martedì 3 agosto 2010

Rettificami questo


Marianna Rizzini incappa (*) in un luogo comune patognomonicamente macho: la giovane femmina che spensierata offre al mondo le sue sode curve è assai meglio della femminista in menopausa che considera la cosa poco dignitosa. In dettaglio: meglio “la Sabina Ciuffini allegra che, in tempi di Carosello, correva verso il banco dei gelati Algida con Patty Pravo” che quella oggi diventata “opinionista accigliata e responsabilmente ansiosa di mettere in guardia Cappuccetto Rosso nel bosco” (Il Foglio, 3.8.2010). La solita nostalgia per i bei tempi passati, quando era tutto più allegro, anche l’uso del corpo femminile. Come per la battaglia demografica (fare figli, farli presto, farne tanti) e quella pedagogica (calci in culo e all’aria aperta), il solito ingenuo passatismo. Bambinone mai cresciuto, il direttore.  


(*) Qui ci ho ficcato un doppio senso che al momento siamo solo in due o tre dozzine a poter cogliere: mi scuso con gli altri.

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