo lasciapassare dietro al quale alcuni collaboratori del Pontefice si trincerano per giustificare ritardi e inefficienze. È però innegabile che Ratzinger sia stato e sia sotto attacco». Provoca, ma il mondo dovrebbe chiudere un occhio, bonario, e invece non lo chiude, reagisce alla provocazione: chiaramente è un attacco al Papa, perché al Papa sarebbe dovuto rispetto, sempre e comunque, e questa non costituirebbe “tesi precostituita”.
Una boccata d’aria, tuttavia, nell’opinione di un vaticanista non italiano (Jean-Marie Guénois), altra razza, che i due citano senza porre mano a personale riflessione: «È Benedetto XVI a trovarsi nel mirino? È davvero lui l’obiettivo ultimo delle campagne mediatiche? O non è piuttosto lui, con la sua mitezza ma con la sua altrettanta chiarezza, ad “attaccare”? […] Più che un attacco al Papa, direi piuttosto che è partito un “attacco” del Papa contro molti soggetti…». I quali, per Tornielli e Rodari, autori di questo inutile volume edito da Piemme, non dovrebbero reagire. E invece reagiscono, sicché il Papa è sotto attacco. E io perciò li schifo, i vaticanisti italiani.
E' il Papa ad attaccare tutti quelli che non la pensano come lui.
RispondiEliminaPersonalmente trovo che, scoperti gli altarini dell'omertà pro-pedofili delle alte gerarchie,l'"attacco" sia più che giustificato